Sono passati venti anni da quando una valanga di fango, spinta dalla pioggia incessante, spazzò letteralmente via il camping Le Giare, alle porte di Soverato. Una notte da incubo che nessuno potrà mai rimuovere dalla mente. Tredici vittime, tra cui alcuni volontari dell’Unitalsi, mietute dalla furia distruttrice venuta dalla collina.
Le immagini di quell’immane disastro, un intero villaggio-vacanze cancellato dalla mappa geografica, sono rimaste impresse nella mente di tutti.
Le celebrazioni del ventennale della “tragedia delle Giare” si terranno, come ogni anno, sulla riva del torrente Beltrame, le cui acque inghiottirono tredici vite e distrussero tutto ciò che si trovava sul loro cammino.
Viene spontaneo chiedersi: cosa è cambiato in Calabria dopo quell’evento che venne giustamente definito l’emblema del dissesto idro-geologico di questa terra così fragile e difficile? La risposta è semplice. Nulla. Non è cambiato nulla. Non è accaduto nulla.
La tanto auspicata “nuova politica” a salvaguardia del territorio non si è mai vista. Sono passati venti anni e, semmai, le tragedie si sono moltiplicate. Come dimenticare l’incredibile frana di Maierato, del 2010 le cui immagini ancora scorrono sul web nella loro cinematografica drammaticità? O la frana di Cavallerizzo, dalle parti di Cerzeto? E le innumerevoli frane a Verbicaro, nel Vibonese, sulle Serre?
La Calabria è fragile, è lo “sfasciume pendulo sul mare” di cui parlava Giustino Fortunato, ma nessuno si è dato da fare più di tanto per sfatare questa celebre definizione.
Anzi, al contrario, i calabresi ce l’hanno messa tutta per peggiorare le cose. Un abusivismo dilagante che permette a tanti di costruire case, ville, perfino alberghi e villaggi, sulle rive di un fiume o praticamente sulla battigia. Un’incuria perenne che vede i letti dei fiumi e delle fiumare perennemente invasi da alberi e da rifiuti ingombranti. Fondi destinati al consolidamento dirottati magicamente su altri fronti. Sindaci che si girano dall’altra parte in presenza di situazioni palesemente illegali.
Sono passati venti anni, inutilmente. (dr)
Su invito dell’assessore alla Cultura di Catanzaro Ivan Cardamone le tredici vittime della tragedia del camping Le Giare, avvenuta 20 anni fa, saranno ricordate con una mini piéce a cura del Teatro di Calabria Aroldo Tieri. A tale proposito, in una delle prossime rappresentazioni in calendario per il Progetto Tragedia, ci sarà posto per questo piccolo, ma significativo ricordo che il mondo della cultura riserverà alle persone scomparsa nella terribile alluvione del 10 settembre 2000.
«Sono passati vent’anni – ha detto Cardamone – da quel tragico evento che portiamo tutti nel cuore nel ricordo delle tredici vittime: Mario Boccalone, Ida Fabiano, Serafina Fabiano, Raffaele Gabriele, Paola Lanfranco, Iolanda Mancuso, Giuseppina Marsico, Franca Morelli, Rosario Russo, Antonio Sicilia, Salvatore Simone, Concetta Zinzi e Vinicio Caliò. Abbiamo pensato ad un ricordo speciale, intenso, intimo, che possa tenere accesa la fiamma del ricordo e insegnare alle nuove generazioni quali danni può provocare l’incuria dell’uomo e il mancato rispetto dell’ambiente e del territorio. Ringrazio, quindi, il prof. Luigi La Rosa e tutto il Teatro di Calabria per la sensibilità e l’entusiasmo con cui hanno accolto il mio invito». (rcz)