di Pino Nano – Appena fresco di stampa. Il nuovo libro di Paola La Salvia, il titolo è “I Malacarni – Come la mafia è diventata globale”, 359 pagine (Gambini Editore), sarà presentato a Roma in Senato domani, mercoledì 10 dicembre alle ore 19.00, nella Sala Caduti di Nassirya.
Il volume ricostruisce la trasformazione delle mafie in attori globali, capaci di muoversi tra economia legale e mercati criminali transnazionali, sfruttando finanza, logistica e tecnologie digitali. Attraverso casi concreti e chiavi di lettura giuridiche e investigative, il libro mostra come le organizzazioni mafiose abbiano superato i confini nazionali, intrecciando alleanze con cartelli stranieri, reti corruttive e circuiti di riciclaggio sempre più sofisticati.
Dalle origini della mafia alla mafia nel cyberspace, e qui si parla di Ndrangheta ma anche di Camorra, di Sacra Corona Unita e di Cosa Nostra, quasi 400 pagine dove il lettore trova di tutto e di più. Un vero e proprio atlante, aggiornato e modernissimo sul mondo organizzato del crimine, con l’aggiunta utilissima di un indice bibliografico di grande interesse, e persino un indice delle sentenze giudiziarie citate nel volume, un lavoro accademico di altissimo respiro professionale prima ancora che saggistico.
«È un testo da leggere per capire il passato e vedere il futuro – scrive Ettore Politi, giornalista professionista e Analista dei fenomeni criminali e dei sistemi mafiosi –. Ci sono libri che nascono per descrivere un fenomeno e testi che, invece, lo attraversano. Il volume di Paola La Salvia appartiene con chiarezza alla seconda categoria. Non è un esercizio teorico, non è un mosaico di cronache assemblate alla buona, né la solita ricostruzione di comodo che rincorre il mito letterario della mafia come se fosse una saga da intrattenimento. È, al contrario, un percorso dentro la materia viva del crimine organizzato, osservato da una prospettiva rara: quella di chi lo ha studiato, contrastato e monitorato ai massimi livelli dello Stato».
«La mafia -anticipa l’autrice- non è lontana da ciascuno di noi e non è un fenomeno confinato a specifiche aree geografiche o a contesti sociali svantaggiati. La mafia oggi è globale e attecchisce ovunque trovi terreno fertile per il suo sviluppo. Come un serpente silente e strisciante si è insinuata in ogni angolo del pianeta, avvolgendo il mondo nel suo abbraccio letale».
All’incontro promosso in Senato dal senatore Antonio Salvatore Trevisi, membro della 6ª Commissione Permanente Finanze e Tesoro, interverranno insieme a lui: Mauro D’Attis, Vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia; Stefano Candiani, membro della Commissione Affari Costituzionali; Ettore Rosato, segretario del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (COPASIR); Antonio Parbonetti, Prorettore Vicario dell’Università degli Studi di Padova, autore della prefazione; Paolo Storoni, Colonnello dell’Arma dei Carabinieri, Già Ufficiale in servizio presso il Raggruppamento Operativo Speciale (ROS). Capo della Divisione Relazioni Internazionali Investigative della Direzione Investigativa Antimafia: e naturalmente la stessa autrice Paola La Salvia, Tenente Colonnello della Guardia di Finanza.
Paola La Salvia, in realtà, ha dedicato tutta la sua vita professionale alla lotta contro le mafie. Per oltre dieci anni ha lavorato nella Direzione Investigativa Antimafia. Dalle relazioni internazionali alle analisi preventive, dalle investigazioni economico-finanziarie alla cooperazione con i grandi organismi investigativi esteri, ha vissuto in prima linea quella che oggi è la vera dimensione del fenomeno mafioso: la sua globalità. Perché la mafia non è più – ammesso lo sia mai stata – un fenomeno circoscritto, statico, folkloristico.
