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Medici imboscati, Tavernise (M5S) chiede alle Asp l’accesso agli atti

Il consigliere regionale e capogruppo del M5S, Davide Tavernise, ha chiesto alle Asp l’accesso agli atti in merito alla vicenda dei medici imboscati.

La richiesta è chiara: qual è il dato numerico del personale sanitario, impiegato in attività rientranti nel ruolo amministrativo o comunque adibito a mansioni diverse da quelle per le quali è stato assunto in categoria e profilo professionale di appartenenza? Qual è il dato numerico sul personale sanitario in possesso di inidoneità certificata allo svolgimento delle mansioni previste? Oggetto del contendere: stanare il personale sanitario “imboscato”.

«Nelle strutture ospedaliere regionali il personale sanitario ridotto all’osso da tempo, troppo – ha dichiarato – costringe a turni massacranti, ma anche ad accumulare le ferie, che prima o poi andranno smaltite, creando ulteriori vuoti. Per non parlare della sofferenza del servizio delle ambulanze, per cui i dati nazionali parlano di riduzione dei camici bianchi del 50% negli ultimi dieci anni, mentre in Calabria, ancora, nessuna delle 5 Asp riesce a mantenere il tempo richiesto di 21 minuti che deve persistere tra la chiamata di soccorso e il raggiungimento del luogo dell’evento. Sempre che sull’ambulanza, poi, ci sia il medico. E’ inaccettabile in questo contesto assistere alla pratica degli “imboscati”, per cui personale sanitario assunto per precise e determinate mansioni venga collocato negli uffici amministrativi».

«Il 14 ottobre scorso ho depositato una proposta di legge in tal senso. Ma la situazione in cui versa la nostra sanità è tale per cui il tempo è preziosissimo e occorre portarsi avanti. La stessa proposta di legge – ha spiegato Tavernise – fa salvi i casi certificati di inidoneità per grave malattia o sopravvenute limitazioni fisiche che rendano inidonei allo svolgimento delle mansioni previste. Ma su questo occorre intervenire con una visita medico – collegiale a cadenza annuale».

«Oggi ci ritroviamo liste d’attesa sempre più lunghe – ha concluso – spesso assistiamo ad aggressioni verso il personale sanitario, accanto a soluzioni tampone e di medio lungo periodo, come l’assunzione degli specializzandi, serve con forza e determinazione riportare presto in corsia il maggior numero di medici, infermieri e operatori sanitari già in dotazione nelle nostre strutture sanitarie». (rrc)