Il centro di eccellenza del CNR di Piano Lago rischia di chiudere, in quanto l’Asp di Cosenza avrebbe parcellizzato i fondi destinati alla struttura di ricerca. La denuncia è arrivata da Umberto Calabrone, segretario regionale della Cgil e di Pino Assalone, segretario provinciale Flc. Cgil Cosenza.
«Di questa struttura – hanno dichiarato i sindacalisti – abbiamo sempre difeso la valenza medico nonché sociale, richiedendone una implementazione dei processi di ricerca, poiché non solo operano professionisti di altro profilo scientifico, ma perché costituisce, per il territorio calabrese, e non solo, un centro di eccellenza».
«È una smobilitazione – hanno proseguito i sindacalisti – che va avanti da anni, con una evidente accelerazione di tali processi negli ultimi mesi, e nulla sono valse le trattative e i tentativi di far cambiare idea ai responsabili del CNR che, con la loro miopia, stanno cancellando una struttura che ha fatto della ricerca uno dei suoi capisaldi progettuali di alto livello».
«Sembra un paradosso – hanno proseguito i sindacalisti – ma il CNR non è in crisi per mancanza di domanda e offerta, è in crisi perché le logiche di mercato sul piano scientifico tendono a delocalizzare, andando ad ingrossare le altre strutture sul territorio nazionale, sottraendo alla Calabria una crescita sul piano medico-scientifico e anche occupazionale senza precedenti».
«A rendere ancora più allarmante il futuro del CNR di Piano Lago – hanno proseguito i sindacalisti – ci ha pensato bene l’ASP di Cosenza, che ne ha affossato la sua esigua sopravvivenza, dividendo e spacchettando 500 mila euro destinati dalla Regione Calabria al Cnr per la sua quotidiana attività e non solo, tra quattro laboratori operanti nello stesso settore, ovvero al Biocontrol Imagin, all’Anmi Centro Diagnostico, alla Genetica medica Ev Laboratori e la Biogenet».
«È ragionevole – hanno proseguito i sindacalisti – chiedersi come mai i vertici del CNR non abbiano preteso di avere a disposizione le risorse assegnate, e perché il CNR abbia gettato la spugna senza difendere la buona ricerca e la buona sanità offerta dal CNR di Piano Lago, e le professionalità e dar continuità scientifica per una comunità che necessità invece di strutture di eccellenze, visto che la Calabria spende circa 300 milioni per la mobilità sanitaria dei propri cittadini per farsi curare altrove».
«E il mancato utilizzo di queste risorse – hanno proseguito i sindacalisti – ha provocato un danno al Cnr? Riteniamo che la Corte dei Conti debba essere messa al corrente di questa vicenda tenuto conto del suo ruolo di controllo sulla gestione finanziaria degli Enti. Siamo costretti a prendere le distanze da questa operazione non solo perché nulla di questa spartizione è rimasta nelle casse del CNR ma perché se ne vuole decretare il definitivo de profundis».
«Ci chiediamo su quali elementi scientifici e tecnici – hanno proseguito i sindacalisti – l’Asp di Cosenza abbia ritenuto utile e validi destinare questi fondi pubblici a strutture che operano nel perimetro del privato e quali specificità hanno rispetto al CNR che non potrebbe invece garantire. Pur nutrendo la massima stima, ma diffidando completamente sulle procedure fin qui adottate, come O.S chiediamo una operazione verità sul destino del CNR di Piano Lago e anche sul sistema di affidamento che queste strutture possano offrire alla comunità».
«Riteniamo che si sia arrecato un danno – hanno concluso i sindacalisti – sia dal punto di vista economico che dei servizi squisitamente sanitari e che a nessuno interessi più prorogare l’attività diagnostica del CNR di Piano Lago. Faremo la nostra parte per poter invertire processi e decisioni già assunte provando a sollecitare un incontro e aprire un dialogo con i responsabili dell’Asp di Cosenza chiedendone la revoca degli atti e la disapplicazione della convenzione ritenendo .tra l’altro che l’operazione sia assolutamente inappropriata perché siamo convinti che bisogna valorizzare e riconoscere al CNR di Piano Lago tutta la sua dignità di centro di eccellenza». (rcs)