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Accordo storico tra UniCal e l’Università Magna Graecia per la doppia laurea in Medicina ed Ingegneria

di FRANCO BARTUCCI – Un accordo storico, tra l’Università della Calabria e l’Università “Magna Grecia” di Catanzaro, è stato raggiunto per l’avvio delle procedure indirizzate ad istituire una nuova laurea in Medicina e Ingegneria con doppio titolo di studio: la laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia e quella triennale in Ingegneria informatica, curriculum Bioinformatico.

I Rettori Nicola Leone e Giovanbattista De Sarro hanno già invitato gli Ordini professionali degli ingegneri e dei medici e tutte le parti sociali interessate ad un incontro, in programma il 10 dicembre, nel corso del quale sarà presentata l’innovativa proposta congiunta.

Si tratta – è riportato nel comunicato stampa dell’Università – di un progetto ambizioso, che ha al momento solo due precedenti in Italia: la Medtec School dell’Humanitas e del Politecnico di Milano e la Medicina Ht dell’Università Sapienza di Roma. 

La nuova figura di medico, con competenze di ingegneria bioinformatica che sarà formata dal corso proposto congiuntamente dall’Università della Calabria e dall’Università Magna Graecia di Catanzaro, unirà, quindi, alla preparazione in campo medico-chirurgico anche competenze nel campo della robotica, della logistica, dell’ingegneria bioinformatica, dell’Intelligenza Artificiale: tutti settori che hanno, ormai, un impatto molto forte sulla pratica medica, dalla prevenzione alla diagnosi e alla cura.

Il nuovo corso di laurea potrà contare sulle competenze e sull’esperienza della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo di Catanzaro e dei Dipartimenti di ‘Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione’ e di ‘Ingegneria Informatica, Modellistica, Elettronica e Sistemistica’ dell’Unical, strutture d’eccellenza riconosciute dal Ministero dell’università.

Al termine del percorso formativo della durata di 6 anni, lo studente sarà proclamato, congiuntamente dalle due Università, dottore in “Medicina e Ingegneria” e, previo superamento di pochi esami aggiuntivi, conseguirà anche la laurea triennale in Ingegneria Informatica, curriculum Bioinformatico.

Le competenze Biomediche di base e di Bio-Ingegneria verranno acquisite nelle prime annualità, che si svolgeranno presso l’Università della Calabria, mentre presso l’Università Magna Graecia si svolgerà la seconda parte del corso, che comprenderà le discipline cliniche dell’area medica e chirurgica e il tirocinio abilitante. 

Per il profilo professionale – viene ancora specificato nel comunicato stampa dell’Università – il corso di laurea in ‘Medicina e Ingegneria’ formerà medici capaci di padroneggiare le nuove tecnologie e definire, quindi, terapie sempre più personalizzate, e ingegneri bioinformatici che potranno dedicarsi allo sviluppo di soluzioni innovative in campo sanitario.

Al termine dei sei anni, il laureato potrà, quindi, avviarsi alla professione di medico, specializzarsi, proseguire gli studi con un dottorato o scegliere di dedicarsi alla ricerca d’ambito biomedico e bioinformatico o di lavorare nel settore industriale.

Fin qui l’accordo raggiunto tra le due Università, mentre altre cose ancora saranno dette giovedì 10 dicembre in occasione dell’incontro che ci sarà con le parti sociali. La proposta sarà discussa e votata, sempre nel corso del mese di dicembre, dagli Organi Accademici dell’Unical e dell’Università Magna Graecia. Poi la valutazione passerà al Coruc (Comitato regionale di coordinamento delle università calabresi) e al ministero dell’Università e della Ricerca, che acquisirà i pareri del Cun e dell’Anvur. 

Una procedura che richiederà del tempo e che certamente tutto sarà pronto, salvo imprevisti, a partire dall’anno accademico 2021/2022. Per entrambe le Università sarà scritta una nuova pagina di storia nel costruire il loro futuro condizionato e caratterizzato dall’andamento medico-sociale, economico-politico e culturale dell’epidemia Covid-19.

Certamente, arricchirà il percorso integrativo del sistema universitario calabrese auspicato nel 1974 dal Rettore Beniamino Andreatta e dal Senato Accademico che presiedeva. È un progetto che cade nel quarantesimo anniversario della prima proposta avanzata nel mese di marzo 1980 dal Senato Accademico dell’Università della Calabria, presieduto dal Rettore Pietro Bucci, di istituire, in accordo con la libera Università di Catanzaro, anche all’Università di Arcavacata il corso di laurea in Medicina e Chirurgia con i primi due anni di studio da svolgersi nella prima Università Statale Calabrese e i tre anni finali nell’Ateneo del capoluogo regionale.

È un progetto, infine, che rende onore ai due Rettori, Leone e De Sarro, e lo sarà anche per gli organismi accademici che nei prossimi giorni saranno chiamati ad approvarlo, per aver costruito e dato visibilità ad un sogno ed a una esigenza che ha radici lontane protese nel dare alla Calabria un percorso di sviluppo innovativo e di crescita sociale, economica e culturale. Il tutto in un tempo in cui i due Rettori hanno chiuso il primo anno di mandato rettorale e si accingono a viverne il loro secondo anno, non trascurando di comprendere che hanno un ruolo importante nel ridare in campo sanitario alla Calabria una immagine funzionale e di alta professionalità.

Giustamente, a sottolineare la validità dell’accordo è stato precisato che «la Calabria è tra le Regioni italiane quella con la maggiore carenza di personale medico: allo stato attuale si stima che manchino 1.410 professionisti, soprattutto nelle aree di medicina d’urgenza, anestesia e rianimazione, ginecologia, chirurgia generale, pediatria e psichiatria. A queste carenze, si sommano quelle dei medici di base, dei pediatri e delle guardie mediche. È in crescita, invece, la domanda di formazione in Medicina e Chirurgia: in Italia il numero di domande degli aspiranti medici supera di gran lunga il numero dei posti disponibili, con un posto ogni 5 candidati; in Calabria la richiesta è persino maggiore, con un posto ogni 10 candidati. Non basta, però, formare nuovi medici: la rapida evoluzione che riguarda la sanità, sempre più influenzata dalle nuove tecnologie, richiede medici nuovi, che padroneggino metodi e strumenti di data science e intelligenza artificiale. Un recente studio Ocse rileva che gli operatori sanitari segnalano un’asimmetria tra le competenze possedute e quelle loro richieste per svolgere efficacemente il proprio ruolo in un contesto in continuo mutamento».

Non resta, quindi, che coinvolgere in questo lavoro anche il nuovo commissario alla Sanità, Guido Longo, che nell’arco di tre anni dovrà dare al settore sanitario calabrese un nuovo volto di efficienza e funzionalità puntando alla creazione di una classe medica  e sanitaria di prestigio e competenza, con alla base la credenza in valori molto alti, in cui le Università ed il mondo della scuola debbono concorrere tutti insieme. (rrm)