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COnsiglio regionale della Calabria

Ecco le Commissioni in Consiglio regionale: l’opposizione s’infuria, la maggioranza litiga

Doveva cominciare a mezzogiorno il Consiglio regionale con all’ordine del giorno l’elezione delle commissioni e dei rispettivi presidenti, vice e segretari. Alle 18, dopo continui litigi attraverso telefonate in arrivo da Roma, si è tentato di andare in aula. Finalmente alle 20.30 si vota, presenti 20 consiglieri. Per la I Commissione eletto presidente Pietro Raso (Lega Salvini) con 19 voti e vicepresidente Mimmo Bevacqua (Pd) 1 voto; segretario Giacomo Pietro Crinò (Casa delle Libertà). Della II Commissione eletto presidente Giuseppe Neri (Fratelli d’Italia) con 19 voti e vice Flora Sculco (DpCalabria) 1 voto; segretario Nicola Paris (Udc) con 20 voti. Della III Commissione presidente Baldo Esposito (Casa delle Libertà) con 19 voti, vice Libero Notarangelo (Pd) con 1 voto; segretario Raffaele Sainato. Della IV Commissione, presidente Pierluigi Caputo (Santelli Presidente) e vice Carlo Guccione (Pd); segretario Pietro Raso (Lega Salvini) con 19 voti. Della V Commissione, viene eletto presidente Raffaele Sainato (Fratelli d’Italia) con 19 voti e vice Francesco Pitaro (Gruppo Misto) con 1 voto; segretario Giovanni Arruzzolo (Forza Italia) con 20 voti. Della VI Commissione, viene eletto presidente Pietro Santo Molinaro (Lega Salvini) con 19 voti, vice Luigi Tassone (Pd); segretario Domenico Giannetta (Forza Italia) con 20 voti. Presidente della Commissione antimafia viene eletto Antonio De Caprio (Forza Italia) con 19 voti, vice Giuseppe Aieta (DPCalabria) con 1 voto; segretario Tilde Minasi (Lega Salvini) con 19 voti. Della Commissione di Vigilanza è eletto presidente Domenico Giannetta (Forza Italia) con 19 voti, vice Pippo Callipo (Io resto n Calabria) con 1 voto; segretario Pierluigi Caputo (Santelli Presidente) con 19 voti. Alle 22.11 il presidente del Consiglio regionale Mimmo Tallini chiude la seduta e rinvia i lavori alla prossima seduta.

L’opposizione ha diffuso subito una nota al veleno e poco dopo i due consiglieri di Io resto in Calabria (Callipo era assente per motivi di salute) Marcello Anastasi e Graziano di Natale hanno abbandonato Palazzo Campanella manifestando la loro «indignazione per lo stallo totale in cui il centrodestra ha fatto piombare la massima Assemblea legislativa calabrese». Anastasi e Di Natale hanno definito «inaccettabile la situazione che si è venuta a creare in Consiglio regionale: il centrodestra ha impedito per oltre otto ore di avviare la seduta, convocata per le 12, perché non riesce ancora a trovare la quadra sulle poltrone di presidente delle Commissioni».

«Come se non fosse già abbastanza grave aver creato una nuova Commissione che, come abbiamo denunciato per primi, costerà 500mila euro in 5 anni, il centrodestra – proseguono Callipo, Di Natale e Anastasi – non riusciva a mettersi d’accordo nemmeno per la guida di un organismo importante dal punto di vista simbolico come la Commissione Antindrangheta. Non intendiamo prestarci ad accordi sottobanco e ad inciuci di alcun tipo solo perché chi ha vinto le elezioni non è capace nemmeno di far insediare gli organismi essenziali per il funzionamento del Consiglio regionale. Non siamo e non saremo in vendita e non accetteremo mai di barattare la nostra dignità politica con prebende di alcun tipo. Se il centrodestra – concludono Callipo, Di Natale e Anastasi – vuole fare questa ennesima magra figura, mentre i calabresi sono costretti ad affrontare ogni giorno le conseguenze di una crisi economica e sociale gravissima, se ne assuma tutte le responsabilità. Non lo farà con il nostro voto».
«È una vergogna – si legge nella nota della minoranza, firmata da tutti i gruppi dell’opposizione – che, convocato il Consiglio regionale, la maggioranza sia ancora segregata in una stanza le cui pareti grondano sangue per i litigi che si stanno consumando. Non sono stati sufficienti i tanti scivoloni e le tante pessime figure che si sono già consumate nel corso di questi primi 5 mesi che avrebbero, invece, richiesto un radicale cambiamento senza il quale è difficile poter andare avanti in queste condizioni e realizzare un’efficace azione legislativa e di indirizzo da parte del Consiglio e di governo  da parte della Giunta. La Calabria è in profonda sofferenza per via delle conseguenze economiche e sociali prodotte dal coronavirus e avrebbe bisogno di una particolare cura da parte delle forze politiche che esercitano le funzioni di governo della nostra regione. Pertanto, non si può continuare a perdere tempo solo sugli assetti organizzativi che avrebbero dovuto essere definiti e già all’opera da oltre 4 mesi. Tutto questo, non è concepibile! Non è comprensibile! Non è giustificabile! Soprattutto è inaccettabile che questo infarto del funzionamento dell’Istituzione si realizzi proprio sulla scelta riguardante la guida della commissione anti ‘ndrangheta che, in una regione come la Calabria sfigurata dalla presenza di questo fenomeno degenerativo, avrebbe dovuto essere una priorità e un’occasione per impegnare le risorse umane migliori e dare così un segnale che è atteso dalla Calabria  e dai calabresi».  (rp)