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Legambiente: Serve programmazione e investimenti per i trasporti

Serve programmazione, investimenti e modernazione per i trasporti in Calabria. È quanto ha ribadito Legambiente Calabria, esprimendo cordoglio e la propria vicinanza alle famiglie delle vittime del tragico incidente ferroviario verificatosi pochi giorni fa a Corigliano Rossano.

«Sono davvero tanti gli interrogativi – hanno dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria ed Evelina Viola, presidente del Circolo Legambiente di Corigliano-Rossano – sulle dinamiche del gravissimo incidente così come tante sono anche le riflessioni che questa tragedia ci porta ad approfondire sulla qualità e sicurezza dei trasporti, affinché simili episodi non accadano ancora e la nostra regione possa abbandonare il fastidioso ruolo di cenerentola d’Europa».

«La Calabria ha bisogno di una mobilità sostenibile che rafforzi il trasporto pubblico e collettivo – viene evidenziato – disincentivi l’uso dell’auto privata sia nei trasporti urbani che extra-urbani e colleghi in maniera adeguata il territorio calabrese al suo interno, con il resto del Paese e con l’Europa».

«È urgente – ribadisce Legambiente – far partire quei cantieri per la transizione ecologica, necessari per permettere ai cittadini e alle merci di muoversi in Calabria con logiche da paese civile, contribuendo alla lotta alla crisi climatica. Occorre potenziare le infrastrutture per la mobilità sostenibile, con linee ferroviarie elettrificate e a doppio binario, percorse da treni moderni, frequenti e puntuali».

«Come sottolineato nel Report Pendolaria 2023 di Legambiente, sul fronte trasporti nel Mezzogiorno circolano meno treni, i convogli sono più vecchi – con un’età media di 18,5 anni, in calo rispetto a 19,2 del 2020 ma molto più elevata degli 11,9 anni di quelli del nord – e viaggiano su linee in larga parte a binario unico e non elettrificate. In Calabria la situazione è ancora peggiore perché l’età media dei treni si attesta a 21,4 anni a dimostrazione dei pochi investimenti fatti in questo settore per un lunghissimo periodo. Ed ancora, le corse dei treni regionali in Calabria, sono giornalmente 333 contro le 2.173 della Lombardia».

«Lo stato delle ferrovie nella nostra regione è drammatica – viene ricordato – anche quando si analizzano i numeri della rete: 686 i km a binario unico su 965 km totali di rete ferroviaria, ossia il 69,6%; mentre la rete attualmente non elettrificata conta 477 km, ossia il 49,4% del totale anche se questo dato è destinato a migliorare. La Calabria ha quindi bisogno di efficientare le linee ferroviarie, di aumentare il numero dei treni, di collegamenti veloci e moderni ed ha bisogno di sicurezza ferroviaria a partire dalle situazioni di pericolo connesse alla presenza di passaggi a livello».

«Ogni anno, in media, in Italia, secondo i dati diffusi da Rfi – viene sottolineato – si verificano 250 incidenti ai passaggi a livello, con conseguenze gravi o mortali nel 10% dei casi. I passaggi a livello sulla rete ferroviaria italiana, nonostante una progressiva eliminazione posta in essere dalla Rete ferroviaria italiana, sono ancora più di 4.000, di cui circa il 10% addirittura di competenza di utenti privati.  Oltre alla diffusione della consapevolezza dei pericoli connessi all’attraversamento dei binari per evitare gli incidenti, servono soprattutto attività ed opere per eliminare i passaggi a livello, con la realizzazione di opere di viabilità alternativa come attraversamenti con sottopassi e cavalcavia di nuova costruzione».

«Per modernizzare ed efficientare il sistema dei trasporti – ribadisce Legambiente – servono risorse finanziarie ed investimenti  sulle infrastrutture che realizzino la Calabria del futuro.  Nel processo di costruzione di una rete di infrastrutture moderna, alle prese con l’eterna altalena fra opportunità e carenze, è mancata e manca tuttora, in Calabria, la capacità di programmazione ed una riflessione più ampia sul ruolo strategico che la mobilita’ ricopre nello sviluppo economico e sociale di un territorio».

«La motivazione economica – viene spiegato – è una delle tante ragioni per cui Legambiente è contraria al “Ponte sullo stretto di Messina” e sarà presente il 2 dicembre al Corteo nazionale No Ponte: una cattedrale nel deserto della mobilità i cui costi sono già lievitati a 13,5 miliardi di euro ai quali si sommano 1,1 miliardo per le connessioni ferroviarie ed altre somme da quantificare per i raccordi stradali per un totale di oltre 15 miliardi di euro».

«Si tratta di somme enormi sottratte alle vere priorità di una regione – conclude Legambiente – nella quale mancano i servizi essenziali e dalla quale si continua ad emigrare. I cittadini calabresi così come quelli siciliani hanno diritto a proposte credibili e la politica ha il dovere di utilizzare le risorse pubbliche per creare occupazione e lavoro duraturo, tutelando, allo stesso tempo, anche l’ambiente». (rcz)