TARIFFE ASSURDE, TRAFFICO PENALIZZATO CON ORARI IMPOSSIBILI: COME SI PUÓ TOLLERARE QUESTA SITUAZIONE?;

La Calabria che vola e quella che non decolla. Reggio e Crotone, aeroporti a rischio chiusura

di SANTO STRATI – C’è una Calabria che vola (quella di Lamezia) e quella che non riesce a “decollare”: parliamo ovviamente dei due aeroporti “figli di un dio mInore” di Reggio e Crotone, avviati inesorabilmente verso un declino che porterà soltanto all’inevitabile chiusura, se non si prenderanno immediati e concreti provvedimenti.. Alla faccia della tanto conclamata Città Metropolitana, disastrata nei trasporti aerei, e, nel caso di Crotone, svilendo uno scalo che funziona a corrente alternata. Quest’estate, complice il turismo straniero e i numerosi resort e villaggi presenti nella zona, ha sviluppato un’interessante mole di traffico. Arriva l’inverno e il Sant’Anna, malinconicamente, vede due soli voli al giorno (Bergamo e Bologna) anche se a prezzi appetibili (Il Crotone-Bologna del 15 gennaio partenza 13.35 e arrivo alle 15.10 costa 14,71 euro con RyanAir).

La Calabria che non vola vede a Reggio la situazione più drammatica: lo scalo dello Stretto, per fare un esempio, da sempre avvantaggiato da un volo per Roma al mattino con ritorno serale, comodissimo per molti professionisti con interessi nella Capitale, non ce l’ha più e i pochi voli disponibili sono a prezzi impossibili. Inoltre, gli orari di Reggio penalizzano i viaggiatori, indicando necessariamente soluzioni alternative su Lamezia. Perché un cittadino di Reggio (o di Messina) dovrebbe andare a Lamezia (131 km, 1 ora e 17 minuti di percorso, A2 permettendo) quando potrebbe decollare al mattino dall’Aeroporto delle Stretto e ritornare la sera da Roma?

Non crediamo all’ipotesi di una volontà “politica” di far chiudere l’aeroporto di Reggio, ma certamente c’è una buona dose di cecità commerciale se si profilano orari dei voli che scoraggiano i passeggeri, il cui numero è costantemente in picchiata (-5 %), al contrario delle sorprendenti performance di Lamezia, su cui si concentrano non solo voli di linea ma anche un buon numero di charter, con un traffico in continua ascesa. Guardiamo i numeri da gennaio a settembre di quest’anno: Lamezia oltre 2,3 milioni di passeggeri (+ 8,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno); Crotone 131 mila (+110,3); Reggio Calabria 299 mila  (+13,5%). Non inganni il segno + per Reggio: nel 2018 aveva registrato 358 mila passeggeri e 381mila nel 2017, ben lontani dai 485/490 mila del 2016 e 2015, quando c’era più voli e l’aeroporto era in buona efficienza. Cosa significano queste cifre? Molto semplicemente che se c’è l’offerta, cresce la domanda, se l’offerta non è competitiva e gli orari poco convenienti, il traffico crolla.

In poche parole, se ci sono voli (e orari che permettano andata e ritorno nello stesso giorno) la domanda è destinata a crescere. Se viaggiare da o per Reggio diventa un’avventura, sembra evidente che la domanda vada in caduta libera e i passeggeri cerchino altre soluzioni. Anche perché, non dimentichiamo, che un volo Reggio-Milano costa poco meno di un Milano-New-York, mentre un Milano-Lamezia diventa ragionevolmente accettabile (a partire dai 31 euro di RayanAir ai 73 di Alitalia – nelle tariffe speciali). C’è indubbiamente una inspiegabile discriminante a favore dello scalo di Lamezia: qualcuno dovrebbe spiegare il perché ai tanti cittadini di Reggio che domani mattina, in piazza Italia, si mobiliteranno per chiedere soluzioni per l’aeroporto. Una manifestazione promossa dal Comitato pro Aeroporto dello Stretto: l’organismo guidato da Fabio Putortì mostra qualche contraddizione nelle sue logiche di denuncia. Secondo Putortì, «la manifestazione servirà a denunciare e voltare definitivamente pagina con un sistema politico-amministrativo distorto dove le logiche di partito hanno prevalso sugli interessi della collettività e dello sviluppo del territorio». Ma Purtortì non vuole politici alla manifestazione: «I rappresentanti istituzionali – sostiene – hanno le sedi opportune per compiere il proprio dovere». In poche parole non si vuole che la manifestazione diventi il palcoscenico (di comodo) di amministrazioni e consigli comunali e regionali «che hanno dimostrato e stanno tuttora dimostrando tutta la loro indolenza ed insensibilità politica». Ovvero la piazza aperta ai cittadini e basta. Sembra una cavolata: i politici bisogna chiamarli a dare spiegazioni, a rispondere dell’inazione fin qui manifestata. E i sindacati? Non bisogna ascoltare quello che hanno da dire?

