La vicenda Zuccatelli tiene banco su gran parte dei quotidiani di oggi. Non ci va tenero Francesco Storace su Il Tempo sull’ipotesi Gino Strada voluta fortemente dai Cinquestelle: «La Calabria trattata come cavia dal governo Conte. Saverio Cotticelli appestato in televisione, Giuseppe Zuccatelli idolatrato sui social per le sue sconcezze. Gino Strada come ulteriore ipotesi per squassare definitivamente la sanità calabrese».
Il Corriere della Sera con il titolo “L’emergenza in Calabria affonda nelle gaffe” affida alla corrosiva penna di Fabrizio Roncone il commento alla grottesca situazione della nomina del commissario. «Ecco comparire sulla scena – scrive Roncone – spedito in fretta da Palazzo Chigi, un altro strepitoso personaggione: il suo sostituto, appunto Giuseppe Zuccatelli, uno che il manager sanitario da quarant’anni in giro per l’Italia, con ultima tappa proprio la Calabria, dov’è sceso l’anno scorso con risultati a dir poco discutibili (nella Rsa cosentina Villa Torano, gli agenti delle pompe funebri erano seduti fissi sui divani della hall)». E ancora su Zuccatelli «è stato invano candidato alla Camera per Leu, prendendo i voti di qualche amico delle elementari e nemmeno di tutti i parenti».
Il Riformista spara addirittura il titolone di prima sulla Calabria «Meglio un incompetente con le manette pulite… che un politico» con un servizio interno di Paolo Comi. E Il Foglio all’interno dedica quattro colonne col titolo «Benvenuti in Calabria, dove anche la sciatteria è commissariata»con un articolo di David Allegranti che cita la filosofa del diritto Serena Minnella (“In Calabria le decisioni politiche sui diritti fondamentali sono perennemente prese in modo urgente e raschiando il fondo della disperazione”) e Sarah Procopio, dottoranda di Storia a Parigi e membro del Collettivo Valarioti (“I calabresi sono spaesati. Vorrebebro vede pronta ad intervenire una nuova classe dirigente per uscire dal limbo in cui la regione sembra condannata. È necessario che il govenro sappia aintervenire, ma tenendo in considerazione la voce dei cittadini”).
Ma i nostri governanti e i nostri politici li leggono mai i giornali? (rrm)