;
Giornata Mondiale del Teatro

La giornata mondiale del teatro: il Cilea di Reggio risorsa per i giovani e le scuole

di GUIDO LEONE

Il 27 marzo, ormai da ben cinquantotto anni, è diventato in tutto il mondo un appuntamento immancabile per tutti gli amanti del teatro, senza distinzione di generi, livelli o appartenenze. La finalità della “Giornata” è quella di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’espressione teatrale e promuovere lo sviluppo delle arti performative in tutti i Paesi del mondo.

L’occasione ci consegna la possibilità di rivisitare il rapporto tra teatro e scuola nella nostra comunità e contemporaneamente di fare una riflessione sullo stato dell’arte del Teatro comunale “Francesco Cilea” di Reggio Calabria.

In premessa va doverosamente sottolineato come il mondo della scuola ,sia pure con modalità spesso molto diverse, è sempre andato alla ricerca di occasioni per incontrare il teatro. E’ questo un fenomeno di straordinaria ricchezza e rilevanza, del quale occorre evidenziare alcuni aspetti importanti. Sono numerose le scuole di ogni ordine e grado della nostra provincia che hanno sviluppato negli ultimi anni un rapporto costante,seppure spesso non organico, con i linguaggi non verbali e con il teatro in particolare. Le tante modalità – e a volte i tanti equivoci – con cui tale rapporto si è concretizzato hanno testimoniato l’interesse  che intorno al fenomeno si è creato.

Gli spettacoli realizzati da ragazzi, spettacoli di professionisti ai quali gli allievi assistono, laboratori sperimentali di teatro, persino atipici insegnanti che si improvvisano attori e registi sono esperienze presenti spesso stabilmente in molti istituti. Tutto ciò ci fa affermare con sicurezza che il pubblico infantile e giovanile rappresenta un’area di utenza strategica e che le attività espressive e artistiche hanno dato prova di offrire un contributo significativo per l’arricchimento dell’offerta formativa, senza considerare, altresì,  la valenza educativa dell’approccio al linguaggio teatrale.

Sicché dà speranza vedere, come succede ormai da qualche anno, sciamare sul corso lunghe file di scolari di ogni età che si dirigono verso il Teatro Cilea per assistere a variegati spettacoli. O vedere  i nostri giovani  talenti  delle varie orchestre della nostra provincia essere protagonisti di concerti di grande spessore musicale. Tutti questi elementi danno la misura di quanta importanza si riconosca al linguaggio teatrale nel processo di crescita dei bambini e dei giovani e indicano la necessità, ed anche il bisogno, di dare una sempre maggiore organicità alla presenza del teatro all’interno del percorso scolastico. È proprio in questa direzione che bisognerà operare, convinti che su questo terreno esistono ampi spazi per una ricerca comune tra scuola e teatro.

Ora, come la scuola non può e non deve ignorare la presenza e l’attività sul territorio di quei gruppi o compagnie professionali o non, che si occupano di teatro, così è impensabile che un teatro come il “Cilea” continui a restare una struttura sostanzialmente improduttiva rispetto alle sue potenzialità. L’obiettivo deve essere quello di farlo funzionare a pieno regime. Questo significa anche  pubblici diversi facendo ritornare l’opera uno spettacolo popolare. Chi segue per tradizione le vicende del teatro è abituato alle luci della sera e all’abito elegante, ma sarebbe bello segnalare la presenza e la continuità di un altro pubblico meno appariscente ma altrettanto importante anche se entra in sala con il grembiulino.

Il semplice fatto che un ragazzo percorra la scalinata, varchi l’ingresso e si accomodi in platea rappresenta un atto di alta divulgazione. L’opera lirica, per esempio, non è uno spettacolo off limits per i più giovani ma un tesoro della cultura occidentale che vive del suo rapporto con lo spazio scenico e con l’edificio che lo accoglie.  Una cosa è ascoltare esempi musicali da un pianoforte o da un disco, ben altro è venire catapultati in teatro, e in un teatro storico come il nostro, in compagnia di tanti altri spettatori di ogni età.

Insomma, creare il pubblico di domani è una esigenza imprescindibile per una istituzione come il “Cilea” che, attraverso una auspicabile fondazione, costituita da managerialità pubblica e del privato, intraprenda una politica di interventi di divulgazione , sviluppando una pedagogia teatrale e musicale e investendo sulla formazione dei ragazzi e dei giovani, complice una fitta rete di relazioni da realizzare con il mondo della scuola. Insomma, il “Cilea” va certamente inteso come valore ma anche come risorsa, ma lo sia in funzione del servizio che può rendere al cittadino, recuperando sia la vicinanza al pubblico,sia la capacità di cogliere e di rielaborare il presente e la quotidianità. Il teatro deve riuscire a creare un sistema, che grazie al lavoro sul territorio ed al coinvolgimento del maggior numero di persone, ritorni a rendere proprie le esigenze della committenza, ovverosia del pubblico.

Allo stesso modo è sempre più urgente che la funzione di termini di valore o di servizio del teatro non possa essere più misurata in termini di biglietti, ma in termini di diritto e possibilità di usufruirne. Potremmo, infine, parlare delle numerose azioni che potrebbero essere avviate. Tra queste: le inderogabili esigenze formative destinate al personale scolastico, la promozione della partecipazione di studenti e docenti alle rappresentazioni teatrali, la istituzionalizzazione di una rassegna teatrale annuale per gli allievi, la creazione presso istituti polo di laboratori teatrali sperimentali con l’assistenza, previa intese, di professionisti delle arti dello spettacolo, e poi, nell’ambito delle azioni finanziate dalla UE, iniziative tendenti ad allargare il panorama culturale e di esperienza dei giovani e dei docenti attraverso rapporti di scambio, progetti di ricerca e di cooperazione a livello europeo. Insomma è ora che l’Amministrazione Comunale  batta un colpo e che la Regione  sostenga con un piano specifico  questo lavoro e lo faccia germogliare anche in tanti altri centri della Calabria. (gl)