di DANIELA RABIA – Ricordare da Re-cor-dari significa richiamare in cuore. Ci invita a riflettere sul senso di un verbo che usiamo costantemente Luigi Stanizzi curatore insieme alla sorella Francesca del volume dedicato al fratello Antonello Stanizzi. Un testo a più voci, autorevoli, di amici cari, di parenti che presenta anche a chi di noi non abbia avuto il piacere di conoscere Antonello, una figura altamente umana, professionale, unica.
Con le sue sole forze, partito da Cropani, un ridente paese calabro, il protagonista ha conquistato le agenzie pubblicitarie del Nord d’Italia, dalla Lombardia al Veneto, all’Emilia al Trentino Alto Adige e altrove. È stato ed è un fuoriclasse. E a leggere le pagine che gli vengono dedicate si capisce subito. Dalle parole di Giuseppe Soluri Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria che lo rammenta come un fratello più che un amico, allo scritto dell’ex sindaco di Catanzaro Marcello Furriolo che ne traccia il profilo di grande giornalista, all’immagine rievocata da Giuseppe Gualtieri, prefetto in pensione, che immortala il rapporto tra la propria madre e Antonello, alla frase della professoressa Marilena Funaro “Penso che ricordare faccia bene al cuore anche se mette molta tristezza perché in fondo quei momenti non potrò più riviverli con la persona che ha fatto parte della mia vita”.
Tante e tante altre testimonianze, tanto amore scorre nelle righe del testo. Il gran cropanese sembra aver fatto parte di innumerevoli vite e addirittura aver vissuto tante vite egli stesso. E questa è una dote tipica dei Grandi. Il profilo profondamente umano viene tracciato dai familiari più stretti, da Luigi, da Francesca, dal figlio Tommaso e fuoriesce imponentemente da quelle foto in bianco e nero che corredano l’opera e raccontano più delle parole. Il silenzio, i colori sbiaditi nel contrasto, la penombra ci consegnano una figura gigantesca e straordinariamente intensa. “Volontà” viene da pronunciare subito a chi chiude il libro dei ricordi. Volontà che scala le montagne, che porta ovunque, che non si arrende, che lotta in vita e in morte e supera la morte stessa.
Perché è talmente potente da vincere con quel sorriso appena accennato sulla foto di copertina, con gli occhi attenti e seri, con lo sguardo che va lontano, ogni distanza, ogni distacco, ogni dipartita. Non è andato via Antonello e mai lo farà dal cuore dei suoi cari, né sparirà dall’immaginario collettivo di chi ha l’opportunità di leggere questo gioiello di storia letteraria. D’altronde a cosa servono i libri se non a prolungare il nostro tempo terreno? Io però nello sfogliare l’ultima pagina e riporre accuratamente sul comodino il libro un rammarico ce l’ho: non avergli stretto la mano, non aver incrociato quegli occhi, non averci chiacchierato.
Io, proprio io, fieramente cropanese d’origine, che mi porto questo paese nell’anima ovunque vada. E se chiudo gli occhi immagino, e son sicura, che Antonello nella città lombarda che lo adottò e altrove, la sera, affacciandosi da un balcone, sporgendosi verso il cielo, abbia sempre cercato le stelle di Cropani che hanno una lucentezza diversa dalle altre. Lui, oggi a sua volta stella, che magari lassù avrà conosciuto ancor meglio la mia stella. (dr)