La segretaria generale della FenealUil Calabria, Maria Elena Senese, ha ribadito l’importanza e la necessità di fare fronte comune «per chiedere al Governo nazionale di rendere prioritario il tema dell’ammodernamento della Statale 106».
«I dati terribili ed inaccettabili degli incidenti mortali impongono una riflessione non più prorogabile, chiedono a gran voce a chi gestisce la cosa pubblica di programmare interventi non più procrastinabili, ma solo rispettando l’esigenza di determinarsi su interventi mirati perché è impensabile che nessuna grande opera infrastrutturale calabrese venga finanziata con il Pnrr» ha spiegato Senese, esprimendo dei dubbi in merito alle risorse pubbliche per la cosiddetta strada della morte.
«A quanto ammontano le risorse pubbliche disponibili per ammodernare la Statale? E se questi fondi dovessero essere disponibili, questo tipo di finanziamento si definirebbe entro il 2036?» ha chiesto Senese, ricordando che il «Governo, poi, ha inteso investire 4.550 milioni di euro sulle strade italiane distribuendoli dal 2023 fino al 2036. Ci chiediamo, però, quali sono – se ci sono – i finanziamenti per la Statale 106».
La Statale 106, infatti, è «un’arteria che si estende per 491 km da Reggio Calabria a Taranto, percorrendo tutta la fascia jonica di Calabria Basilicata e parte di quella pugliese. Di conseguenza è un infrastruttura strategica non solo per la Calabria ma per tutto il Sud Italia, ma ad oggi è una delle strade più pericolose d’Italia – il dato si evince da una statistica sempre più tragica sugli incidenti mortali – rimane una delle eterne incompiute calabresi».
«Una strada – ha spiegato – che si presenta come l’unica arteria fondamentale per i collegamenti interni fra l’area della sibaritide, il crotonese, il catanzarese, la locride e il versante sud-orientale dell’Aspromonte, come la sola via di comunicazione verso la Basilicata e la Puglia per poter raggiungere l’autostrada adriatica, non può e non deve essere dimenticata da chi governa, da chi ha la possibilità, attraverso la mole di denaro in arrivo per il Mezzogiorno, di cambiare la narrazione di questo lembo di terra, di dare un volto nuovo, moderno e sicuro ad una via di comunicazione determinante per il futuro della Calabria jonica e non solo».
«La Statale 106, infatti – ha proseguito – è stata realizzata alla fine degli anni ’20 ed è rimasta, quasi totalmente invariata per tracciato e struttura, ovviamente solo nella parte calabrese. Stranamente i soldi per ammodernarla e metterla in sicurezza non si trovano mai!Ma altrettanto stranamente lo Stato, proprio nel riscontrare l’importanza strategica di tale infrastruttura, ha deciso di commissariarla con l’obiettivo di velocizzarne i lavori e di conseguenza il suo completamento».
«Tant’è – ha detto – che con il Dpcm di aprile, la Strada statale 106 Jonica è stata affidata alle cure del commissario Massimo Simonini. Essendo l’opera commissariata, dovrebbe andare avanti con una certa celerità velocizzando l’iter approvativo e cantierizzando. Altrimenti non si capisce a cosa sia servita la nomina dell’ingegnere Simonini a commissario straordinario, visto che trattasi di figura di alta professionalità tecnico amministrativa – così come i suoi omologhi in giro per l’Italia – nominata per gestire un’opera pubblica da tempo bloccata a causa di ritardi legati alle fasi progettuali ed esecutive e alla complessità delle procedure amministrative».
«Il piano commissariale, del valore complessivo d’investimento stimato in oltre 3 miliardi di euro – ha detto ancora – riguarda 12 interventi, che prevedono adeguamenti, messa in sicurezza, completamento di tratte stradali e costruzione di nuovi tratti in variante in corrispondenza di centri abitati. Si parla, quindi, sempre e comunque, di lotti, di tratte, di stralci e ciò che manca veramente è un idea unitaria di un infrastruttura a 4 corsie. Il nuovo percorso autorizzativo tracciato dal Decreto semplificazioni, unitamente all’individuazione del commissario ha posto le basi per una fattiva agevolazione grazie all’introduzione di deroghe al Codice dei contratti pubblici».
«L‘approvazione dei progetti da parte del commissario straordinario – si legge nella norma, il cui passaggio vogliamo evidenziare per far capire quali siano i poteri messi in capo al commissario – d’intesa con i Presidenti delle regioni sostituisce, ad ogni effetto di legge, ogni autorizzazione, parere, visto e nulla osta occorrenti per l’avvio o la prosecuzione dei lavori, fatta eccezione per quelli relativi alla tutela di beni culturali e paesaggistici, per i quali il termine di conclusione del procedimento è fissato in misura comunque non superiore a sessanta giorni, decorso il quale, ove l’autorità competente non si sia pronunciata, l’autorizzazione, il parere favorevole, il visto o il nulla osta si intendono rilasciati, nonché per quelli di tutela ambientale per i quali i termini dei relativi procedimenti sono dimezzati».
«I presupposti ci sono tutti ma, purtroppo, la verità sta nel fatto che nella legge di bilancio nulla è stato previsto per la Statale 106» ha concluso. (rcz)