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Incendi, Vitambiente: Situazione grave, si applichi la legge sugli ecoreati

Pietro Marino, presidente di Vitambiente, in merito al pericolo incendi, ha denunciato «la mancata applicazione da parte dei Comuni della legge contro gli incendi boschivi e i ritardi, sempre da parte delle amministrazioni comunali, nel censire le aree percorse dal fuoco per far valere i vincoli a non rimboschire, pascolare, cacciare e urbanizzare quelle aree». 

«Bisogna rivedere la riforma Madia – ha spiegato – che ha introdotto la competenza esclusiva dei Vigili del fuoco: è il momento di fare un bilancio di questa riforma molto controversa e dibattuta. Il modello di intervento dei Vvff, che hanno ricevuto poco personale e pochi mezzi aggiuntivi, non si è comunque adeguato alla diversa tipologia di rischio e di luoghi e la sua organizzazione, sempre affidabile in contesto urbanizzato, non è sostanzialmente cambiata per affrontare periodo, territori e contesti del tutto diversi».

«Noi – ha detto ancora  – proponiamo di attivare accordi interistituzionali anche con altri Corpi dello Stato, al fine di prevenire questo dannoso e criminoso devastamento del territorio. Riteniamo opportuno sollecitare tutte le amministrazioni e gli Enti al fine di preservare il nostro ecosistema, origine e futuro della nostra esistenza».

«Diversi roghi, molti a quanto pare di origine dolosa – ha spiegato – sono scoppiati in diverse aree della Calabria, bruciando migliaia di ettari di bosco, mettendo in pericolo la biodiversità e la vita delle persone. Una situazione intollerabile e un’emergenza del tutto ormai prevedibile, vista l’annuale opera da parte di ecomafie e incendiari, aggravata dal caldo torrido e dalla siccità, che poteva e doveva essere affrontata per tempo con efficaci attività di prevenzione». 

«Negli ultimi 7 anni, secondo i dati del Rapporto Ecomafia – ha spiegato ancora – sono state accertate in Italia 13.219 infrazioni tra incendi dolosi, colposi e generici, con 1.280 denunce, 57 arresti e 355 sequestri. Durante lo stesso arco di tempo, sono bruciati 182.806 ettari di superficie, boscata e non, in tutta Italia».

«Bruciare le aree verdi e parte di quel patrimonio paesaggistico e boschivo – ha proseguito Marino –  importantissimo per la nostra biodiversità non porterà nessuna ricchezza, ma solo perdite e desolazione sotto il profilo ambientale, paesaggistico ed economico. Per sconfiggere gli incendi serve una sinergia e un impegno da parte di tutti i diversi soggetti, che hanno un ruolo a livello nazionale e territoriale nell’antincendio boschivo.  In primis le Regioni devono nominare dei tecnici responsabili della prevenzione incendi, e dare luogo ad una forte campagna di prevenzione. Facendo in fretta, poiché ormai sono già andati persi ettari ed ettari di bosco, vegetazione e sono morti molti animali selvatici. Dal punto di vista degli strumenti normativi, può fornire un importante contributo la legge 68/2015 che ha introdotto i c.d. “ecoreati” nel codice penale. Infatti, oltre al delitto di incendio doloso, nei casi più gravi, si può configurare il delitto di disastro ambientale, introdotto con la legge 68/2015 e che prevede fino a 15 anni di reclusione più le aggravanti». (rrm)