;
UMG

L’OPINIONE / Filippo Veltri: Tanti gli interrogativi per l’Università di Catanzaro

di FILIPPO VELTRISono tanti gli interventi, netti e duri, di questi giorni da parte di esponenti del mondo politico e culturale di tutte le fazioni sull’Università di Catanzaro, dove tra meno di 3 settimane si voterà per l’elezione del nuovo Rettore, il quarto dopo il compianto Salvatore Venuta. Quasi sicuramente ci sarà – ancora una volta – un candidato unico, è stato già scritto il nome da alcuni, ovviamente proveniente dalla facoltà di Medicina.

Nulla quaestio sull’autonomia dell’ Università ma il punto che riemerge in queste polemiche è sul ruolo che potrebbe giocare dentro e fuori il capoluogo di Regione, soprattutto dopo le clamorose e chiassose proteste dei mesi scorsi sulla facoltà di Medicina all’Unical e poi sulla nascita (per ora solo sulla carta) di una grande azienda sanitaria da oltre 700 posti letto. A questo si è aggiunto l’allarme sul possibile abbandono del Cnr dalla stessa Università catanzarese.

  Il consigliere regionale nonché consigliere del Comune capoluogo Antonello Talerico non ha usato mezze parole: « …Non ci saranno altri candidati, non ci potranno essere altri candidati. La debolezza della nostra Città si misura anche in queste occasioni, in altri contesti la scelta della figura del Rettore è scelta strategica del territorio e dell’intera comunità, sino al punto di coinvolgere le altri parti sociali (Confindustria, Camera di Commercio, Comune, etc…), poiché capace di incidere sullo sviluppo economico e sociale. A Catanzaro non è così, la nostra Università si caratterizza sempre più dall’annidarsi di posizioni di potere che hanno totalmente estromesso qualsiasi tipo di coinvolgimento esterno all’Università, sempre più lontana da quel processo di integrazione tanto proclamato».

Sergio Dragone, giornalista e scrittore, è stato addirittura più caustico: « …nell’università catanzarese è praticamente assente la dialettica e il confronto. Se si aggiunge anche la circostanza, forse unica nel mondo occidentale, che a Catanzaro non esiste movimento studentesco e gli studenti – che nel resto del pianeta sono una spina nel fianco dei vertici – qui firmano comunicati di sostegno al rettore. (…) Le istituzioni e i partiti, sostanzialmente disinteressati ai destini dell’università e concentrati esclusivamente su buche, erba alta e Stadio, dovrebbero riflettere molto seriamente su quanto avviene nel campus e capire che, come avviene in molte città italiane, lo sviluppo cittadino e quello dell’ateneo vanno a braccetto, che dall’alleanza tra città e università si generano ricchezza, occupazione, produzione, innovazione. Ecco perché l’elezione del rettore non è un affare di famiglia, ma un evento di straordinaria rilevanza pubblica. Che purtroppo si consumerà nell’indifferenza generale».

Abbiamo riportato solo questi stralci (altri sono intervenuti con parole altrettanto chiare come l’ex sindaco Antonio Bevacqua e la consigliera Daniela Palaia) per sottolineare un dato politico ineludibile, che riguarda sia la stessa Università che il mondo politico catanzarese. Cominciamo da quest’ultimo: forse sarebbe il caso di buttare un occhio lì e non di alimentare sciocche battaglie municipalistiche o innalzare pennacchi che, come si è visto, non portano a nulla e durano lo spazio di un mattino, crollando dinanzi all’evidenza dei fatti. 

O smetterla magari di occuparsi ossessivamente del verde pubblico o dello stadio Ceravolo (Dragone ha ragione da vendere) in un’ottica piccola e miope da paesello e non da capoluogo di regione, che non riesce a guardare allo sviluppo vero e ai problemi veri della città.  Se davvero – è citiamo solo questo –  va via il Cnr forse questo è un problemino un po’ più serio del rifacimento del manto erboso o del diserbo dei canaloni cittadini? Talerico e la Palaia che fanno parte della maggioranza che governa ormai quasi da un anno la città dovrebbero darsi da fare anche in quell’ambito o no?

 L’Università, infine: anche qui qualche problema dovrebbero porselo se persiste dopo vari decenni una questione non solo di vera democrazia interna ma di un rapporto inesistente con la città! L’autonomia è un bene sacro e nessuno vuole intaccarla ma autonomia è anche sinergia, collaborazione, sintesi, crescita. Altrove ci sono riusciti, anche non lontano da Germaneto, e non vediamo perché l’Umg non debba riuscirci. 

Che qualcuno, però, per carità risponda! L’unica cosa che chiediamo è che ci venga risparmiata, da entrambi i fronti, la litania delle cose fatte e delle magnifiche sorti che ci attendono! (fv)