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Va' Sentiero

I 7 camminatori di Va’ Sentiero arrivano in Calabria

È da Morano Calabro che parte, il 28 agosto, la tappa calabrese dei 7 camminatori di Va’ Sentiero, un progetto nato da tre ragazzi – Yuri Basilicò, Sara Furlanetto e Giacomo Riccobono – accomunati dell’amore per le montagne e dalla voglia di fare qualcosa di concreto.

Il tratto calabrese del cammino conta 583 km in 29 tappe, con partenza da Morano Calabro e arrivo il 24 settembre a Reggio Calabria, ultima tappa di un viaggio lungo 3 anni e 7.000 km, con l’obiettivo di scoprire e condividere le bellezze e le fragilità delle Terre Alte dello Stivale, all’insegna del turismo sostenibile.

A settembre il giovane team concluderà di percorrere i 7000 km totali di quello che è stato definito dalla CNN “il più grande dei grandi cammini”, traducendo informazioni e bellezze in una guida digitale in costante aggiornamento accessibile a tutti gratuitamente su www.vasentiero.org. Dal 2019 ad oggi Va’ Sentiero ha autoprodotto un libro fotografico e un docufilm sulla prima parte della spedizione, diventando anche protagonista di una serie TV dedicata sul canale laF. Al centro di questi enormi lavoro di ricerca e promozione territoriale troviamo non solo il patrimonio ambientale e paesaggistico, ma anche gli aspetti culturali e sociali, tra luci e ombre.

In questi 583 km, i ragazzi di Va’ Sentiero attraverseranno il Parco del Pollino, il Parco della Sila e il Parco dell’Aspromonte e borghi tra cui Morano Calabro, Tiriolo e Lorica. Dopo l’arrivo a Reggio Calabria del 24 settembre, la fine del cammino sarà celebrata con un evento oltre lo stretto, a Messina, di cui Va’ Sentiero svelerà presto i dettagli.

«Siamo pronti a conoscere e a far conoscere le bellezze della Calabria – hanno dichiarato Basilicò, Furlanetto e Riccobono – una regione in sospeso tra natura e cultura, mare e montagna. Siamo curiosi di esplorare e documentare in prima persona il suo entroterra con i suoi monti tutti da scoprire, valorizzando le numerose giovani realtà di resilienza che contrastano il pesantissimo fenomeno di spopolamento. Calabria, we’re coming!”».

Va’ Sentiero si rivolge non solo al pubblico italiano ma anche a quello che vive oltre confine: per questo motivo tutta l’opera di documentazione è disponibile anche in lingua inglese. L’obiettivo è quello di dare voce e valorizzare le Terre Alte italiane, partendo dalla prospettiva inedita offerta dalla percorrenza del Sentiero Italia. Realizzato negli anni ‘90 grazie all’Associazione Sentiero Italia e al Club Alpino Italiano, il Sentiero nel corso degli anni è stato via via abbandonato. Ma nel 2019 il Club Alpino Italiano ha avviato un vasto progetto di restauro grazie all’opera dei suoi volontari.

Sulla scia di Va’ Sentiero, dal 2019 ad oggi si sono avviate nuove iniziative indipendenti sul Sentiero Italia, come il progetto Woodvivors ed Elia Origoni, impegnati nel ripercorre il Sentiero condividendo la loro esperienza anche sui social. Anche nel mondo accademico stiamo assistendo a un sempre più alto interesse sul tema: numerose tesi universitarie hanno scelto Va’ Sentiero come case-study di promozione territoriale e di turismo sostenibile, includendo il progetto all’interno di una ricerca più ampia.

«Quando, nel 2016, ho conosciuto il Sentiero Italia – l’americana CNN, in un articolo del 12 gennaio 2015, lo ha definito il più grande tra i grandi cammini – ho provato insieme meraviglia e sconcerto – ha spiegato Yuri Basilicò – meraviglia per l’impareggiabile varietà di paesaggi e culture che esso offre; sconcerto perché solo pochissimi ne conoscevano l’esistenza e per le scarne informazioni che si potevano ottenerne. Ho condiviso i miei sentimenti con Sara e Giacomo, amici e compagni d’avventura. Spinti dall’entusiasmo, abbiamo ideato un progetto per promuovere il Sentiero Italia e tutte le Terre Alt(r)e che il sentiero abbraccia – un patrimonio inestimabile».

«Lo sforzo organizzativo è stato così notevole che ci siamo presto resi conto che avremmo dovuto licenziarci, dedicandoci al 100% al progetto, da volontari: un azzardo – hanno continuato i ragazzi –. Non è stata certo una scelta facile: ma data la crescita del progetto e l’aspettativa che sentivamo attorno a noi, ci è sembrata la più giusta». (rcz)