La UIL Trasporti proprio qualche settimana fa ha aperto «un nuovo stato di agitazione dei lavoratori della SACAL in forza presso l’Aeroporto di Reggio Calabria, per la mancanza di un piano lungimirante, da parte della stessa società, che possa rilanciare l’infrastruttura reggina con mediante l’arrivo di nuovi collegamenti, necessari per ridare respiro ai lavoratori in continuo stato di disagio dettato dalla persistenza dei contratti a tempo determinato, nonché di quelli part-time e di tutte le questioni messe più volte in evidenza e di non facile risoluzione a fronte delle ostilità dettate dallo stato di fatto». Il segretario regionale UILT Calabria, Luciano Amodeo, aveva dichiarato a un’emittente radiofonica nazionale che «si è assistito a un tacito e graduale disimpegno da parte di alcune compagnie, precedentemente operanti, oltre che alla riduzione dei collegamenti programmati Alitalia». Amodeo ha parlato con chiarezza: «Nonostante gli investimenti proposti recentemente, non si intravvede il piano di sviluppo e di rilancio necessario, che dovrebbe essere accompagnato da un progetto di trasporto intermodale, per ripristinare la giusta funzionalità di un aeroporto che non riesce a sfruttare l’importanza strategica dettata dalla propria ubicazione».

Gli investimenti (25 milioni per l’Aeroporto, ottenuti grazie ad un emendamento della legge di bilancio dello scorso anno dal deputato azzurro Francesco Cannizzaro) annunciati trionfalmente dal Presidente di Sacal, il reggino Arturo De Felice con lo stesso Cannizzaro, qualche mese addietro, a proposito della modernizzazione dello scalo. In tale occasione, De Felice aveva dichiarato a Calabria.Live che se non ci sono passeggeri un aeroporto non può funzionare. Il riferimento – esplicito – allo scalo reggino è evidente. Niente passeggeri, niente voli. Ma se non ci sono voli come possono esserci passeggeri? Un bel busillis. E siamo sicuri che con i 25 milioni ottenuti con mano felice da Cannizzaro possano risolvere i problemi dello scalo? Ancora non sono stati neanche fissate le gare di appalto, mentre al contrario la ventilata chiusura dell’aeroporto sembra molto vicina a diventare una drammatica realtà. E i lavori di adeguamento del volo strumentale (senza il quale RyanAir si rifiuta – parrebbe – di atterrare a Reggio)? Altro che nuovi vettori pronti a fare scalo a Reggio per servire (comodamente) anche Messina.

Per l’utilizzo dei 25 milioni per l’aeroporto (la cui destinazione appare discutibile), c’è uno studio – gratuito – proposto da un gruppo di progettisti che fa capo all’arch. Pino Falduto che ha ipotizzato una completa rivisitazione dello scalo, proprio utilizzando le risorse che – in realtà – serviranno a “rappezzare” una aerostazione piuttosto squalliduccia e risolvere qualche problema di recinzione intorno allo scalo (la sicurezza, va garantita, per carità!). Il progetto, onestamente, mostra un grande appeal e risulta una gran bella proposta, a vedere i rendering. I disegni CAD non bastano, ovviamente, ma – a quanto pare – c’è anche un conto economico dettagliato dei costi.

Pensate che qualcuno di quelli che decidono ha voluto appena appena sbirciare il costo industriale del progetto? Assolutamente no. Reggio non deve volare e con essa Crotone. Se lo ricordino i calabresi alla ormai vicinissima tornata elettorale: le soluzioni gattopardesche (cambiare tutto perché nulla cambi) non vanno più bene, occorre reagire. Democraticament e con l’arma del voto, non disertando le urne. Mandare a casa chi non ha fatto e isolare chi pensa di crearsi nuovi “pascoli” per fini strettamente privati.

E ha ragione uno storico di valore come Pasquale Amato che sogna di vedere (al contrario del Comitato pro Aeroporto) tanti politici alla manifestazione reggina, magari pronti a battersi il petto e dichiarare pubblicamente un impegno serio per il rilancio dello scalo. I politici diranno di non essere stati invitati, una comoda scusa per svicolare. Non servono inviti, serve la volontà di servire Reggio e difendere i suoi interessi. Serve la passione di far diventare non meno importante lo scalo di Lamezia, ma di far crescere Crotone e Reggio e con essi la Calabria. Non addormentatevi, al risveglio, si capirà che, purtroppo, è anche questo un sogno. (s)

Ecco come l’arch. Pino Falduto e il suo team di progettisti vedono il futuro aeroporto di Reggio. Per ora è solo un rendering, ma qualcuno si degnerà di chiedere il conto economico per la sua realizzazione? Il progetto (ideale) del nuovo aeroporto di Reggio