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I Popolari in rete della Calabria vogliono la città unica

COSENZA – I Popolari in rete della Calabria vogliono la città unica

«Unire Cosenza, Rende e Castrolibero in una sola città darebbe vantaggi e opportunità importanti ai cittadini di questi tre Comuni, consentirebbe una migliore e più agevole gestione dei servizi, garantirebbe ingenti risparmi e maggiori finanziamenti pubblici e determinerebbe una crescita culturale, economica e sociale di grande rilievo per tutta l’area cosentina».

Lo afferma, in una nota, Vincenzo Arnone, presidente dei Popolari in rete della Calabria, a nome dell’intero movimento d’impronta moderata che si sta radicando nel territorio regionale ed è parte di un progetto nazionale di riforma della politica su base civica.

«La crisi in atto, internazionale, morale, occupazionale, politica ed economica, deve spingerci – sottolinea Arnone – al coraggio delle scelte, dell’impegno e della progettualità, a combattere sistemi di potere che hanno tolto risorse e speranze alle comunità locali; specie in Calabria, in cui il familismo e il clientelismo diffusi hanno generato disagi, disservizi, povertà e spopolamento. I tempi sono maturi per riprendere in mano il nostro destino e per creare occasioni di sviluppo collettivo e di riscatto popolare dal basso». «Non c’è alcuna ragione – spiega Arnone – per cui Cosenza, Rende e Castrolibero, che di fatto sono un’unica realtà urbana, debbano rimanere Comuni separati. L’unione fa realmente la forza. È giunta l’ora di pretendere dalle rappresentanze politiche il superamento di campanilismi, recinti e orticelli che hanno danneggiato i territori calabresi e costretto tanti giovani ad emigrare per l’attendismo, l’incapacità e lo spirito di conservazione della vecchia classe dirigente. Ci auguriamo – conclude il presidente dei Popolari in rete della Calabria – che i sindaci, i consiglieri comunali, i partiti, i movimenti e la società civile di questi tre Comuni lavorino insieme per non perdere il treno della Città unica. Sarebbe un errore imperdonabile restare a guardare o difendere eventuali posizioni oscurantiste, contrarie alla realtà e al futuro». (rcs)