IL PROVVEDIMENTO SUSCITA QUALCHE PERPLESSITÀ IN FORTUNATO AMARELLI, PRESIDENTE CONFINDUSTRIA CS;
Energia: il primo problema per le imprese

DAL DECRETO AIUTI UN PO’ DI RESPIRO
MA ALLE IMPRESE NON BASTANO I BONUS

Il tessuto produttivo calabrese può, forse, finalmente tirare un sospiro di sollievo grazie al Decreto Legge Aiuti che è stato approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 2 maggio, ma c’è il rischio che i bonus e gli interventi previsti non siano sufficienti per un rilancio dell’economia regionale.

Si tratta di un decreto-legge da 14 miliardi che introduce misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina, che si rivolge, in particolare, al settore dell’energia, delle imprese, del lavoro, degli Enti Territoriali e dell’accoglienza e supporto economico.

Una misura, che per il presidente di Confindustria Cosenza, Fortunato Amarelli, «ha di positivo l’entità delle cifre messe in campo ed il tentativo di velocizzare i tempi di rilascio delle autorizzazioni per la costruzione di nuovi impianti di energie rinnovabili» ha spiegato Amarelli, evidenziando che «quello che come imprenditori ci convince di meno è il continuare con l’utilizzo di bonus ed una tantum anche in materie di rilevanza strategica tali da meritare approcci ed interventi di respiro strutturale, ancora più necessari in tempi difficili come quelli che stiamo attraversando».

«In termini generali – ha spiegato ancora – se vanno bene le previsioni relative agli interventi di industria 4.0, non appaiono ancora sufficientemente chiare, nei termini applicativi e degli impatti, le misure messe a punto per fronteggiare gli abnormi aumenti dei costi fatti registrare dai materiali per l’edilizia utili a non provocare l’arresto di un settore determinante per l’andamento dell’economia del paese e più ancora del Mezzogiorno».

Gli industriali cosentini chiedono di mettere in campo misure utili a fronteggiare la recessione del primo semestre, che sta colpendo in maniera generalizzata le imprese e rischia di vanificare gli sforzi fatti per far ripartire il Paese. «Un nuovo piano di moratorie – ha continuato Fortunato Amarelli – potrebbe consentire alle aziende di non dover rinunciare agli investimenti in corso così come di poter continuare ad intraprendere portando a termine i piani di ammodernamento programmati ed in atto».

Secondo le previsioni del Centro Studi Confindustria, il quadro economico resterà negativo almeno fino a tutta la prima metà dell’anno, senza alcuna speranza di una possibile ripresa in forma sostenuta nei prossimi mesi, con il risultato atteso di una crescita su base annua ancora più bassa delle stime fin qui più volte riviste al ribasso.

«Le variabili in campo sono molte così come le incertezze che caratterizzano lo scenario – ha concluso il presidente di Confindustria Cosenza Amarelli – solo nella seconda metà dell’anno vedremo davvero quale sarà la direzione intrapresa, al momento tutti gli indicatori macro economici disponibili, con l’eccezione del turismo, ci mostrano segni poco incoraggianti. Occorre intervenire con misure di aiuto per la riduzione del costo delle bollette così come per il sostegno ai salari più bassi in maniera da difenderne il potere d’acquisto senza rischiare di generare nuova inflazione».

A parlare di «una misura importante per salvare il Made in Italy a tavola in un momento di drammatica difficoltà per il settore, a causa degli effetti della guerra e dei rincari, che risponde alle richieste contenute nel piano anticrisi presentato dalla Coldiretti» è proprio la Coldiretti Calabria, spiegando che «il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera fondi per 180 milioni per l’accesso delle imprese agricole alla garanzie Ismea sui mutui nel “Decreto Legge Aiuti”».

«Con più di 1 azienda agricola su 10 a rischio chiusura e oltre il 40% che si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in perdita – ha spiegato la Coldiretti – con la Calabria che vede una  situazione è ancora più difficile, la misura varata dal Governo Draghi – spiega Coldiretti – consente alle piccole e medie imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura che hanno registrato un incremento dei costi per energia, per carburanti o materie prime nel corso del 2022 di accedere alla garanzia diretta di Ismea con copertura al 100% per nuovi finanziamenti. Il tutto purché prevedano l’inizio del rimborso del capitale non prima di 24 mesi dalla erogazione e abbiano una durata fino a 120 mesi e un importo non superiore al 100% dell’ammontare complessivo dei costi e comunque non superiore a 35 mila euro».

«Per raggiungere l’obiettivo dell’indipendenza energetica in Paese oggi legato al gas russo è importante anche la misura prevista dal Consiglio dei Ministri – ha continuato Coldiretti – per incrementare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per il settore agricolo che consente alle aziende del settore di installare impianti fotovoltaici sui tetti delle proprie strutture produttive, permettendo anche di vendere l’energia prodotta. Il provvedimento si applica anche agli investimenti in corso di realizzazione inclusi quelli a valere sul Pnrr».

«Secondo uno studio di Coldiretti Giovani Impresa – è stato spiegato – solo utilizzando i tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole sarebbe possibile recuperare una superficie utile di 155 milioni di metri quadri di pannelli con la produzione di 28.400Gwh di energia solare, pari al consumo energetico complessivo annuo di una regione come il Veneto».

«Per far fronte al caro petrolio – ha concluso Coldiretti – che incide sui bilanci delle imprese agricole è positiva anche la proroga fino all’8 luglio 2022 delle aliquote agevolate sull’accisa per il gasolio e la benzina utilizzati come carburante per usi agricoli (pari rispettivamente a 22% e al 49% dell’aliquota ordinaria), ma anche l’azzeramento dell’aliquota di accisa del gas naturale usato per autotrazione». (rrm)