«Questo testo, sottolinea Ettore Politi – si colloca agli antipodi di questa tendenza. La sua scrittura è nitida, rigorosa, priva di enfasi, rispettosa delle vittime e dell’intelligenza del lettore. Racconta per far capire, non per stupire. Spiega per far crescere consapevolezza, non per alimentare mitologie tossiche. È la voce di chi ha visto dall’interno come le mafie si siano trasformate in potenze economiche globali, capaci di dialogare con mercati, Stati, organizzazioni criminali transnazionali. Questo libro offre al cittadino comune ciò che spesso manca: una bussola».
L’emigrazione e la globalizzazione – questo dunque il leitmotiv di questo nuovo saggio sulla mafia – hanno trasformato le organizzazioni mafiose da fenomeno locale ad attore globale. Oggi la mafia non colpisce più frontalmente lo Stato: lo aggira, si insinua, si mimetizza. È un’impresa che usa la tecnologia, i suoi ingenti capitali e le reti internazionali per tramutarsi in holding criminale, capace di muoversi nei circuiti dell’economia capitalistica globale. La ’Ndrangheta ne è il volto più potente: radicata nel territorio d’origine, domina il narcotraffico internazionale e investe ovunque trovi opportunità di profitto. Le innovazioni digitali hanno moltiplicato la forza della mafia: comunicazioni criptate, piattaforme online e web sono diventati strumenti essenziali per coordinare affari, riciclare denaro e infiltrarsi nei mercati più redditizi.
Non ha nessun dubbio l’autrice: «La mafia non conosce confini; attecchisce ove la società mostri debolezze e indifferenza, influenzando la politica, l’economia e le comunità. Per contrastarla non bastano repressione o indignazione a giorni alterni: serve una società che rifiuti le scorciatoie, che non si presti, che non volti lo sguardo. Ogni gesto a favore della legalità è già un argine, perché finché ci sarà anche una sola persona disposta a lottare per la giustizia nessun sistema criminale potrà sentirsi invincibile».
Assolutamente aderente alla realtà quanto scrive nella sua prefazione il colonnello Paolo Storoni per il quale dietro la retorica dell’onore e della “famiglia”, dei racconti epici dei boss, restano cinismo, sopraffazione e sfruttamento sistematico delle fragilità altrui. “I Malacarni” sono anche coloro che non appartengono a una élite dominante, ma vengono reclutati e sfruttati per il tornaconto dell’organizzazione”. E finché intelligence finanziaria, logistica e sicurezza cibernetica non saranno integrate in una strategia internazionale davvero unitaria – sul piano normativo, tecnologico e investigativo – «il contrasto al narcotraffico scrive l’ex ufficiale del Ros – resterà parziale, frammentario e molto meno efficace di quanto potrebbe essere».
Ricordo a me stesso che in Italia ci fu un periodo in cui sembrava rafforzarsi il concetto che la ‘ndrangheta, e la mafia più in generale fosse arrivata ormai alle sue battute finali, ma dalla lettura di questo nuovo saggio si coglie con mano che mai come in questa stagione della storia mondiale la mafia è più viva e più potente che mai. Per fortuna c’è chi ancora ne parla con i toni giusti e con il coraggio che forse solo alcune donne di stato, come il Tenente Colonnello Paola La Salvia, sanno ancora avere. Chapeau.
Veniamo all’autrice.
Paola La Salvia, è laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Reggio Calabria, è un Ufficiale della Guardia di Finanza, attualmente con il Grado di Tenente Colonnello. Nel corso della sua carriera ha ricoperto incarichi di Comando di Unità Operative in ambito giuridico e tributario e di Docenza in materie giuridiche ed economiche. Per circa 4 anni ha vissuto all’estero in un contesto diplomatico, maturando una profonda conoscenza della realtà mediorientale. Ha prestato servizio per oltre 10 anni nella Direzione Investigativa Antimafia, occupandosi di Relazioni Internazionali Investigative, di Indagini Preventive di Polizia Giudiziaria e di Analisi Criminale, come Responsabile dell’Ufficio Analisi del Centro Operativo DIA di Roma. È autrice di varie pubblicazioni in materie giuridiche, economiche e sociali per riviste e quotidiani nazionali.







