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L’OPINIONE / Paolo Bolano: Un progetto di ampio respiro che cambierebbe Reggio

di PAOLO BOLANO – Buongiorno. Ecco una lenzuolata mattutina. Non vorrei tediavi già appena svegliati. Ma lo faccio lo stesso. Prendetelo come un modesto contributo per cambiare la città di Reggio Calabria. Mi sono alzato presto per chiarire il ragionamento che ho iniziato con un mio amico imprenditore di Reggio Calabria ieri sera.

Si chiama Pino. Ama la città. È poco amato dalle istituzioni. Possiede un bellissimo lido. Curato al massimo con piccolo porticciolo. Alle spalle ha una attività commerciale di prima grandezza. Se funziona il lido e il porticciolo la sua attività commerciale vola. Così sostiene lui. Ecco il suo primo interesse. Il lido ha solo spese e pochissimi guadagni. 15 mila euro di tasse per il demanio, personale, spese varie, non bastano due mesi di attività per pagare le uscite. L’altra mattina poi si sono presentati per controlli 30 forze dell’ordine. Lui è in regola con tutto. Hanno trovato il pelo nell’uovo e gli hanno appioppato 6 mila euro di multa.

Pino sostiene che non avrà in questi due mesi di attività i guadagni per pagare demanio, personale, contravvenzione ecc. Lui comunque andrà avanti lo stesso. Ha un progetto più consistente per Reggio. Ostacolato dall’Amministrazione Comunale di sinistra (dicono lor signori). Vi informo che il Lido Comunale della città è chiuso da venti anni. I privati vengono ostacolati, la politicchetta parla di turismo per perdere tempo e denaro e intanto il lido pubblico giace tra le cartacce e le burocrazie. I cittadini sono costretti a rivolgersi ai privati. Per il turismo la città di Reggio ha bisogno di almeno dieci mila posti letto. Pino da anni aspetta i permessi per costruire un villaggio con mille posti letto. Poi un teatro, un parco ecc. I permessi non arrivano mai.

Credo che in questo caso non centri ne’ la Ndrangheta, nè le tangenti. Qualche gelosia locale. A quel tizio pastore gli è stato chiesto: «voglio farti un regalo, chiedi tutto quello che vuoi». Risposta: «che gli muoia tutto il gregge del vicino». Mi domando e dico: è possibile che siamo rimasti ancora a quelle risposte? Non credo. Torniamo da Pino. I soldi ci sono per realizzare il progetto. Le banche – dice Pino – mi fanno credito, sono un buon pagatore. Comunque il rischio è tutto mio eppure l’attività turistica non parte. 600 posti di lavoro sono chiusi nel cassetto, in mezzo a carte e burocrazia.

La città di disoccupati e emigrati aspetta questi “cazzabbubboli” che gli diano i permessi per costruire in una città che loro indicano come turistica. Intanto Le periferie sono abbandonate. Mancano anche le fogne. Una vergogna del terzo millennio. Questo è un primo quadro della città di Reggio Calabria. Io adesso però vorrei entrare nel vivo della discussione che ho avuto ieri sera con Pino. Premessa. Se io fossi stato cittadino della Gran Bretagna avrei votato per i laburisti. È chiaro?

Con Pino ho cercato di spiegare che non sono contro le ricchezze, sono contro il concentramento delle ricchezze. Mi spiego. L’1 per cento al mondo possiede la ricchezza del 90 per cento della popolazione mondiale. In Italia il 10 per cento possiede il 60 per cento della ricchezza. Credo che questo concentramento di capitali in poche mani sia un danno per tutti noi. Così circola poco denaro. Servono capitali da investire, nelle periferie, nel turismo, nell’ ambiente, nella cultura ecc. Il governo italiano non li possiede. È pieno di debiti. Ergo. Si ferma tutto? Non è possibile. Ho una idea. Se i debiti italiani li assumesse per esempio una multinazionale e noi pagheremmo poi il disturbo in cento anni non libereremmo capitali da investire nello sviluppo? È una sciocchezza la mia? Non credo. Ecco caro Pino.

Non sono il comunista che vuole prendere i soldi dei ricchi per assegnarli ai poveri. Io sono, possiamo dire, un Keynesiano che crede nello Stato che investe nello sviluppo e per creare lavoro. Credo anche nell’ intervento privato. Uno Stato che abbia i soldi naturalmente. Uno Stato che dice basta con l’emigrazione giovanile, non più diplomati e laureati che lasciano le nostre contrade agricole e sottosviluppate. I nostri Borghi che si spopolano. Vogliamo il lavoro a Reggio Calabria, vogliamo imprenditori come Pino che abbiano la voglia di investire nello sviluppo.

Vogliamo una Amministrazione, di destra, di sinistra o di centro che abbia a cuore la città. Una amministrazione che ami il bello e se è il caso lo finanzi. Se non ha i progetti, le idee, la volontà di farlo, per favore non metta il bastone tra le ruote per fermare o rallentare tutto. La mia può essere una idea fasulla, ma è un’idea. Avanti gli altri. Non tiratevi indietro.

L’idea di Pino mi piace. Aiutatelo ad andare avanti. Mette i suoi soldi, rischia in proprio, cosa volete altro da lui signori della politichetta? Credo di essere stato chiaro, amico mio Pino. Auguri per i tuoi progetti che possono cambiare le sorti di una grande e bella città come Reggio Calabria. (pb)