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La prof.ssa Sonia Ferrari alla fiera del Turismo di Rimini

La prof.ssa Sonia Ferrari alla fiera del Turismo di Rimini

di FRANCO BARTUCCI – Sonia Ferrari, professore di Marketing del Turismo e Marketing Territoriale all’Università della Calabria, parteciperà al TTG di Rimini 2024, prendendo parte al Focus Workshop “Il turismo delle radici e Made in Italy”. La docente dell’UniCal è già stata ospite in passato del TTG, la più importante manifestazione fieristica dedicata al settore turistico in Italia, che si tiene ogni anno a Rimini. 

Il workshop, che si terrà giovedì 10 ottobre, alle 14 in Sala Cedro, è stato organizzato dalla Sistur, la Società Italiana di Scienze del Turismo, e tratta un argomento di grande attualità, visto che sia il Ministero del Turismo che quello degli Esteri hanno definito il 2024 “Anno del turismo delle radici”. Si tratta di una forma di turismo dall’importanza crescente e dall’impatto significativo sul territorio ma anche sulla promozione dei prodotti italiani nel mondo, al cui studio Sonia Ferrari ha dedicato vari anni. Ha svolto, infatti, ricerche internazionali di grande rilevanza su questa tipologia di viaggio, anche per conto del Ministero degli Affari Esteri e del Crea, ed è autrice con Tiziana Nicotera di due volumi, di cui uno appena pubblicato dal titolo: ‘Turismo delle radici. Strategie e politiche di marketing’.

Al seminario prenderanno parte illustri studiosi: Fabrizio Antolini, presidente della Sistur, Francesco Calabrò, docente dell’Università Mediterranea, Andrea Guizzardi e Hermann Graziano, entrambi docenti dell’Università di Bologna.

C’è un tema in particolare in questo momento che sta a cuore alla prof.ssa Sonia Ferrari, in quanto studiato insieme alla cultrice della materia, Tiziana Nicotera, ed è la promozione dei prodotti agroalimentari italiani nel mondo attraverso il turismo delle radici 

«I turisti delle radici – ci dice la prof.ssa Sonia Ferrari –mostrano elevati livelli di place attachment ed un forte coinvolgimento spirituale ed emotivo nei confronti del proprio paese di origine. Questi sentimenti danno vita al desiderio di supportare la terra delle proprie radici, effettuando investimenti, promuovendola insieme ai suoi prodotti e dando vita ad un passaparola positivo che ne favorisce l’immagine. Frequentemente tutto ciò determina anche un notevole interesse per i prodotti agroalimentari tradizionali locali, che rispecchiano la cultura e lo stile di vita della comunità. In genere, per questi turisti l’enogastronomia non è la principale motivazione del viaggio, ma uno dei tanti interessi, che li spinge a cercare, provare ed acquistare, per portarli a casa, i prodotti alimentari e culinari tipici dei luoghi visitati. Essi sono particolarmente interessati ai cosiddetti ‘prodotti nostalgia’, ossia beni tradizionali locali, principalmente prodotti alimentari, strettamente associati alle proprie radici».

«Una volta tornati a casa – ci tiene a dire – questi turisti sono desiderosi di sostenere la propria terra e riconnettersi ad essa, quindi, consumano i prodotti conosciuti e acquistati durante il viaggio e li fanno conoscere ad amici e parenti. In tal modo, frequentemente si instaura un vero e proprio circolo virtuoso, amplificato dall’attaccamento al territorio di questo segmento di visitatori, che consente di promuovere un’area geografica insieme alle sue produzioni.  Inoltre, grazie all’azione dei turisti delle radici, che conoscono, apprezzano e promuovono i prodotti italiani nel mondo, l’Italian Sounding può essere limitato. In particolare, attraverso il turismo delle radici si possono promuovere le produzioni locali ed i territori congiuntamente, anche attraverso ‘marchi territoriali’, ossia veri e propri brand che hanno una relazione molto forte con un luogo e ne rappresentano l’unicità o elementi non ripetibili». (fb)