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L'Associazione Ars Enotria riparte da Montalto e San Sisto dei Valdesi

L’Associazione Ars Enotria riparte da Montalto e San Sisto dei Valdesi

di MARIACHIARA MONACOQuello percorso tra le strade di Montalto Uffugo e di San Sisto dei Valdesi, è stato il primo tour dopo la pandemia per l’Ars Enotria, associazione di spessore che da molti anni promuove eventi culturali, viaggi alla scoperta della Calabria, e non solo, visto che con la sua meravigliosa orchestra delizia incessantemente i suoi ascoltatori, com’è avvenuto durante lo scorso concerto di Natale da “tutto esaurito” presso la Galleria Nazionale di Cosenza.

Con la presenza di un’allegra brigata, l’itinerario culturale si arricchisce, perché i legami si mescolano, e danno vita ad esperienze straordinarie. È quello che è successo a Montalto, con l’accoglienza minuziosa dell’Associazione Morfeo, una  squadra di giovani affiatatissimi, che ha dato lustro alla città, mostrandone i volti più luminosi.

S’inizia con la prima tappa: il Duomo della Serra, costruito sui ruderi del mausoleo del comandante romano L.S. Serrano, e consacrato dal vescovo Andrea S. Marco, così come risulta dall’iscrizione su una lapide ritrovata durante gli ultimi restauri.

La struttura, negli anni, ha subito diversi “traumi” a causa di eventi naturali, e risentito dei diversi influssi stilistici, passando dall’originaria pianta a croce greca a tre navate, ad una pianta a croce latina con un’ unica navata centrale, fino ad arrivare ad uno stile neoclassico, come si può notare al suo interno. Oggi si presenta, all’esterno con un’imponente gradinata ed una magnifica facciata in stile barocchetto, con decorazioni geometriche e naturalistiche.

Una volta entrati, occhi verso il soffitto, gli affreschi sono bellissimi. Ma non solo, il coro ligneo intagliato con figure a rilievo di Giovan Battista Altomare, lascia stupefatti, per non parlare della luminosa statua di marmo del Sacro Cuore di Gesù, opera dello scultore Giulio Barberis del 1992.

Dal Duomo si è passati alla storica sala consiliare, tappezzata dagli splendidi quadri di Vincenzo Moraca, dove si è intrattenuto il Sindaco della città, l’avvocato Pietro Caracciolo: «Sono contento che l’associazione Morfeo vi abbia fatto conoscere alcuni spazi del centro storico, il cuore pulsante della città, che stupisce sempre, anche chi, come me, la vive ogni giorno».

Montalto è quella città a cui Ruggero Leoncavallo, famoso compositore e musicista a livello mondiale, donò un orologio (pagato con i proventi della prima messa in scena dell’opera “Dei Pagliacci a Parigi”), simbolo del tempo che passa, e che scandisce ricordi, storie, persone.

«Appena sono stato eletto, ho voluto rimetterlo in funzione, dopo anni di mancato funzionamento. Un segnale, per me, che ho passato gli anni della mia giovinezza ad aspettare i suoi rintocchi, e per la città, così da poter abbracciare l’avvenire – afferma – ogni mattina un nostro cittadino si occupa di ricaricarlo, senza dunque fare perdere il suo valore storico».

Adesso scopriamo un po’ chi era, Ruggero Leoncavallo, al quale ogni anno, il comune dedica uno dei Festival più belli dell’intero panorama nazionale. E non solo, visto che la città gode dell’unico museo in Italia completamente dedicato al musicista e compositore, che proprio in questa cittadina visse la sua infanzia tra il 1860 e il 1868. 

Uno spazio unico, che  raccoglie testimonianze e oggetti del compositore di Pagliacci, Mattinata, Zaza, I Medici e tante altre composizioni. Con evidenti richiami storico-culturali che si diramano in tutte le direzioni, dalla storia alla cultura del territorio, dalle ricche corrispondenze con i reali del mondo alle semplici ma antiche usanze dei popoli.

Infine la liuteria, una vera e propria bottega, dove fucine di talenti si accendono per dare vita a strumenti musicali a corda. Ogni anno giovani e meno giovani si cimentano nell’arte del creare, con pazienza, dedizione, perché realtà come queste non possono morire.

L’ars Enotria lascia Montalto, non escludendo un ritorno, per citare Franco Califano.

Si viaggia in direzione San Sisto dei Valdesi, un piccolo borgo di lontane origini occitane, per visitare il Museo valdese e dell’arte contadina “Scipione Lentolo”, nato nel 2009 nelle stanze di Palazzo Miceli, storico edificio del XVI sec.

Gli spessi soffitti lignei racchiudono le testimonianze della presenza valdese a San Sisto, ma racconta anche il mondo contadino che in questo borgo era caratterizzato da una cultura semplice, e al tempo stesso ricca di sapienza.

Al suo interno, attraverso delle aree divise per tematiche, si riproducono le tipiche stanze di abitazione valdese, basate ovviamente sulla lettura e l’interpretazione di testimonianze storiche e orali. Un settore dell’area è stato dedicato poi, al Re della Sila, Marco Berardi, personaggio ancora oggi avvolto nel mistero della leggenda e che ricopre un ruolo importante nell’immaginario collettivo di tutta la Regione.

Proseguendo nella visita è stato possibile vedere documenti dell’archivio Vaticano e di quello di Napoli, che narrano dell’eccidio e della presenza degli ultramontani a San Sisto.

Con il supporto della locale “Associazione Venerabile Padre Bernardo Maria Clausi”, Ars Enotria ha avuto la possibilità, grazie ad un intervento eccelso del dott. Bartucci,  di conoscere da vicino il Frate dell’Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola, proclamato Venerabile da San Giovanni Paolo II l’ 11 dicembre 1987. Una figura religiosa di grande caratura rispettato ed apprezzato dai Re Carlo Alberto di Savoia e Ferdinando II di Borbone, nonché da San Giovanni Bosco e la beata Maria Cristina di Savoia. Un  excursus sulla vita del Venerabile, che ci porta ai rapporti avuti con  due pontefici che lo hanno seguito con particolare stima: Gregorio XVI°, che gli diede in dono un medaglione con incisa l’immagine della madonna “Mater Gratiae et Misericordiae”, nota come “La madonnina” miracolosa, e beato Pio IX°, che ne seguì con trepidazione gli ultimi anni della sua vita.

Di Padre Clausi, si ricorda soprattutto la parola, l’assistenza pastorale e la carità verso  i poveri e i sofferenti. Tanto da essere definito dal suo Arcivescovo, Mons. Domenico Narni Mancinelli, la “gemma” della diocesi cosentina.

Dulcis in fundo, l’accoglienza del primo cittadino, l’avvocato Iannotta, che, con entusiasmo, insieme alla sua squadra, ha salutato calorosamente Ars Enotria. (mm)