Raffaele Mostaccioli, segretario provinciale di Confartigianato Catanzaro, chiede se si è sicuri, in «questo momento di grande fragilità ed incertezza sociale ed economica con la preoccupazione per la stabilità del Paese spaventato dall’incremento del numero dei contagi da covid 19 e il terrore di un nuovo lockdown» che «gli Enti camerali siano nelle condizioni di esperire tutte le procedure necessarie per arrivare a questo accorpamento senza danneggiare le imprese sul territorio».
L’accorpamento delle Camere di Commercio, che ridurrebbe il numero da 105 a 60, è all’interno della legge delega 124 del 2015, che è stata riportata all’attenzione con il Decreto Agosto.
«Già nel giugno scorso – ha aggiunto – la Corte costituzionale – che ha esaminato, nella Camera di consiglio, le questioni di legittimità costituzionale sollevate dal Tar del Lazio sulla legge delega e sul decreto legislativo di riordino delle Camere di commercio – ha stabilito che la riforma rispetta il principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni.»
«Allora perché premere l’acceleratore proprio in questo momento – ha proseguito Mostaccioli – fissando per il 14 ottobre la data ultima per la conclusione del procedimento? Credo sia legittimo interrogarsi sull’opportunità di questo provvedimento che, in questo momento storico così difficile, invece di sostenere le imprese potrebbe ostacolarle nell’operatività sul territorio. A parte la presunta riduzione dei costi conseguenti all’accorpamento, sarebbe il caso di verificare la situazione economica di ogni singola Camera di Commercio per evitare eventuali situazioni debitorie che potrebbero quindi incidere negativamente sugli effetti benefici, soprattutto in questa fase in cui un Ente camerale solido, presente e radicato è un valido sostegno alle imprese».
«In questi mesi – ha continuato il segretario provinciale di Confartigianato Catanzaro – la Camera di Commercio di Catanzaro ha sostenuto imprese e aziende con bandi, voucher, consulenze, una vicinanza tangibile che ha aiutato gli imprenditori, giovani e meno giovani, a sentirsi meno soli. Sarebbe davvero il caso che i parlamentari calabresi di ogni colore ed estrazione politica e geografica diano un segno di vita e si facciano promotori di un’azione chiarificatrice nell’applicazione della legge che tenga conto delle istanze e delle reali esigenze del territorio, senza nascondersi dietro la logica della burocrazia che non ha mai aiutato l’economia reale». (rrm)