Martedì 27 agosto, a Lamezia Terme, alle 21.00, al cortile della Parrocchia di San Francesco di Paola, la manifestazione La Rêverie degli Ulivi. Echi e suggestioni di poetica costabiliana.
L’evento è stato promosso dal movimento culturale Dorian – La cultura rende giovani con l’obiettivo di destare l’attenzione su una delle più illustri voci liriche che la nostra terra di Calabria ha saputo generare, Franco Costabile. Un’occasione per conoscere ed esplorare i componimenti e le tematiche contenute nelle sue raccolte poetiche e per tracciare e delineare i tratti della sua personalità.
La serata seguirà il format già collaudato e sperimentato della rassegna Dicerie Poetiche – di parole erranti e versi nomadi, che prevede una libera declamazione priva di imposizioni, alla quale tutti, previa prenotazione, potranno partecipare. Verranno, dunque, lette le poesie di Costabile e versi ad egli ispirati, oltre a ciò vi saranno momenti dedicati ad approfondimenti biografici ed ermeneutici a cura del prof. Filippo D’Andrea e del dottor Pierpaolo Sacco.
Non solamente letture ad animare la serata, ma anche momenti musicali, live-painting e altre sorprese, sempre con al centro la figura e la poetica di Franco Costabile, con la convinzione che il ricordo e la conoscenza del poeta sambiasino vada perpetrata e approfondita con cognizione di causa e non strumentalizzata a fini quasi propagandistici.
La serata avrà come ospite d’eccezione il cantautore Nino Forestieri: tra passato e presente, le sue canzoni, ci restituiscono – attraverso “fotogrammi sonori” di particolare bellezza – i suoni, gli odori, i colori di una Calabria che, sebbene tradita e ferita dai suoi stessi figli, non smette di affascinare e ammaliare quanti riescono ancora a sentirne il richiamo.
«Giocando con il nome della sua prima raccolta poetica, si è sostituito il termine “via” con “rêverie”, concetto caro al filosofo francese Gaston Bachelard – ha spiegato Giovanni Mazzei, organizzatore dell’iniziativa e promotore del movimento culturale Dorian – da intendere come uno stato dello spirito che si abbandona a ricordi e a immagini, situazione in cui l’io, dimentico della sua storia contingente, lascia errare il proprio spirito e gode in tal modo di una libertà simile a quella del sogno, in rapporto al quale la rêverie indica, però, un fenomeno della veglia e non del sonno. Quasi un sogno ad occhi aperti, quindi, che i poeti sanno trasformare in arte e che noi tenteremo di plasmare in una momento di consapevolezza tanto letteraria, quanto storica». (rcz)