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Terme Luigiane: la protesta dei lavoratori

I lavoratori delle Terme Luigiane portano la loro azione di protesta al Consiglio regionale

di FRANCO BARTUCCI – Dopo l’appello fatto a tutta la classe politica calabrese, senza ricevere alcuna testimonianza di sostegno, se non quella del Consigliere regionale Pietro Molinaro e del candidato alle prossime elezioni regionali, Carlo Tansi, i lavoratori delle Terme Luigiane si apprestano a scendere a Reggio Calabria per una manifestazione che verrà organizzata presso la sede del palazzo regionale nella giornata del 19 aprile, per protestare sul disinteresse che anche il Presidente del Consiglio regionale, Giovanni Arruzzolo, continua a tenere nei confronti della vicenda delle Terme Luigiane.

Non è stato infatti inserito nell’ordine del giorno fissato per la seduta del Consiglio regionale di lunedì 19 aprile l’ esame sul caso delle Terme Luigiane, come chiesto dal consigliere Pietro Molinaro, alla presenza del Presidente f.f. Nino Spirlì e dell’assessore Fausto Orsomarso.

Una posizione non accettata dai 250 lavoratori delle Terme Luigiane che registrano con sofferenza l’indifferenza della Regione Calabria.

«Abbiamo preso visione dell’Ordine del Giorno del prossimo Consiglio Regionale previsto per il 19 aprile e, con grande delusione – dicono in un loro documento – abbiamo constatato che la questione non è stata inserita tra gli argomenti di discussione come richiesto dall’on. Molinaro, che aveva inviato al Presidente del Consiglio Regionale Giovanni Arruzzolo la richiesta di discutere, in occasione della prossima convocazione del Consiglio, del problema relativo ai 250 lavoratori termali rimasti senza occupazione».

L’on. Molinaro aveva chiesto altresì la presenza, non solo del Presidente ff della Regione Calabria Spirlì, il quale fino ad ora non è mai intervenuto nella questione termale nonostante le numerose richieste avanzate da più parti, ma anche dell’assessore Orsomarso, che in occasione dei due tavoli ai quali ha presenziato con i sindaci di Guardia Piemontese e Acquappesa, i rappresentanti dell’azienda e il sindacato, non è riuscito ad intervenire in maniera decisiva affinché si raggiungesse un accordo finalizzato alla tutela e alla stabilizzazione dei 250 posti di lavoro fino ad ora garantiti dalla società Sateca.

«È dal 2016 che i Comuni di Guardia Piemontese ed Acquappesa – dicono ancora i lavoratori nel documento – hanno regolarmente disatteso tutte le scadenze sia per l’ottenimento della concessione e sia per la presentazione del tanto atteso bando di gara. Ad oggi, continuano a non essere in grado di redigerlo (l’ultima scadenza era fissata per il 30/6/2020) tenendo la Sateca, e quindi i lavoratori, di anno in anno appesi a un filo. Le colpe e i ritardi della Pubblica Amministrazione non possono gravare all’infinito su un territorio già economicamente molto provato mettendo in ginocchio una fra le poche realtà produttive del tirreno cosentino».

La legge regionale impone alla Regione Calabria di vigilare sul corretto sfruttamento delle risorse minerarie di sua proprietà, questo non sta avvenendo con il risultato che viene pregiudicato il lavoro di 250 persone, di tutto l’indotto ma anche l’erogazione di ben 500.000 prestazioni sanitarie annue.

Alla luce del perpetrarsi di questa totale indifferenza, e di fronte alle assurde azioni poste in atto dai sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese una delegazione dei lavoratori delle Terme Luigiane, nel rispetto delle normative anti-covid, manifesteranno presso la sede del Consiglio Regionale a Reggio Calabria lunedì prossimo. (rcs)