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La fotografia riflessa di Nicola Scordamaglia

La fotografia riflessa di Nicola Scordamaglia

di PINO CINQUEGRANALa fotografia naturalistica, quella storico-sociale, quella paesaggistica divengono memoria di testimoniare dove si è stati, quando in quale occasione che a distanza di tempo proiettano alla nostra mente riflessioni in merito a come si era vestiti, sulla tiptologia floreale, sull’aspetto incantevole del luogo.

Questo è stato l’animo con cui Nicola Scordamaglia decide di fotografare le nostre terre, le nostre costumanze, castelli e campagne antropologia di un ricercare la vita umana il suo rapporto con il mondo con tutta una serie di elementi che rimandano  a sensibilità romantiche da viaggiatori del Grand Tour. Superato questo momento, seppure mai del tutto sopito, la fotografia di Nicola Scordamaglia diventa nuova ricerca di scuola del primo Novecento il cui entrano in gioco nelle sue immagini il senso del doppio nel riflesso plastico di un dualismo perfetto le cui differenze sono leggermente cromatiche, leggermente diverse perché differente è l’approccio a vedere riflesso oggetti e volti con le stesse sembianze: chi ha ragione lo shooting di una macchina fotografica o quanto reso riflesso secondo particolarità volute da chi sta dietro l’immagine?

D’altronde la foto è l’attimo del tempo trascorso, è l’effetto esposizione come viene definito dagli studiosi di fotografia ovvero elaborazione dell’immagine secondo i pixel elaborati del nostro cervello che ci fa vedere una profonda quanto elegante luminosità su quanto fotografato. Letture allo specchio che partendo dai lavori di J. Griss, Nicola Scordamaglia aumenta le visioni prospettiche e migliora con la sua macchina fotografica la realisticità della rappresentazione dell’oggetto come nel fico che nel sua dualismo prospettico assume una identità riflessiva verso la stessa parte tra sopra e sotto con autenticità del soggetto posto davanti all’obbiettivo sopra una superfice specchiante che non deforma  e blocca l’idea e diventa filtro non facilmente comprensibile nella tecnica usata facendo rimanere lo spettatore fermo a comprendere la magia artistica del fotografo. (pc)