di PAT PORPIGLIA – Come spesso mi accade condivido con amiche e amici, rappresentanti della società civile e delle stesse istituzioni mie riflessioni come la seguente sulla vecchia strada già provinciale costellata da buche da tempo immemorabile che partendo dal Verde Aspromonte collega i borghi insediati lungo la Vallata del Torrente Catona alle città costiere della Città Metropolitana di Reggio Calabria. La riflessione è stata stimolata dalle recenti parole pronunciate da Beppe Grillo: Le parole, anche se condite di condivisibile amore per la propria terra, le proprie radici, il proprio passato, dove persone come me e i nostri padri e nonni, sono stati costretti a ridosso del secondo conflitto mondiale a fare le valige per costruirsi un futuro migliore fuori dai nostri confini regionali e persino nazionali, (esodo, emigrazione intellettuale giovanile che si ripete a distanza di 70 anni e che spinge i nostri figli e nipoti a cercare fortuna altrove lontano dai luoghi della loro infanzia e fanciullezza), non aiutano a trovare soluzioni ai tanti problemi atavici, cancerizzati che la affliggono.
Lasciamo da parte i tanti altri problemi, carenze e disfunzioni presenti sui nostri territori e concentriamoci sulla viabilità che congiunge l’Aspromonte alle città costiere lungo la Vallata del Tornente Catona. La colpa della mancata soluzione del problema deve essere condivisa da tutti, cittadini, amministrazioni, istituzioni tutte. È dei cittadini perché continuiamo, (a nostra discolpa bisogna riconoscere che non sempre ci viene data la possibilità di scegliere i propri rappresentanti come ad esempio nelle tornate elettorali nazionali a causa delle liste bloccate dove i candidati vengono scelti dai leader ai quali rispondono fedelmente e non certamente agli interessi legittimi dei cittadini), perché non siamo riusciti a fare emergere i migliori, giovani e meno giovani, quelli intraprendenti, acculturati, capaci e onesti i quali si candidano perché hanno a cuore il benessere della collettività e non i propri tornaconti personali.
Se nelle nostre amministrazioni non ci sono persone capaci di svolgere i compiti e le funzioni ricadenti nella loro sfera di competenza, volete sapere qual è il risultato? Secondo il mio seppur modesto e limitato pensiero, espresso non per un puro e mero desiderio di una critica vuota, futile e sterile, ma al contrario per aiutare a spingere chi di dovere ad agire, è che ci troviamo nostro malgrado e danno a percorrere la strada della vecchia provinciale da anni ormai, dove le buche sono diventate crateri capaci di inghiottire una macchina.
Ciò detto, se io fossi un semplice consigliere, un assessore, un sindaco o vice sindaco eletto nei comuni ricadenti nella rigogliosa Vallata del Torrente Catona, mi sarei dimesso se, durante gli anni del mio mandato mi fossi recato un giorno sì e l’altro pure a portare all’attenzione della Città Metropolitana, della Prefettura, della Regione, persino della Curia (sto esagerando di proposito) la pericolosità e la quasi impossibilità di recarmi per motivi di studio, lavoro o impegni professionali fuori dal mio onorato paese, quello che mi ha dato un’identità, un senso di appartenenza a un territorio, a una casa, a una cultura condivisa e a dei principi e valori di inestimabile pregio che hanno consentito a persone come il professore Francesco Porpiglia e Franco Romeo di diventare dei luminari in campo medico scientifico.
E allora, inesorabilmente, lo stallo, il pessimo stato delle cose, ci spinge a cadere nelle maleodoranti grinfie della rassegnazione che non ha mai aiutato a risolvere nessun tipo di problema, oppure con riluttanza, amarezza, a seguire le raccomandazioni di Beppe Grillo il quale per risolvere i problemi suggerisce: «fate le brigate di cittadinanza, mettete il passamontagna e di nascosto andate a fare i lavoretti, mette a posto marciapiedi, aiuole, tombini (io aggiungo buche nelle strade). Fate il lavoro e poi scappate. Siate leader di voi stessi».
Visto la mancanza di veri leader, senza fare comunque di tutte le erbe un fascio, per non offendere la dignità e l’onorabilità, di coloro semplici cittadini e rappresentanti delle istituzioni che svolgono con dedizione, onestà e competenza, mi attrae, mi piace l’idea di ergermi a leader di me stesso; io ci andrei non da solo comunque perché una noce in un sacco non fa alcun rumore ma in compagnia di una decina di persone dotate di senso civico e amore verso i nostri territori, ma senza passamontagna, che mi qualificherebbe come un malavitoso, ma a viso scoperto facendo il lavoro di riempimento delle buche di notte, non per nascondermi ma soltanto per non arrecare alcun disservizio a chi deve recarsi a Valle per studiare o lavorare o a chi deve venire nei borghi aspromontani… (Sarei disposto a dare insieme con altri volontari il mio contributo per comprare il catrame necessario per risolvere un problema che sta sulle p…e a tutti ma che nessuno ha il coraggio di affrontare veramente e positivamente.. Potrei continuare e parlare della strada a scorrimento veloce o per meglio dire del suo stallo nella costruzione ma per oggi, stanco, mi fermo qui e per non tediarvi ulteriormente.