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L'OPINIONE / Giusy Staropoli Calafati: Lacrime per San Luca

L’OPINIONE / Vincenzo Vitale: Alcune considerazioni sul commissariamento della Fondazione Alvaro

di VINCENZO VITALE – La fondazione intitolata a Corrado Alvaro, con sede in San Luca, è stata commissariata dalla Prefettura di Reggio Calabria. Premettiamo che le motivazioni ci sono e sembrano valide: scarsa attività culturale, erosione patrimoniale, presenza nel suo organo dirigente di soggetti “discutibili”.

Purtuttavia non possiamo non ammettere che l’assunzione di un tale provvedimento faccia riflettere e considerare che non tutti gli atti amministrativamente validi e corretti siano socialmente utili e funzionali al maggiore interesse della comunità.
Recentemente definita da un’attenta e sottile osservatrice e interprete della vita culturale calabrese come “unico faro acceso nella notte di San Luca”, è indubbio che la Fondazione Corado Alvaro, costituita il 24 gennaio del 1997 e commissariata il 21 marzo 2025, una sua funzione l’abbia avuta, non foss’altro che per avere sede in un paese ad alta densità di ‘ndrangheta.
Specialmente al Sud non si dovrebbero mai dimenticare le parole di Gesualdo Bufalino, amico di Leonardo Sciascia, a proposito dell’intervento dello Stato: per combattere la mafia più che un esercito di forze dell’ordine è necessario dispiegare un esercito di maestri e professori armati di cultura e amore. Letterale: «la mafia sarà vinta da un esercito di maestre elementari», frase estratta da commenti e riflessioni del Bufalino dopo la scomparsa di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Quella della nascita a San Luca di una fondazione in memoria di un sanluchese, è stata una forte scommessa, voluta da menti libere e illuminate, che oggi sembra persa: a causa anche all’intervento di opportunisti e detrattori, tra i quali non vorremmo che si ascrivesse anche un potere statale miope e non in grado di interpretare un centro di cultura anche come un avamposto di legalità e giustizia sociale.
Questo potere non ha, probabilmente, preso della giusta considerazione l’attuale presidenza del prof. Aldo Maria Morace, ordinario di Lettere all’Università di Sassari e sofisticato italianista, o l’ha ritenuta troppo debole e soccombente agli interessi degli altri membri del consiglio di amministrazione.
Nel 1997 si era operato illuministicamente, credendo che il riscatto di un popolo potesse avvenire attraverso la cultura, secondo l’insegnamento del filosofo pedagogista svizzero Johan Heinrich Pestalozzi che per primo, nell’età dei Lumi, postulò l’uso dell’istruzione e della cultura per rendere veramente liberi gli uomini. Nel nostro caso rendere liberi i sanluchesi dall’oppressione della ‘ndrangheta.
La Prefettura, con ogni evidenza, non ha creduto che ciò sia stato realmente fatto ovvero che questa impostazione sia stata rispettata nella sua essenza.
Sorgono spontanee alcune domande: San Luca oggi è la stessa di quasi cento anni fa, quella del 1930 quando Corrado Alvaro scrisse Gente in Aspromonte? Chi porta un cognome “etichettato” è necessariamente un poco di buono? Il peso di una parentela deve necessariamente trasformarsi in una stimmata sociale? È giusto che le accuse fatte a un padre pesino ancor di più sui suoi figli?
La risposta negativa a queste domande risiedeva proprio nella presenza a San Luca della Fondazione Alvaro, che però, secondo la Prefettura, pur intitolata a un sanluchese che aveva fatto conoscere il paese aspromontano non solo come ricettacolo di vipere sociali, non ha svolto il compito assegnatole.
È augurabile che la Prefettua percorra vie che non comportino la chiusura della Fondazione Alvaro bensì un suo risanamento: la presenza dello Stato non può essere affidata alla mera osservanza delle regole, che a volte si possono appalesare sterili o propedeutiche alla regressione sociale. (vv)
[Vincenzo Vitale è presidente della Fondazione Mediterranea]