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L'OPINIONE / Emilio Errigo: Il desolante degrado e abbandono delle spiagge e del mare a Reggio

L’OPINIONE / Emilio Errigo: Il desolante degrado e abbandono delle spiagge e del mare a Reggio

di EMILIO ERRIGO – Mi sono avventurato in questi pochi giorni di festività pasquali, per riporcorrere parte delle  preesistenti Vie delle Fiumare e tentare di accedere alle spiagge del mare di Punta Sant’Agata, la Sorgente, Sabbie Bianche, San Gregorio, il Canneto, le Ficare, le Brugare e San Leo di Reggio Calabria.

La buona intenzione è cosa nota non ci premia sempre. Così, animato da una irrefrenabile voglia di rivedere e riesplorare, i luoghi e le spiagge della mia infanzia e giovinezza, mi sono fatto coraggio e sono partito da casa di buon mattino.

Prima tappa la cara spiaggia denominata della Sorgente, per via di una esistente sorgiva di acqua pura e fredda, che un tempo di oltre 60 anni addietro, a mia memoria, dissetava tutti: pescatori, bagnanti, ferrovieri, cantonieri, finanzieri, carabinieri, poliziotti, vigili urbani, marinai e doganieri.

Ora la mia cara Sorgente non c’è più, tutto è franato, i grossi e le possenti opere murarie, sotto le quali scorreva la via d’acqua, sono crollati mi dicono a causa delle forti mareggiate che si sono susseguite negli ultimi 30 anni.

L’erosione costiera  incalzante delle Sabbie Bianche, della Spiaggia Sotto Aeroporto Militare Tito Minniti, ha reso necessari numerosi interventi di protezione  con una impattante scogliera posizionata a mare,  a pochi passi dalla  allora esistente spiaggia, adiacente rete ferroviaria ionica, che partendo dalla Stazione Centrale di Reggio Calabria, arriva fino a Taranto, seguendo la configurazione della fascia costiera marittima.

Quindi sparita la lunga, estesa e bianca spiaggia, delle  c.d. “Sabbie Bianche” di Ravagnese.
I vecchi Sottopassi ferroviari, che un tempo consentivano a noi ragazzi di accedere al mare, sono stati chiusi e sono vistosamente pericolanti. Camminando a piedi scalzi immersi nell’acqua, con le scarpe in mano, oramai con i miei nuovi pantaloni tutti bagnati fino alla gamba,  arrivo alle Villette vicino alle Barche colorate dei miei carissimi amici e parenti  Pescatori.

Tristezza assoluta! L’erosione costiera ha distrutto una delle più belle e lunghe spiagge di Reggio Calabria, denominate “Sabbie Bianche”. Un Mare un tempo incantato, limpido, trasparete, ricco di posedonia e specie ittiche coloratissime, ha lasciato il posto a brutte scogliere sparse qua e là senza metrica e alcun segno di alleggerimento visivo.

Proprio brutto a vedersi! Arrivo dopo non poca decisione e tanta fatica, al Pontile Aliscafi e Mezzi Veloci, ancora da completare, costruito come sempre con lungimiranti, condivisibili e buone intenzioni, per rendere più agevole il trasferimento dei turisti e passeggeri in arrivo in Aeroporto dello Stretto o Via Stazione Ferroviaria Aeroporto, a Taormina, Malta, Tremestieri, Messina, le Isole Eolie, Reggio Calabria, Scilla e Bagnara.

Tutto abbandonato e in via di crescente degrado! La spiaggia una volta fruibile ai cittadini e turisti, solo un vecchio ricordo.
Saluto vecchi amici d’infanzia, cari compagni di scuola e di tante partite di calcio. Tante casette e villette, oramai a due metri dal mare e altre  a breve, se non si daranno da fare, si troveranno il mare dentro il portone di casa.
Spiagge della Vigna e della Vecchia Mitragliera del II conflitto mondiale, oramai tutte scomparse.

Prima di giungere alla casa dei miei genitori, con un nodo alla gola e una fitta allo stomaco, noto il Sotto Passo Ferroviario di San Gregorio, sporco, colmo di immondizia, maleodorante, buono, melmoso e altro ancora che vi risparmio per buona decenza e tanto rispetto.

Attraverso la Fiumara Valanidi e la vergogna non ha limiti. Una vera e propria discarica abusiva di rifiuti, solidi urbani, industriali, speciali, tossici e nocivi, fa brutta mostra lungo la strada di cemento costruita per consentire l’accesso  al mare, alle case dei tanti pescatori,  bagnanti,  auto pattuglie delle Forze di Polizia, Vigili Urbani, Vigili del Fuoco  e mezzi di Pronto Soccorso Pubblico di emergenza sanitaria.

Ecco ho scattato tante brutte fotografie in luoghi, un tempo curati, manutenuti puliti, fioriti, sicuri e gradevolissimi.

Ora tutto è distrutto pure i tetti coperti dalle regole rosse della Vecchia Fabbrica dell’Arenella, oramai morente nell’indifferenza dei tanti sedicenti rappresentanti dei cittadini, che chiameremo simpaticamente “Gli Innominabili”.

[Emilio Errigo è nato a Reggio Calabria, docente universitario e consigliere giuridico economico-finanziario internazionale]