Una testimonianza, quella di Capitano Ultimo, alias Sergio de Caprio, carabiniere che ha stanato il boss dei boss, Totò Rinna, che ha incantato gli studenti del Liceo Classico Telesio di Cosenza, dando il via alla rassegna Letture in Chiostro, organizzata dal vicesindaco e Assessore alla Cultura Jole Santelli.
Il colonnello De Caprio, ospite nel corso della presentazione del libro Fermate il capitano Ultimo di Pino Corrias, al Chiostro di San Domenico, ha regalato una testimonianza fortissima, stimolato dalla giornalista Anna Arcuri e dalla conversazione con la stessa vice parlamentare della commissione antimafia Santelli.
«Non sono nessuno – ha sottolineato De Caprio – non do consigli, non giudico nessuno. Credo fermamente nella sicurezza partecipata, nello sdegno sociale, nella battaglia civile. Se non si parte dal basso, dall’indignazione della gente, non si va da nessuna parte».
Una lezione, la sua, che rivolge soprattutto ai ragazzi del Liceo Classico Telesio che, nella sala gremita del chiostro di San Domenico, lo ascoltano incantati.
Jole Santelli, tra le diverse riflessioni, ricorda il gesto di condurre Riina appena arrestato a inginocchiarsi sotto un ritratto del generale Dalla Chiesa che campeggiava nel rifugio dei militari durante l’indagine: era quello un messaggio chiaro alla criminalità organizzata finalmente a terra, finalmente vinta.
«Attenzione – ha detto, però, Ultimo – non sempre si vince, e allora è bene mettersi da parte, perché significa che c’è qualcosa che non va. Io spesso mi sono chiesto perché prima di allora Totò Riina non fosse mai stato preso».
I poteri dello Stato e il potere arrogante di quelli che dimenticano la loro missione, quindi gli eroi delegittimati, il senso civico e l’educazione da cui tutto sempre prende forma nelle condotte esistenziali: capitano Ultimo arriva a toccare le corde emotive dei presenti in platea perché in lui ciò che emerge non è la ricerca di protagonismo o di medaglie, bensì la fedeltà a una vera vocazione.
«Senza polemiche – ha evidenziato De Caprio – dobbiamo esigere spiegazioni, sapere se mancano mezzi o capacità, ma non dobbiamo abituarci a convivere con violenza o prevaricazione. Manca ancora l’attenzione delle persone perché la partecipazione dei cittadini obbliga chi ha responsabilità a dare conto, e questo è mancato, ma deve essere un grido forte».
Dal canto suo, Jole Santelli ha affermato che «la criminalità si muove e lo fa molto velocemente, a livello mondiale. Lo Stato sembra arrivare sempre in ritardo, a causa di pastoie burocratiche, ma si conquistano lo stesso grandi vittorie, anche se c’è ancora molto da fare. Dobbiamo mettere a risorsa le energie migliori che abbiamo e scongiurare che la mediocrità isoli le nostre eccellenze».
La mattinata, che di fatto ha aperto ufficialmente due giorni di incontri, talk e appuntamenti editoriali, in questo spazio sulla legalità era stata inaugurata dal saluto del sindaco Mario Occhiuto che, accogliendo il Capitano Ultimo, aveva parlato delle libertà fondamentali che un Paese civile dovrebbe garantire a tutti e dunque al colonnello De Caprio, «perché nessuno di noi, a ogni livello, deve restare alla finestra a guardare ma deve fare il proprio dovere di cittadino onesto». (rcs)