di PINO FALDUTO – A Reggio Calabria il contenzioso tributario ha raggiunto livelli insostenibili: oltre 60 milioni di euro di crediti fiscali fermi nei tribunali e più di 40 milioni non riscossi, legati a IMU, TARI, TOSAP e ad altre imposte locali.
Ogni anno il Comune spende oltre 1,5 milioni di euro tra difese legali, consulenze e incentivi, mentre cittadini e imprese sopportano le conseguenze di un sistema che sembra alimentare le cause invece di risolverle.
Tutto nasce dal Regolamento sul Contenzioso Tributario, approvato nel 2016 dalla Giunta Comunale (Delibera G.C. n. 220/2016)), che riconosce compensi aggiuntivi a dirigenti e funzionari che rappresentano l’Ente davanti alle Commissioni Tributarie.
Un atto formalmente legititmo, ma che solleva domande profonde: può davvero un sistema che premia chi difende le cause contribuire a ridurle?
Nella realtà, le somme contestate vengono richieste ai cittadini, che spesso non hanno la forza economica per difendersi.
Chi perde una causa deve pagareil proprio avvocato e anche le spese di lite del Comune, cioè gli incentivi previsti per i dipendenti che difendono l’Ente. Un doppio danno che colpisce famiglie, pensionati, artigiani e piccole imprese in una città che si colloca all’ultimo posto in quais tutte le classifiche nazionali per reddito, servizi, occupazione e qualità della vita.
Ma dietro i numeri ci sono persone. Molti vivono il contenzioso come una forma di oppressione, fatta di ansia, stress, e problemi psicologici.
Ogni lettera, ogni cartella, ogni udienza diventa un peso emotivoche logora e porta molti a perdere fiducia nelle istituzioni.
È chiedersi perché la Corte dei Conti non abbia mai approfondito l’impatto di questo regolamento, né verificato se gli incentivi e le risorse spese abbiano porttao reali benefini alla collettivitò.
E perché gli stessi ruoli dirigenziali retsino invariati da anni, nonostante risultati tanto negativi.
Reggio Calabria ha bisogno di una riforma vera, che metta fine a un sistema che scaica sui cittadini i costi degli errori amministrativi, che provoca disagio, tensione e paura e che premia la litigiosità ivece della conciliazione. Perché una città giusta non si misura dal numero delle cause che vince, ma da quante riesce a evitare con trasparenza, equilibrio e rispetto per la propria gente. (pf)
(Imprenditore)
COSA DICE LA DELIBERA N. 220 DEL 13 DICEMBRE 2016?
(…) art. 13) I compensi di cui agli artt. 10 e 11, spettanti a titolo di spese di lite liquidate e recuperate ai sensi dell’art. 15 (…) sono suddivise tra il dirigente, il responsabile della Macro-Area Contenzioso giudiziario, il responsabile del Servizio Contenzioso Tributario e il personale di cui all’art. 3, comma 3, del presente regolamento, delegato a rappresentare l’Ente e stare in giudizio nelle udienze dinanzi alle Commissioni Tributarie, secondo i seguenti criteri:
1.1 – Il 25% del compenso spetta al dirigente o al responsabile della Macro-Area Contebzioso tributario, ovvero al Funzionario delegato che ha sottoscrittoi gli atti di causa (controdeduzioni, memorie illustrative, appelli, ecc.;
1.2 – Il 25% del compenso spetta al personale che ha rappresnetato l’Ente in udienza davanti alle Commisisoni tributarie;
1.3– Il 20 % del compenso spetta al personale che ha predisposto e sottoscritto gli atti di recupero e riscossione delle spese liquidate giudizialmente (mediante la procedura dell’ingiunzione fiscale preceduta da sollecito di pagamento;
1.4 – Il restante 30% (oltre alle quote eventualmente non attribuite) è suddivisio in parti uguali tra il personale del Settore Tributi assegnato alla gestione del Contenzioso tributario. (…)







