di FRANZ CARUSO – A Cosenza è nato e si è sviluppato, da quando sono Sindaco della città e da quando all’Università si è insediato il Rettore Nicola Leone, un modello virtuoso di sinergia tra le due istituzioni che ha prodotto sinora risultati che fino a qualche anno era impensabile poter raggiungere.
La Giornata Nazionale delle Università è una giornata che ha come obiettivo, in primis la riaffermazione del ruolo propulsivo che le Università hanno nella crescita e nello sviluppo del Paese, ma anche quello di mettere a fuoco il ruolo delle città che si rivelano sempre di più luoghi privilegiati di interazione e di interconnessione tra Università e territorio. Meccanismi di interconnessione ai quali la città di Cosenza non è certamente estranea.
Quello tra città e Università è un rapporto fondamentale per lo sviluppo del Paese, perché le Università rappresentano il luogo dove si creano e si rafforzano le competenze e le conoscenze. E in una dimensione proiettata nel futuro, dove la corsa al digitale e al cambiamento, e alle sfide alle quali già adesso siamo chiamati, sono all’ordine del giorno, le Università diventeranno sempre più importanti e il coordinamento tra città e Università rappresenta uno strumento particolarmente significativo per governare le politiche del futuro.
Come sindaci dobbiamo essere in grado di comprendere che la presenza degli atenei all’interno dei territori, rappresenta per gli stessi territori e di conseguenza anche per il Paese, un’occasione irripetibile di crescita non solo culturale, ma anche scientifica ed economica. Le Università sono in cammino, sono il futuro del Paese, che conta due milioni di ragazzi iscritti nei nostri atenei ed è attraverso di loro che le nostre comunità cambiano, si rinnovano, diventano moderne e pronte a raccogliere le sfide del futuro.
Il modello virtuoso messo in campo a Cosenza sta consentendo, grazie alla firma di una convenzione tra il Comune e l’Università della Calabria, di accogliere una nuova generazione di studenti nel cuore del nostro centro storico. Grazie all’accordo siglato, il Complesso monumentale di San Domenico, del 1400, che ha ospitato Tommaso Campanella, attratto a Cosenza da Bernardino Telesio, e che rappresenta la storia della cultura nazionale e non solo nazionale, diventerà ufficialmente il Polo delle Professioni sanitarie dell’Università della Calabria, ospitando entrambi i corsi attivati in quest’ambito dal Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione.
Infatti, l’antico edificio che da 18 mesi ospita già il corso di laurea in Infermieristica, vedrà l’arrivo anche degli studenti di Fisioterapia, superando la soglia dei 500 iscritti che frequenteranno quotidianamente le sue aule da ottobre, studenti che diventeranno più di 1.000 a regime.
A questi studenti si aggiungeranno più di 300 giovani che seguiranno le Scuole di specializzazione sanitarie dell’Unical e gli stagisti che frequentano l’incubatore di imprese realizzato dall’ateneo a Palazzo Spadafora, grazie ad un’altra concessione da parte del Comune, proprietario dello storico immobile e che si è perfezionata a settembre del 2023. È innegabile come tutto questo è, da un lato, una svolta storica che rafforza il legame tra la città di Cosenza e l’Unical, determinando un decisivo radicamento dell’Università nel nostro territorio e, dall’altro, la narrazione di un sogno che continua e del quale siamo fieri.
L’averlo realizzato, portando l’Università nel centro storico, è per noi non solo un fatto di estrema rilevanza, ma anche motivo di orgoglio, consapevoli di essere riusciti nell’impresa nella quale tanti, prima di noi, avevano fallito. Non solo siamo felici di aver accolto e di continuare ad accogliere i giovani studenti nel nostro centro storico, ma ce li vogliamo anche tenere stretti, perché loro rappresentano il tessuto vivo e vitale sul quale possiamo pensare di edificare la città, i cittadini e la classe dirigente del futuro, trattenendoli nella loro terra e non vedendoli partire alla volta di altre e lontane destinazioni accrescendo il fenomeno della fuga dei nostri cervelli che possiamo e dobbiamo invece ridurre ed arrestare.
La Calabria, infatti, ha bisogno della sua “meglio gioventù” senza la quale non avrà futuro ed è per i giovani e per i nostri ragazzi che bisogna lavorare e battersi, perché sono i ragazzi che si contamineranno con la città, dando impulso e vigore al suo sviluppo economico e sociale. (fc)
[Franz Caruso è sindaco di Cosenza]