Nella giornata di ieri, a Lamezia, si è aperta la nona edizione di Trame Festival, il Festival dei libri sulle mafie, organizzato dalla Fondazione Trame in programma fino al 23 giugno.
Dopo i saluti di Gaetano Savatteri, Direttore artistico, Armando Caputo, Presidente della Fondazione, e Armando Vitale, Presidente dell’Associazione Gutenberg, e un incontro con il procuratore di Lamezia Terme, Salvatore Curcio, la presentazione del romanzo Marzo per gli Agnelli (Piemme editore) di Mimmo Gangemi.
Lo scrittore di Santa Cristina d’Aspromonte è stato introdotto dalla giornalista e scrittrice catanzarese Daniela Rabia, che ha focalizzato l’attenzione, tra l’altro, sul sottotitolo del testo C’è un tempo per morire. E un tempo per combattere, rivolgendo all’autore e al giornalista Filippo Veltri, relatore dell’evento, la domanda relativa al tempo che sta vivendo oggi la Calabria.
«Il tempo – ha continuato Daniela Rabia – però, cammina lento in quest’opera in cui la morte rincorre il dolore per porgli fine e la vita sfugge a se stessa per non potersi vivere», chiedendo a Mimmo Gangemi di presentare il suo protagonista, l’avvocato Giorgio Marro.
Gangemi ha sottolineato che lo scritto ha per oggetto principale la lotta di un uomo con il proprio destino, destino triste da cui discende la cupezza individuata da Veltri nella lettura. Al quesito legato alla frase tratta dal libro Ogni cosa è illuminata di Jonathan Safran Foer, la letteratura offe una seconda possibilità, Gangemi ha risposto che a lui la letteratura ha offerto una seconda vita per disintossicarsi dall’ingegneria.
«Oggi invece – ha affermato l’autore – ogni tanto mi dedico a qualche progetto per disintossicarmi dalla scrittura».
Alcuni riferimenti sono stati fatti all’ultima fatica letteraria di Filippo Veltri La Calabria silente (Rubbettino editore) a una «Calabria che non riesce a esprimere una propria oggettività e un’etica del fare».
Secondo la Rabia, non è la ‘ndrangheta la protagonista assoluta del testo dell’autore, secondo Veltri, invece, il libro contiene una presenza notevole di ‘ndrangheta, a dimostrazione che, ancora una volta, i libri si prestano a svariate interpretazioni personali.
L’incontro, molto partecipato al punto da riempire l’intero chiostro di San Domenico, ha catturato l’attenzione generale. Mimmo Gangemi è oggi una delle voci più autorevoli della narrativa non solo calabrese ma italiana che vanta con il suo capolavoro La signora di Ellis Island 30.000 copie vendute.
Resta un solo rammarico, un romanzo così avrebbe dovuto essere candidato al Premio Strega e chissà, vincerlo illo tempore, avendo tutti i requisiti di merito e fascino narrativo. (rcz)