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Occhiuto: Prima dell’Autonomia applicare i Livelli Essenziali delle prestazioni

Garantire prima a tutti gli stessi diritti, poi si potrà parlare di autobomia differenziata. È la priorità del presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto che, in una intervista a Il Quotidiano del Sud – L’Altra voce dell’Italia, ha detto di non avere «alcun pregiudizio nei confronti dell’autonomia differenziata, che anzi se fatta bene e con intelligenza potrebbe rappresentare anche un’opportunità per tante Regioni del Sud».

Ma prima di parlare dell’articolo 116 della Costituzione – quello appunto che regola l’autonomia differenziata – vanno applicati gli articoli 117 e 119 – ha evidenziato – ossia i Livelli essenziali delle prestazioni e la perequazione. I diritti sociali e civili devono essere uguali su tutto il territorio nazionale: non possono esistere italiani di Serie A e italiani di Serie B».

«Non è facile – ha spiegato Occhiuto – quantificare quante risorse il Sud perda, di certo il finanziamento dei diritti sociali e civili attraverso la spesa storica rappresenta una grave ingiustizia. Faccio un esempio. Ipotizziamo che a Crotone ogni anno vengano spesi 100 mila euro per gli asili nido, e che a Bergamo ne venga invece impiegata la cifra di 1 milione di euro. Se l’anno successivo lo Stato aumentasse i finanziamenti del 10%, a Crotone andrebbero 110 mila euro e a Bergamo 1 milione e 100 mila euro: alla città calabrese 10 mila euro in più, a quella lombarda 100 mila euro in più». 

«È palese che con questo sistema – ha continuato – le differenze si acuiscono sempre di più. Bisogna, invece, traslare il tutto in relazione ai fabbisogni standard, solo così possiamo accorciare il gap tra Nord e Sud». 

«La priorità deve essere garantire a tutti gli stessi diritti sociali e civili – ha ribadito –. Nella nostra Carta fondamentale questi principi sono codificati come un obbligo, non come un’ipotesi. Dopo aver fatto questo, anche un istante dopo, possiamo parlare dell’autonomia differenziata che nella Costituzione è definita come possibilità. Bisogna attuare tutto il Titolo V, partendo dai doveri dello Stato».  Parlando della bozza del ministro Calderoli, Occhiuto ha ricordato che «era solo una bozza, e come tale va trattata. Certo, la parte dei Lep non si può liquidare in poche righe, dicendo di fatto, “o si fanno entro 12 mesi o si va comunque avanti con l’autonomia”. Non può funzionare così». 

«Senza la definizione, una volta per tutte, dei Livelli essenziali delle prestazioni –  ha evidenziato ancora – non può esserci l’autonomia differenziata. Calderoli è una persona intelligente ed ha capito che senza questo passaggio la sua riforma avrà una strada tutta in salita».

«In ogni riforma – ha spiegato Occhiuto – ci sono rischi e opportunità. La sfida che insieme al ministro Calderoli dobbiamo saper cogliere è quella di realizzare finalmente dopo 20 anni il principio dell’uguaglianza dei cittadini, lo ripeto, nei loro diritti civili e sociali insieme ai principi di maggiore autonomia per le Regioni». 

«L’Italia – ha spiegato ancora il Governatore – non ha alcun interesse ad avere le Regioni del Sud sempre più distanti dagli standard europei: vogliamo essere un’opportunità per il Paese, non una palla al piede. L’autonomia differenziata, se fatta insieme a tutto il resto, può essere la locomotiva per trainare anche i Lep e la perequazione. Sulle materie, ce ne sono alcune che potrebbero essere una vera e propria ricchezza per il Mezzogiorno». 

«In Calabria, ad esempio – ha ricordato – produciamo il 42% di energia da fonti rinnovabili, se sommiamo anche l’idroelettrico ed altre forme, la mia Regione produce più dell’energia che consuma. Eppure i calabresi pagano le bollette come i veneti o i lombardi. Se io potessi trattenere la fiscalità derivante da questa eccellenza del mio territorio, potrei far pagare meno ai miei corregionali. Altro esempio, il porto di Gioia Tauro movimenta ogni anno 3,6 milioni di container, ma la ricchezza prodotta da questo incredibile scambio di merci non resta in Calabria». 

«Se io potessi trattenere una parte degli oneri doganali – ha detto ancora Occhiuto – potrei creare sviluppo per la mia Regione e lavorare per rendere sempre più questo porto strategico e punto di riferimento per l’Europa sul Mediterraneo». 

Parlando poi della manovra, Occhiuto ha ricordato che «è stata costruita in poche settimane e deve affrontare le emergenze in atto, a cominciare dal caro energia. Su 35 miliardi ben 21 andranno per calmierare le bollette di famiglie e imprese».

«Per il resto – ha proseguito – si avviano le riforme promesse dal centrodestra in campagna elettorale, il taglio del cuneo fiscale, la flat tax, l’innalzamento delle pensioni minime, una maggiore attenzione per le famiglie, per le donne e per i giovani».

«Questa legge di bilancio – ha detto – è il primo grande provvedimento economico del governo. La coalizione ha vinto nettamente le elezioni politiche, ha una maggioranza parlamentare solida, ed ha dunque una prospettiva di legislatura». 

«Mi pare ingeneroso pretendere dal presidente Meloni e dal suo governo che il programma di centrodestra venga realizzato tutto in poche settimane – ha evidenziato – invece che in 5 anni. Il Parlamento, come sempre, avrà un ruolo importante. La legge di bilancio potrà essere migliorata dai gruppi, anche da quelli di centrodestra, non vedo alcun problema».

 Per Occhiuto il governo Meloni «durerà 5 anni. Vedo una maggioranza solida, la leadership di Giorgia Meloni in ascesa, e soprattutto nell’altra metà campo intravedo solo caos e approssimazione». 

Sul Reddito di cittadinanza, Occhiuto ha ricordato di aver «solo invitato alla prudenza,  perché un errore può essere cancellato soltanto con una soluzione che funzioni».

«Sono favorevole – ha spiegato – a prevedere che dopo un solo rifiuto di un’opportunità lavorativa venga revocato il sussidio, ma credo che prima di cancellarlo del tutto sia necessario intervenire sulla riforma del mercato del lavoro». «Senza una vera formazione e senza strumenti per incrociare la domanda e l’offerta – ha concluso – in alcune Regioni come la mia sarà difficile creare nuova occupazione in 6/8 mesi». (rrm)