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L'assessore Minasi incontra la rete delle mamme del progetto "Corredino sospeso"

L’assessore Minasi incontra la rete delle mamme del progetto “Corredino sospeso”

Nei giorni scorsi, l’assessore regionale alle Politiche Sociali ha incontrato un gruppo di mamme del progetto Corredino sospeso, che fa capo all’Associazione Aps Pandora, attiva da anni nel sociale, che erano in piazza a vendere oggetti per la Pasqua, offerti da imprenditori del territorio, per raccogliere fondi e far conoscere la loro attività.

«Sono rimasta colpita – ha detto l’assessore Minasi – da quello che sono riuscite a creare in due anni: una rete virtuosa arrivata a coinvolgere 500 mamme che aiutano altre mamme in difficoltà, attraverso donazioni di corredini, carrozzine, fasciatoi e qualunque altra cosa possa essere utile per la cura dei loro piccoli. Un’attività straordinaria di vera solidarietà e volontariato, che si fonda peraltro sul riciclo».

Una rete composta da sole donne, mamme, volontarie e, in molti casi, imprenditrici, come la promotrice dell’iniziativa, mamma Simona.

Dopo aver dato alla luce il suo Nicolò a inizio pandemia, Simona ha sentito la necessità di dedicarsi ad altre mamme meno fortunate di lei e ha dato il via, inizialmente da sola, poi coinvolgendo altre mamme anche attraverso gruppi facebook, a un’opera incessante di raccolta e recupero di vestiti, copertine, lenzuola, asciugamani e oggetti per la puericultura, come fasciatoi, girelli, culle, box e così via dicendo, da donare poi a chi ne abbia bisogno.

Dalle 16 fondatrici, la rete si è allargata fino a contare, oggi, su 500 mamme che partecipano alle attività, e intende crescere ancora, anche grazie all’aiuto dei tanti papà che sistemano giochi, culle, trasportano, smontano, dipingono, fanno i baby sitter, dando anche loro un prezioso contributo.

Nell’ultimo anno hanno visto nascere 40 nuove vite e aiutato 140 nuclei familiari, anche attraverso la creazione di un “magazzino virtuale”, ovvero un database degli oggetti in donazione in cui confluiscono le richieste, soddisfatte poi con una consegna diretta dell’oggetto dal donatore al beneficiario.

«Altro aspetto straordinario – ha continuato l’assessore Minasi – è la capacità vulcanica di questo gruppo di donne di partorire e realizzare idee anche coinvolgendo le realtà imprenditoriali locali, che con generosità hanno messo a disposizione spazi e servizi. Un modello di solidarietà concreta e attiva, fondata peraltro sul riutilizzo e la sostenibilità, di cui sono molto contenta di parlare».

Nella loro sede, le donne di “Corredino sospeso” usano mobilio, computer e accessori riciclati e sensibilizzano anche le volontarie, donatrici e beneficiarie a riutilizzare loro stesse  vestiti e oggetti.

Hanno inoltre ideato la “lista nascita sostenibile”, ovvero la possibilità di creare presso di loro la propria lista nascita con oggetti riciclati, a fronte di un libero contributo a sostegno delle attività; lo “Zaino sospeso”, cioè una raccolta di materiale scolastico, dall’asilo nido alla scuola primaria, per alleggerire la spesa delle famiglie; e, presso una ditta reggina, hanno attivato per le mamme bisognose un “conto sospeso”, dove chiunque può contribuire con qualunque importo per l’acquisto di latte e pannolini.

Hanno anche allestito un ambulatorio pediatrico per vari screening, un servizio caf/patronato aperto a tutti, e hanno aderito a “Cuore di maglia”, che realizza a maglia cappellini, scarpine, copertine per i bimbi ricoverati negli oltre 90 reparti italiani di terapia intensiva neonatale(nel loro caso, si sono messe a disposizione del reparto del Gom reggino).

In cantiere, poi, ci sono numerosi altri progetti, come il “gelato sospeso”, che, presso le gelaterie che aderiranno, ricalcherà il “caffè sospeso” napoletano; “volontarie in corsia” nei reparti di ostetricia e ginecologia; negozi in cui i genitori possano scegliere i corredini donati e tante altre sedi del progetto per poter coinvolgere sempre più partecipanti.

«Noi daremo senz’altro loro una mano – continua l’Assessore Minasi – In un Paese in cui è purtroppo mancata l’attenzione per le famiglie e le mamme, attività di questo tipo hanno sempre rappresentano una sorta di “welfare” sostitutivo, che parte dal basso e che cercheremo di incentivare e sostenere, come stiamo già facendo con varie misure dei programmi regionali. Anche perché siano da esempio per qualunque azione sociale», ha concluso l’assessore. (rrc)