;
La consigliera Loizzo (Lega): Prevedere piano di riorganizzazione protocollo per malattie neurodegenerative

Loizzo (Lega) chiede a Occhiuto di chiarire sul finanziamento Coesione

La consigliera regionale della Lega, Simona Loizzo, ha presentato una interrogazione al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, chiedendo chiarezza sui finanziamenti del Fondo Coesione.

Nello specifico, la capogruppo in Consiglio regionale della Lega ha chiesto «quale livello di reale coinvolgimento ha interessato la Regione Calabria nella fase di selezione delle priorità; quanti sono realmente i progetti complessivi presentati dai comuni calabresi; sulla base di quali criteri e punteggi siano stati finanziati 110 progetti, definiti con priorità alta».

«Entro quale logica di programmazione sono stati selezionati – si legge –. Se e quando avverrà la pubblicazione ufficiale della graduatoria definitiva dei progetti. Se, quando e come si pensa di finanziare tutte le altre proposte presentate»,

«Nel dicembre scorso – ha ricordato Loizzo nell’interrogazione – diversi comuni calabresi hanno presentato al Dipartimento Programmazione della Regione Calabria alcune schede progettuali per partecipare al Contratto Istituzionale di Sviluppo – Regione Calabria – “Svelare Bellezza” sulla base dell’intesa fra la stessa Regione e il Governo centrale».

«Diversi sindaci – prosegue l’interrogazione – sostengono che dette schede sono state poi inviate dalla Regione al Ministero per il Sud e la Coesione territoriale. Sembrerebbe che con una prima selezione, condotta dall’Agenzia per la Coesione territoriale insieme alla Regione Calabria siano stati individuato 890 interventi per circa 3,5 miliardi di euro distribuiti su tutto il territorio regionale e rappresentanti 325 enti, tra cui l’80 per cento dei Comuni calabresi le Province e due Parchi».

«Che – viene ricordato – in data 21 giugno u.s. a Tropea si è svolta una iniziativa pubblica coordinata dal Sottosegretario per il Sud e la Coesione territoriale, On. Dalila Nesci, con la presenza da remoto dello stesso titolare del Dicastero, On. Mara Carfagna e, in questa occasione, sono stati sottoscritti, alla presenza dei sindaci interessati, i primi 110 contratti di sviluppo con i comuni di c. d. “fascia alta”».

«Che il finanziamento complessivo ammonta – continua l’interrogazione – per questa prima tranche, in 226 milioni che rappresentano il primo vero grande intervento di coesione territoriale immesso dal Governo nel circuito economico calabrese. Che il Cis era incardinato su tre direttrici fondamentali: Ambiente, risorse naturali e riqualificazione urbana; Turismo (enogastronomico, sportivo e religioso); Cultura e minoranze etnolinguistiche, con un quarto ambito, trasporti e mobilità sostenibile complementare agli altri».

«Considerato che – si legge ancora – dall’elenco dei progetti finanziati emerge che su 110 comuni destinatari delle risorse 28 sono della provincia di Reggio Calabria; 36 di Cosenza; 20 di Catanzaro; 14 Crotone ed infine 20 per quella di Vibo Valentia. Dalla lettura però degli interventi ammessi emerge che intere aree territoriali non hanno ricevuto alcun finanziamento. Basti pensare per la provincia di Cosenza la città capoluogo, la vicina Rende e ancora Montalto Uffugo, Castrolibero, Mendicino, la stessa Provincia di Cosenza, ecc».

«Che – si legge – ad altri progetti è stata assegnata priorità media, e priorità bassa, ma pare che a nessuno degli altri Comuni esclusi da questo primo elenco sia arrivata alcuna comunicazione in tal senso, ne è possibile comprendere in quale livello di priorità siano ricompresi, né se saranno successivamente finanziati».

Loizzo, poi, ha evidenziato che «a tutt’oggi nessuno conosce quali siano i criteri, le procedure, i punteggi assegnati, le caratteristiche tecniche, progettuali e qualitative adottate» e che «il tutto sembra configurarsi come un intervento a pioggia scoordinato da qualsiasi intervento programmatorio e da qualsiasi idea progettuale di sviluppo della regione».

«Molti sindaci – ha concluso – lamentano una scarsa chiarezza e trasparenza di tutto l’iter del progetto, che , in verità appare oggettivamente oscuro e opaco al punto che può dare adito a sospetti circa l’adozione di meri criteri di natura clientelare». (rrc)