;
Leggere&Scrivere a Vibo Valentia

Festival “Leggere&Scrivere”: a Vibo Valentia ha trionfato la Cultura

Si conclude con un bilancio largamente positivo il nono Festival Leggere&Scrivere di Vibo Valentia: ha trionfato la Cultura (quella con la C maiuscola). A dimostrazione che qunado c’è competenza, passione e voglia di farsi promotori di cultura, il risultato non può essere che il successo di una manifestazione che, per la nova edizione, ha cambiato – con grande intuito – la location.

Una quantità di eventi elevatissima, che nulla ha tolto alla qualità degli ospiti e dei confronti. L’arte esplorata in ogni sua forma.  Quest’edizione del Festival Leggere&Scrivere ha coinvolto ancora una volta tutta la città e il resto della regione, tenendo alta per cinque giorni la bandiera della cultura partendo da Vibo Valentia. Dal cinema allo sport, dalla musica alla letteratura passando per l’attualità, è stato un viaggio attraverso tutti questi mondi che i numerosi partecipanti hanno compiuto con occhi incantati e pieni di meraviglia.

L’appuntamento cardine del pomeriggio nell’ultima giornata del Festival ha visto ospite (in collegamento telefonico per un problema personale) l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara, che ha parlato del libro scritto con Alessandro Sallusti, Il Sistema, quel sistema – definito da molti «marcio» – di spartizione delle nomine all’interno della magistratura in base all’appartenenza alle varie correnti. Incalzato dal giornalista Antonello Piroso, l’ex magistrato ha sostenuto di avere sentito l’esigenza di fare «un’operazione verità, dal di dentro, per squarciare il velo di ipocrisia che regna nella corporazione». Palamara ritiene di avere compiuto un tentativo di «de-ideologizzare quel sistema, per cercare di portare la magistratura all’indipendenza. Per spezzare questo meccanismo – ha aggiunto – l’unica soluzione è procedere al sorteggio per il conferimento degli incarichi. Oggi anche il referendum dimostra che il tema giustizia è stato sdoganato e l’attenzione dell’opinione pubblica è elevata». Ma davanti alla domanda cruciale di Piroso («se non l’avessero “beccata”, avrebbe continuato a fare quel che faceva?»), Palamara ha risposto riportando ancora la sua esperienza dall’interno e ribadendo la necessità di procedere con la riforma. L’incontro è stato infine impreziosito dalle considerazioni di Giuseppe Cricenti, magistrato consigliere della Corte di Cassazione.

Nelle altre sale, spazio al racconto di due figure esemplari del mondo dello sport con la presentazione dei libri Il pugilatore – Viaggio intorno a Sonny Liston di Amleto De Silva e Valentino Rossi, il tiranno gentile di Marco Ciriello. Due sportivi, Liston e Rossi, con destini diversi, personalità e stile di vita completamente differenti ma accomunati dal desiderio di raggiungere i massimi traguardi nelle rispettive discipline sportive: la boxe e il motociclismo. Liston è un “nero” che vive nell’America razzista e classista degli anni Cinquanta e Sessanta e dopo un’infanzia difficile diventa un delinquente di paese e finisce in carcere. Proprio lì impara la boxe. Fu campione mondiale dei pesi massimi dal 1962 al 1964 per poi essere spodestato dal più famoso Muhammad Ali. Scelta impopolare per De Silva quella di raccontare un personaggio che non è mai stato amato e accettato dalla vita e dai poteri forti, una sorta di “ultimo degli ultimi” che tiene in piedi un modo di guardare al mondo dello sport che non è quello odierno concentrato invece sulle luccicanti figure di calciatori alla moda e dal fisico perfetto. Anche Marco Ciriello ha sentito la responsabilità di consegnare al lettore una narrazione di Valentino Rossi, l’eroe dei nostri giorni, che ha dominato la scena del motomondiale negli ultimi 25 anni, non banale, e lo ha definito con l’ossimoro «tiranno gentile» per far comprendere quanto sia stato lungimirante e determinato al punto da condizionare le scelte di tutto il suo ambiente. Ecco perché ora che ha deciso di smettere di correre, come ha comunicato pochi giorni fa, si può dire che si chiude un’era e che «nessuno – ha aggiunto Ciriello – potrà essere come lui e neppure potrà ambire ad essere un suo erede».

Nel pomeriggio sono andati in scena svariati incontri: Anna Pititto ha presentato “Pigghiati carta e pinna e scriviti: canti e tradizioni popolari  del vibonese, nell’opera di Maria Meli” con Giacinto Namia; Andras Nemeth ha presentato Un codice illustrato e due storie parallele tra Italia e Ungheria con Maria D’Andrea; Marialuisa Veneziano ha presentato In punta di piedi. Come la musica mi ha salvato la vita con Gaja Lombardi Cenciarelli; Vittorio Correale ha presentato 97 storie. Vere, possibili o altamente improbabili”con Caterina Calabrese; Valerio Corzani Geometria dell’incanto con Luigi Tommaso Achille; Giuseppe Catozzella con Italiana; Massimo Maugeri con Il sangue della montagna; Benedetta Gargano con L’invenzione della felicità e Laila Perciballi con Anziani. Diritti e tutele senza età. Chiusura in musica con Il cielo in una stanza, Ambulance song e altre canzoni che salvano la vita, e con la bellissima esibizione dell’Orchestra Bandao lungo il corso principale della città. (rvv)