6 ottobre – In migliaia oggi pomeriggio accorsi da tutt’Italia a Riace per manifestare solidarietà al sindaco Mimmo Lucano, ancora agli arresti domiciliari: una marea umana eterogenea e multicolore, quasi cinquemila, in festa – anche se non c’era niente da festeggiare – perché essere tutti lì insieme è la risposta a chi vuole smontare il modello Riace per l’accoglienza ai migranti. Con due slogan ripetuti allo sfinimento: “Mimmo libero” e “Siamo tutti clandestini”, in marcia fin sotto casa dell’ex sindaco (il prefetto di Reggio lo ha sospeso dall’incarico) costretto ai domiciliari per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e illeciti amministrativi nell’assegnazione del servizio di raccolta dei rifiuti urbani.
Tantissimi extracomunitari insieme con sindaci, esponenti politici, sindacalisti, semplici cittadini. C’era anche l’ex presidente della Camera Laura Boldrini: «Sono cittadina onoraria di Riace dal 2013 ma ho conosciuto e amato questa straordinaria esperienza molto prima – ha detto la Boldrini – nel pieno rispetto della magistratura, ho ritenuto necessario essere qui oggi per manifestare sostegno a Lucano. Sono certa che sarà in grado di chiarire ogni accusa. Ritengo indecoroso che un ministro dell’Interno indagato per sequestro di persona abbia gioito dell’arresto del sindaco. Piuttosto dovrebbe farlo per quello dei capi delle ‘ndrine».
Tra gli altri, la giornalista Luciana Castellina, il segretario di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea Maurizio Acerbo, i sindaci della Locride e quello di Cerveteri, Alessio Pascucci, che nei giorni scorsi si era detto pronto all’autodenucnia per lo stesso reato contestato a Lucano: «Se serve la disobbedienza civile di un sindaco per mettere in pratica la solidarietà e l’accoglienza – ha detto – ci dichiariamo tutti colpevoli e complici».
Acerbo ha dichiarato: «Sono orgoglioso di poter essere oggi a Riace per essere anche fisicamente accanto a Mimmo Lucano e alla sua battaglia per la convivenza fra i popoli e contro il razzismo. Riace rappresenta un esempio positivo che abbiamo esportato in Europa, una storia ventennale in cui si dimostra come l’accoglienza fra pari dia fastidio ai predicatori di odio.
«Se il suo operato è celebrato come un modello di civiltà e anche sviluppo locale e se i Salvini e le Meloni non trovano di meglio che gettare fango sul suo operato, significa che Lucano sta rompendo una narrazione tossica secondo cui gli immigrati sono i nemici e il problema del paese. Intendo continuare la battaglia del nostro partito insieme a lui e agli amministratori locali che invece di far divenire business l’accoglienza o invece di innalzare barricate contro i profughi, costruiscono speranze di un futuro migliore, per tutte e per tutti. Sono loro quelli che cambieranno, dal basso, questo paese».
A nome del sindaco De Magistris è venuto l’assessore del Comune di Napoli Enrico Panini. Non si è visto Oliverio che aveva incontrato ieri Lucano nella sua casa-prigione: «Oggi, come ieri, sono al suo fianco. – ha detto il presidente della Regione Calabria – Sicuro della sua onestà, fiducioso nella giustizia e certo che sarà chiarito ogni aspetto di questa vicenda».
Roberto Saviano ha twittato così: «A Riace tutti per Mimmo Lucano a difendere un modello virtuoso di accoglienza e integrazione. Mimmo non è un feticcio né un ottuso burocrate, ma un uomo del sud che conosce il dolore di tutti i sud del mondo».
Mimmo Lucano ha detto al giornalista dell’Agenzia Italia: «Sono rimasto senza parole un’emozione indescrivibile, un fiume di solidarietà, non avrei mai immaginato che un giorno sotto questa casa arrivasse così tanta gente. Spero di tornare a essere una persona normale, libera, che non deve subire questi condizionamenti anche perché sul piano psicologico lasciano un segno. Voglio tornare a essere una persona libera come tutti. ». (rrc)