di ELISABETTA BARBUTO – Leggere la notizia che Eni avrebbe individuato ben 10 discariche all’estero per trasferirvi i veleni della bonifica crotonese suscita in me contrastanti emozioni. Così come contrastanti con la notizia appaiono le dichiarazioni che in questi mesi si sono rincorse per negare la presenza di tali discariche, magicamente invece comunicate oggi, per sostenere che i veleni dovevano restare a Crotone visto che vi arrivano rifiuti pericolosi da tutto il mondo con il rischio concreto, sempre segnalato, che rimanessero addirittura sui siti inquinati.
È passato un anno, infatti, da quando l’Amministratore delegato di Eni Rewind ci ha ospitato nel sito ex Pertusola per comunicare che le uniche discariche esistenti per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi erano solo in Italia e, guarda caso, una era proprio a Crotone. Un anno di combattimenti per denunciare pubblicamente sulla stampa che l’aria era cambiata e tutto sembrava favorire il progetto mai accantonato da Eni il cui intento era solo quello di giocare al risparmio sulla pelle e sulla vita dei crotonesi. E, poi, la modifica del piano rifiuti della Regione Calabria che sembrava proprio andare nel senso voluto da Eni, le nuove conferenze dei servizi, il decreto del 1° agosto 2024 e addirittura l’ordine di modificare il Paur per lasciare i veleni a Crotone.
Ed oggi questa notizia che conferma quanto sempre sostenuto sulla esistenza delle discariche all’estero che, badiamo bene, non sono nate ieri, ma esistevano già da diversi anni e nelle quali, iniziando Eni la bonifica anni fa, come avrebbe dovuto essere iniziata secondo il decreto del Ministero del 2020 senza tergiversare, magari i rifiuti sarebbero già allocati.
La notizia lascerebbe, comunque, ben sperare se non fosse che (mi viene il dubbio), il tutto non sia solo l’adempimento di una mera formalità per superare l’impasse della richiesta del Ministero che, nel decreto del 1° agosto, prescriveva l’aggiornamento dello scouting da svolgere all’estero per l’individuazione dei siti di destino dei rifiuti prodotti dalle attività di bonifica del Progetto stralcio autorizzato.
Eni, infatti, avendo adempiuto al suo compito comunica che inizierà, comunque, le operazioni di scavo nel gennaio del 2025 ed utilizzerà l’impianto D15 in regime di deposito temporaneo per il successivo conferimento dei rifiuti non pericolosi presso le discariche contrattualizzate in altre regioni e dei rifiuti pericolosi nella discarica di Sovreco… senza che, o almeno non mi risulta, siano stati modificati i presupposti per ricoverarvi quella tipologia di rifiuti pericolosi né tanto meno il Paur! Il che corrobora ulteriormente in me il sospetto che quei depositi temporanei possano divenire definitivi grazie alla modifica del piano regionale dei rifiuti.
A ciò aggiungasi che, solo dalla seconda metà del 2025 SE verrà ottenuto il rilascio delle notifiche transfrontaliere, con tutte le difficoltà evidenziate, e con la spada di Damocle di maggio 2026 , data in cui entrerà in vigore il Regolamento Ue 2024/1157 ( art. 4.1 ) che vieta di trasferire rifiuti, a meno che non si dimostri che gli stessi possano essere smaltiti in modo tecnicamente sostenibile nel paese in cui sono stati prodotti, Eni Rewind potrà attivare anche il canale di smaltimento estero per i rifiuti pericolosi… quale soluzione complementare (non sostitutiva, attenzione ) al conferimento presso la discarica di Sovreco.
Signori, personalmente, dopo la prima incredula reazione di esultanza… la lettura più attenta delle carte stasera suscita in me solo una grande tristezza oltre che una grande indignazione. Le stesse sensazioni che non potrà non provare chi, tra i destinatari della missiva di Eni Rewind recapitata oggi 29 novembre 2024, legga tra le righe la sorte della città. E Dio solo sa quanto vorrei sbagliarmi. (eb)
[Elisabetta Barbuto è coordinatrice Provinciale M5S Crotone]