di BRUNELLA GIACOBBE – Figlio di un uomo calabrese di Botricello, in provincia di Catanzaro, Giovanni Luca Valea nasce a Firenze nell’88 e nella culla della lingua italiana ha sempre coltivato l’amore per le parole: nelle sue poesie, all’università con una laurea in lettere, nel lavoro come docente della stessa materia e ora anche in musica.
Cantautore, poeta e scrittore, lo abbiamo conosciuto con l’album Canzoni uscito nel 2023, prodotto e distribuito da La Stanza Nascosta Records, preceduto dal singolo La costellazione del cane, il cui videoclip della Pixel Studio è stato anche trasmesso in anteprima da Tgcom24.
Valea è stato definito dalla stampa un outsider della nuova canzone d’autore italiana, tratto spesso caratteristico dei calabresi autoctoni o di origine, persone che affondano le loro radici in una terra che ha sempre coltivato la cultura come valore primario ed il legame con la terra, con l’umanità come motore che accende le intuizioni artistiche.
Sul noto Blog della Musica, dichiarò poco dopo l’uscita dell’album: «Canzoni è un album scritto essenzialmente a quattro mani e deve molto alla fortuna. Ho scritto le parole di tutti i brani in circa due anni e, quando balbettavo musicalmente, ho avuto il privilegio di conoscere Nuccio Corallo. Abbiamo lavorato duramente, senza tregua, tra chitarra e pianoforte. Il suo talento come compositore si è dimostrato fondamentale per dare una veste a certe canzoni. Qualche volta abbiamo collaborato persino su questo fronte e non posso che definirlo un onore. Si è instaurato un rapporto di sincera stima e di reciproco apprezzamento, tanto artistico quanto umano. Ne sono davvero felice. I nostri modi di interpretare e intendere questo lavoro si incroceranno di nuovo, molto presto.
Le canzoni, a ogni modo, dovrebbero parlare da sole o, almeno, così spero.
Vorrei sottolineare, nel caso non fosse abbastanza chiaro, che c’è senz’altro molta politica nell’album. Non è soltanto un disco fatto di canzoni d’amore, che avrebbe, in ogni caso, la sua assoluta dignità. C’è della rabbia per la situazione attuale, c’è la vendetta personale. E poi, da qualche parte, come sempre, l’amore. Sembra proprio che non se ne possa fare a meno… ed è, in definitiva, giusto così. Qualcuno lo ha definito “il motore del mondo”. Non posso che concordare e sottolineare, ancora una volta, che per fare certe scelte, a qualsiasi altezza, serve proprio l’amore. Nella vendetta, nella rabbia e persino nell’odio c’è una luce d’amore.
È da quella parte che veniamo e, probabilmente, i più fortunati si allontaneranno in quel bagliore. Gli arrangiamenti di Salvatore Papotto hanno dato una veste insospettabile e meravigliosa a queste dieci canzoni. Volevo un disco che avesse delle sonorità particolarmente contemporanee senza, tuttavia, tradire la mia natura. Desidero dedicare questo lavoro alla disperazione che attraversa il mare su barche di fortuna. Nel mio piccolo – conclude Giovanni Luca Valea – vorrei che queste donne e questi uomini sapessero che La Costellazione del Cane esiste anche per loro e, da qualche parte, magari più remota, una buona stella»
Sempre nel 2023, a novembre, ha pubblicato il romanzo Una vecchia valigia (NeP Edizioni) e ha all’attivo anche la pubblicazione di tre raccolte di poesie con case editrici indipendenti del territorio toscano: Canzoni di rabbia, poesie d’amore (2016), Una Storia che credevo di aver dimenticato (2019) e Una rosa al Padrone (2021).
A livello musicale ha pubblicato gli ep Iniziali (2021) e La disciplina del sogno (2023), sempre prodotti e distribuiti da La Stanza Nascosta Records.
Mentre a novembre 2024 è uscito con Dicembre, metà anticipando l’uscita del nuovo lavoro in studio del cantautore, atteso per gennaio. Il brano è accompagnato dal videoclip ufficiale firmato dal regista Marco Gambineri. A fare da filo conduttore è il pianoforte, avvolto da un pad di synth e sostenuto da una sezione ritmica incalzante. L’apertura melodica è affidata a suggestive architetture d’archi, che introducono sin da subito un’atmosfera sospesa e intensa.
Con Dicembre, metà Valea ha tratteggiato un bozzetto poetico intimo e raccolto, che ci ha fatto pensare che la Calabria sia proprio come un seme, che sa crescere bene dove trova terreno fertile, e quando incontriamo sprazzi di calabresità come questo, ci fa piacere condividerli con i nostri lettori.
Valea viene a trovare la terra di suo padre almeno tre volte l’anno, ci auguriamo che sia noi che voi possiamo incontrarlo in qualcuno di questi viaggi, ancor meglio se ad un suo concerto. (bg)







