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L'OPINIONE / Giuseppe Terranova: L'arrivo in Calabria di Elly Schlein suscita fiducia e speranza

L’OPINIONE / Gregorio Corigliano: Perché ha vinto Elly Schlein

di GREGORIO CORIGLIANO – C’è anche una spiegazione semplice semplice sul perché ha vinto Elly Schlein alle primarie del Pd. E bisogna ancora una volta rifarsi a quel che sosteneva Giulio Andreotti: il potere logora, ma chi non ce lo ha. In questo caso il potere ha logorato chi lo ha avuto.

Da Franceschini ad Orlando, da Guerini a Letta e compagnia piangendo, altro che cantando. Elly, 37 anni, ma che ne dimostra di meno –l’ho conosciuta ed apprezzata all’Università della Calabria- ha vinto perché il popolo che si riconosce nel Pd e dintorni – io sono nei dintorni – non voleva e non vuole avere a che fare con quanti hanno “distrutto” il Pd, dopo essersene serviti abbondantemente. Per cancellare la storia (e la geografia) dei vari leader che hanno tentato di sopravvivere facendo finta, in massima parte, di sostenerla, hanno scelto lei, l’italo-svizzera che non aveva nulla a che fare, o assai poco, con lorsignori di tessere e ministeri e che hanno fatto finta di servire il partito, del quale, invece, si sono serviti.

Il prezzo pagato? “Solamente” il sacrificio di gestire il potere, fare qualche comizio, andare da Floris o dalla Gruber, qualche volta da Bruno Vespa o da Formigli. Essenzialmente a far danni o a giustificare i loro comportamenti politici e di governo. Com’è accaduto al povero Letta che, pur bravissimo, ogni qual volta appariva in televisione faceva perdere voti al partito della stagione di Prodi e Veltroni, dei quali i non iscritti al pd si sono, con tutta evidenza, stancati. Rifacendosi all’Ecclesiaste, Martinazzoli diceva: «c’è un tempo per ogni cosa».

Lo ha ripetuto, immeritatamente anche a me, nel corso di una passeggiata in Sila, quando venne in Calabria, da ministro. E i leader di oggi, non avendolo voluto capire solo per tentare di sopravvivere, sono stati d’un colpo spazzati via. E non dagli iscritti al pd, che hanno preferito in maggioranza, l’altro leader pur bravo davvero, Stefano Bonaccini, mentre il popolo senza tessera e legami ha scelto Elly Schlein. Non volevano aver a che fare con quanti per dieci anni hanno avuto le mani in pasta dappertutto, senza esser riusciti ad avviare a soluzione un problema che la ggente (di curziana  memoria) si aspettava.

Mezzogiorno, ius soli, emigrazione, diritti dei deboli solo per accennarne alcuni. E la giovane Elly ha affascinato i più. Con capacità, stile, impegno. Udite udite: hai votato Schlein? Sì, perché sono uno dei tanti che, per il pd, è rimasto deluso, dal pd di ieri e che nutre speranze, da non iscritto, dal Pd di oggi e di domani, il Pd  schleinesiano (copyright!).Mi ha affascinato ed affascina Renzi, ma l’Azione(bloccata) con Calenda gli ha fatto innestare la marcia indietro, nel migliore dei casi quella della posizione in “folle”, cioè senza che venga inserita una marcia e gira senza essere accoppiata all’albero di trasmissione dell’auto. E chi lo dice che, nella nuova stagione della politica, la Schlein non guardi – oltre che alla sinistra – anche ai cattolici democratici?  Deve farlo. Stefano Cappellini, di Repubblica, se lo augura, la reggina vicedirettrice della Stampa, Annalisa Cuzzocrea, intervistata da Luca Bottura e Marianna Aprile, per Forrest (radiouno) le ha consigliato di non pensare, per ora, alle alleanze perché ha tanto da fare, dopo la inconcepibile durata della fase congressuale, che ha pure portato ai seggi più di un milione di elettori non iscritti.

Elettori che al Sud hanno scelto Bonaccini, ripeto bravissimo ed attrezzato, politicamente ed amministrativamente, ma sostenuto da Emiliano e De Luca e, purtroppo, dal giovane Irto mentre al Centro e al Nord (vorrà dire qualcosa?) hanno preferito la giovane Schlein. Ha indubbiamente suscitato, la giovane pasionaria, nuovo entusiasmo, che non è poco. Certo non è tutto: la vittoria e la scalata al Nazareno, è solo una speranza concreta.

Deve lavorare e concretamente per avere il successo che iscritti e simpatizzanti meritano. Il fatto che non abbia condiviso il ministro Piantedosi sugli emigranti morti di Crotone (“non dovevano partire e pensare ai propri figli!”) e si sia pronunziata per l’accoglienza dei poveri cristi con l’apertura dei porti (“la strage dei migranti pesa sulla coscienza del governo!”) come il vice presidente della Cei, mons. Savino (è la sconfitta della politica”) come ha anche egregiamente sostenuto il parroco di Botricello, don Morrone, ai colleghi del Tg1 e della Tgr, “la vita viene prima della morte” e “sono prima uomo che parroco”, lascia ben sperare. Il buon tempo, in genere, si vede dal mattino. La piccola rivoluzione è appena cominciata. (gc)