È nata l’Associazione socio-culturale BeCal, che vuole «parlare alle migliori energie della Regione Calabria, a chi crede che non siamo solo la terra della corruzione, a chi crede in un paese senza doppia velocità, a chi crede che un prospero futuro è possibile solo se ci si riappropria della forza del dialogo e della consapevolezza del presente tenendo traccia dell’orgogliosa storia del passato».
«BeCal – si legge in una nota – raccoglie professionisti, imprenditori e liberi cittadini sparsi in tutto il territorio nazionale che hanno avuto il coraggio di darsi appuntamento in questo nuovo spazio inclusivo col desiderio di raccogliere le migliori risorse del nostro territorio».
«L’essere totalmente liberi ed apartitici rappresenta un valore aggiunto – ha detto il coordinamento –. In questo particolare momento storico bisogna ritrovare, nella forza delle idee e delle proposte, il giusto spirito resiliente di cui necessita la nostra terra».
«L’associazione – è stato spiegato – seppur nel suo senso di piena apartiticità, mira a collaborare con le istituzioni politiche con un approccio collaborativo rispetto ai macro temi di cui si occuperà. Ma ancora, di fronte alla necessità, con serietà e puntualità sarà pronta a criticare le sue scelte nel pieno rispetto delle istituzioni e delle figure. Il nome BeCal rappresenta l’acronimo della sua forma estesa BeCalabrian, che dall’inglese, richiama la forma imperativa ‘Sii Calabrese’. È proprio in questa forma che si nasconde il forte senso di appartenenza che gli attivisti dimostrano sin dalla loro prima uscita pubblica dimostrando tutto l’orgoglio che provano nella loro “calabresità”, tale da darne il nome alla loro Associazione».
«Sentiamo – ed abbiamo – la necessità di porre al centro del dibattito il forte legame alla nostra terra nativa, che purtroppo la maggior parte di noi è stato obbligato ad abbandonare» – hanno dichiarato gli attivisti di BeCal, che non trattengono la commozione nell’affrontare questo tema.
Il think – tank si compone – e lavorerà – in tavoli tematici: la salvaguardia e la tutela del patrimonio ambientale per un futuro sostenibile nel rispetto dell’Agenda 2030, la promozione del territorio: dai prodotti km0 al turismo veicolato, la Sanità nel suo stato attuale e le prospettive future della eHealth, lo Sport come mezzo d’inclusione sociale, l’analisi della governance Europea, la Legalità ed il lavoro 4.0 con la trasformazione delle attività lavorative dalle rivoluzioni industriali alle sfide del lavoro digitale che affronteranno i Millennials.
«L’obiettivo – hanno spiegato – è dinegare definitivamente il vulnus delle risposte scellerate ai problemi sociali e popolari dell’attuale classe dirigenziale. Desideriamo entrare nel merito delle tematiche, cercando di alzare il livello della discussione affrontando con energia le sfide del presente».
«Vogliamo usare – hanno aggiunto – le competenze dei tanti professionisti che si sono avvicinati alla nostra realtà come fucina di idee creando un laboratorio di approfondimento e riflessione culturale, perché crediamo che la nostra generazione debba assumersi la responsabilità di affrontare la questione meridionale partecipando, e non più delegando».
«L’associazione BeCal – è stato spiegato ancora – si vuole proporre come modello di partecipazione attiva alla vita quotidiana dei propri territori, nonostante la maggior parte dei suoi componenti abbiano il domicilio lontano dalle loro terre native. Per tale ragione gli incontri saranno prevalentemente via Web programmando attività in presenza nei periodi tradizionalmente vacanzieri durante i quali la nostra terra si ripopola con tutti i fuori sede. “Crediamo che il fenomeno della fuga dei cervelli sia conseguenza, ma anche causa, della mancanza di una seria classe rappresentativa della popolazione Reggina, e Calabrese più in generale, incapace nel proporre un cambio di rotta nella guida dei nostri territori».
«Sogniamo – hanno concluso – di realizzare un modello partecipativo – aperto ed inclusivo – che contribuisca alla modellazione della Calabria del futuro. Basta delegare e lamentarsi, è il momento di partecipare: c’è il bisogno!” – esclamano – “Col sorriso della nostra giovane età, e la speranza dipinta negli occhi di chi ci ha messo al mondo, crediamo che un futuro diverso sia realizzabile solo se inizia a discutere di temi e di soluzioni. Parleremo, forse troppo. Scriveremo, anche tanto. Ma non ci stancheremo mai di dire che Siamo Calabresi con orgoglio, appartenenza e resilienza nel rispetto della nostra mitologia che ci ha lasciato un’eredità culturale di grande centralità in tutto il panorama nazionale. Chiunque sia interessato a saperne di più ci contatti tramite le nostre pagine social sperando di poter raccogliere, e sempre più rappresentare, tutta quella classe generazionale che vuole partecipare partendo dalle competenze e dal merito». (rrm)