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Al Rendano il Barbiere di Siviglia

COSENZA – Venerdì al Teatro Rendano in scena “Il Barbiere di Siviglia”

Venerdì 3 dicembre, al Teatro Rendano di Cosenza, alle 20.30, in scena Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini. Lo spettacolo è l’evento di spicco della programmazione di Torniamo all’Opera, la stagione lirico-sinfonica e concertistica promossa, insieme al Comune di Cosenza, dall’Associazione “Orfeo Stillo” ( direttore artistico Luigi Stillo e direttore organizzativo Giusy Ferrara).

La “prima” del 3 dicembre sarà preceduta, giovedì 2 dicembre, dalla matinée riservata alle scuole, alle ore 10,30. L’Orchestra del Mediterraneo che venerdì sarà diretta dal maestro Daniele Agiman, la mattinata del 2 dicembre sarà invece guidata dal giovane direttore d’orchestra Alfredo Salvatore Stillo.

L’opera sarà diretta da una bacchetta d’eccezione, il maestro Daniele Agiman, direttore di respiro internazionale e direttore artistico e principale dell’Orchestra Sinfonica Rossini di Pesaro che venerdì prossimo prenderà per mano la giovane Orchestra del Mediterraneo “San Francesco di Paola”. Agiman è una vecchia conoscenza del “Rendano” di Cosenza per avervi diretto nel 2008 una versione di “Tosca” di Giacomo Puccini e, nel 2009, “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo.

La regia è, invece di Daniele Piscopo, figura poliedrica della scena artistica italiana che proviene da una lunga esperienza di cantante (baritono) e che, mettendo a frutto anche i suoi studi e le sue ricerche nel campo dell’arte, soprattutto contemporanea, si è dedicato con successo ed unanimi apprezzamenti alla regia lirica. Un altro suo “Barbiere” è stato portato in tournée, l’estate scorsa, in Svizzera, tra le varie città del Ticino: Lugano, Bellinzona, Locarno. Pur essendo molto legato alla tradizione e dichiarandosi pienamente rispettoso della partitura, scritta nel 1816, il regista (anche autore del progetto scenico) spiega le ragioni che lo hanno spinto a mettere in scena “Il Barbiere di Siviglia” con un pensiero rivolto soprattutto ai giovani.

«Per favorire l’approccio di chi si accosta alla visione di un’opera per la prima volta – spiega Piscopo – ho utilizzato sì elementi scenici assolutamente teatrali, con pedane molto schematiche e molto in voga nel teatro classico, dove, ho, però, adagiato degli elementi assolutamente tradizionali con un richiamo al colore blu, che per me è il colore per eccellenza degli elementi scenografici ed anche cromatici. Per far sì che l’allestimento risultasse più accattivante ho giocato su questo forte richiamo cromatico che evoca da vicino la concezione dell’azulejos che è la decorazione tipica di Siviglia. I costumi, invece, riflettono la tradizione».

«C’è chi dice che i suoi allestimenti ed anche quello del Rendano che andrà in scena venerdì 3 dicembre, siano influenzati dalla sua provenienza dal mondo dell’arte, avendo Piscopo anche frequentato l’Accademia delle belle arti di Carrara. “In effetti è un po’ così – risponde – perché un regista che mette in scena un allestimento vi trasferisce in tutto o in parte la sua storia. E in un artista visionario come lo sono io questo è più facile che avvenga».

Daniele Piscopo ha svolto per 10 anni un’interessante ed apprezzabile carriera di baritono ed è curioso ritrovare nelle sue performance belcantistiche il ruolo di Don Bartolo nel “Barbiere di Siviglia”.

«L’ho fatto diverse volte – ammette – e l’edizione più importante è stata quella di Stresa con la direzione di Gianandrea Noseda. Quando un’opera poi si mette in scena da regista, è più facile porre il cantante nelle condizioni di poter cantare nel modo più corretto e giusto possibile. Avendolo provato su me stesso e sapendo cosa vuol dire cantare arie impegnative come quelle di Bartolo (tra quelle più difficili del repertorio buffo) ho saputo costruire sul cantante che interpreta Bartolo, Matteo D’Apolito, che è un bravissimo interprete, una scena che spero sia di gradimento per il pubblico».

E a proposito di cantanti, un altro punto di forza di questo allestimento è il cast vocale, costituito quasi interamente da giovani in carriera: Anna Doris Capitelli che interpreterà Rosina, Gianni Giuga (Figaro) Enrico Iviglia (il Conte D’Almaviva), Matteo D’Apolito (Don Bartolo), Luca Gallo (Don Basilio), Giorgia Teodoro ( Berta) e Antonio Fratto (Fiorello).

«Tutti giovani meravigliosi – dice di loro Daniele Piscopo –. Tutti trentenni in carriera, veramente lanciatissimi e per un “Barbiere di Siviglia” ci vogliono i giovani perché c’è un’energia giustificata anche dal periodo buio che gli artisti hanno attraversato a causa della pandemia e delle chiusure dei teatri e quindi ritornare sul palcoscenico ora ha qualcosa di veramente liberatorio. E speriamo che anche il pubblico percepisca questa voglia di rinascita». Il Coro Lirico “Cilea” sarà diretto da Bruno Tirotta. (rcs)