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Villa Comunale Maida intitolata a Falcone e Borsellino

MAIDA (CZ) – Intitolata la Villa Comunale ai giudici Falcone e Borsellino

In occasione della Giornata della Legalità, l’Amministrazione comunale di Maida, guidata da Salvatore Paone, ha intitolato la Villa Comunale  in località Campo ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uccisi nelle stragi di Capaci e Via d’Amelio nel 1992, alla presenza del procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Camillo Falvo.

Presente, inoltre, il capitano della Compagnia dei Carabinieri di Girifalco, Felice Bucalo e il dirigente scolastico Giuseppe De Vita dell’Istituto Comprensivo “G. Pascoli”, che ha collaborato a trasformare la ricorrenza nazionale in un importante appuntamento con la “Scuola di legalità”, in cui i ragazzi hanno potuto ascoltare e porre domande al procuratore Falvo, proprio con l’intento di offrire sui banchi di scuola un insegnamento irrinunciabile per la formazione dei cittadini nella coscienza che la mafia è un fenomeno ancora vivo e forte, al quale è necessario opporsi con consapevolezza ogni giorno.

«È un segnale importante ed è bello che arrivi da una piccola comunità come quella di Maida. Abbiamo bisogno di questi segnali, soprattutto in questo periodo – ha affermato il procuratore Falvo –. Ispirandoci all’esempio di Falcone e Borsellino e Rosario Livatino che proprio in questi giorni è stato beatificato, possiamo uscire da questa palude. È importante per i giovani e per il messaggio di legalità che viene mandato. Parlare con loro è sempre  bello, sono loro che potranno aiutarci a uscire dalla morsa della criminalità organizzata».

«Era nostra intenzione da tempo Intitolare anche nel nostro Comune un luogo ai Magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – ha affermato il sindaco Paone –. Mancava a Maida un luogo che ricordasse i nomi di chi oggi rappresenta in Italia e direi nel mondo l’emblema della giustizia e del contrasto alle criminalità organizzata. Abbiamo pensato oltre all’intitolazione della villa, di apporre e scoprire un marmo commemorativo in ricordo dei due eroici Magistrati e soprattutto di parlare di legalità con i giovani, con protagonisti un Magistrato quotidianamente in prima linea come il Procuratore Falvo e le ragazze e i ragazzi delle terze medie, in rappresentanza di tutti i giovani e giovanissimi della nostra comunità».

«Come calabresi – ha aggiunto – non dobbiamo mai dimenticare che, da decenni e ancora oggi, uno dei principali motivi che stanno alla base di un mancato rilancio economico e sociale della nostra terra è proprio la presenza della ndrangheta e di quel sempre più diffuso mondo definito “zona grigia” (fatto di professionisti, imprenditori, politici, massoneria) che vede coinvolti spesso persone insospettabili e che di fatto contribuisce a rendere la criminalità organizzata calabrese l’organizzazione criminale più potente al mondo, con una struttura familiare capillare sul territorio, non più solo calabrese».

«Il contrasto più forte alla cultura criminale – ha detto ancora Paone – inizia quindi dai giovani, attraverso una vera e propria diffusione della cultura della legalità, ma anche attraverso uomini dello Stato come il Procuratore Camillo Falvo, quotidianamente impegnato nel portare avanti insieme ai suoi collaboratori e alle forze dell’ordine operazioni importanti per riportare la normalità nella nostra martoriata terra; a lui va un sentito grazie da parte di tutti noi cittadini. Un lavoro fondamentale quello dei magistrati impegnati a “ripulire” la Calabria dalla malavita, ma che ha bisogno, per raggiungere l’obiettivo, di un forte retroterra culturale di legalità, oltre che di uomini e mezzi».

«Non si può pensare di vincere l’organizzazione criminale più potente al mondo – ha detto ancora – senza risorse adeguate. Bisogna comprendere come cittadini che non tutti siamo uguali e che la scelta di stare dalla parte della legalità non deve accettare compromessi o debolezze, in nessun campo, iniziando da quello della politica. n questo ragionamento s’inserisce, e sono contento oggi di poterlo ricordare, la costituzione come parte civile del Comune di Maida nel processo contro la ndrangheta definito “Imponimento”».

«Mai – ha concluso – nella storia del nostro Comune si era assunta una posizione così netta e forte. Vicini sempre a quella parte della società calabrese pulita che ha voglia di mettersi in gioco per il bene comune, rimanendo lontano da logiche mafiose». (rcz)