Pasquale Imbalzano, già consigliere comunale di Reggio Calabria, ha dichiarato che «per Pellaro, così come per tutta la vasta periferia della Città, da Nord, alla zona collinare, a Sud, è ora di attuare in tempi brevi un vero e concreto programma di interventi, lontano dai rattoppi attuali ed “a casaccio” del centro cittadino, e che servano a migliorare la condizione di vita di una area, quella pellarese, ormai abitata da oltre 20 mila persone e fin qui scarsamente attenzionata».
«Per cultura politica e personale – ha aggiunto – rifuggiamo di norma dalla tentazione di sollevare polemiche che potrebbero essere recepite come personali, e non lo sarebbero comunque da parte nostra, anche quando leggiamo periodiche dichiarazioni-annunci, del tutto trionfalisticamente fuori luogo, su iniziative sempre di là da venire dell’attuale Amministrazione di Centro-sinistra per l’area pellarese, soprattutto ove si pensi che sono passati sette (ripetiamo sette) anni dal suo insediamento, caratterizzati in massima parte solo da fiumi di parole a go go. Eppure l’esperienza consolidata dovrebbe suggerire maggiore cautela, anche se si è in previsione delle elezioni regionali, atteso che i cittadini di Pellaro non hanno da tempo l’anello al naso ed anzi sanno bene che il lavoro amministrativo bisogna concretizzarlo e non annunciarlo, magari fidando nella loro scarsa memoria. Un esempio recente, ma clamoroso, per tutti: il Centro Vaccinale al Cedir, annunciato in pompa magna e che doveva essere operativo per il 31 marzo, ma fragorosamente e definitivamente mai realizzato».
«Ed a proposito di Pellaro – ha proseguito – abbiamo voluto in questi giorni effettuare la consueta ricognizione in tutte le sue 36 frazioni, raccogliendo la solita impressione disarmante. A partire dalla eterna incompiuta, anzi di fatto mai avviata, della costruzione del Ponte sul Torrente Fiumarella a Lume (e non di Nocille), che da anni tiene in ostaggio, salvo peripli obbligati da compiere, le frazioni di Lia, Campicello, Nocille stessa, Testa di Cani e S. Francesco, con relative strade annesse devastate ed impraticabili. Analoga la triste condizione delle vie comunali attorno agli abitati di Bocale I, II e Campoli, che rendono impossibile il raggiungimento sia di tanti agglomerati di abitazioni costruite di recente che le ubertose e floride campagne delle vicine colline produttrici di vino, olio e mandorle di eccezionale qualità».
«E che dire – ha detto ancora – delle difficoltà di raggiungere la frazione di Pantano o del colabrodo in cui sono ridotte le Vie Lume S. Filippo e Feudo,quest’ultima raggiungibile solo con i fuori strada? Per non parlare della panoramica via Quattronari fino a S. Giovanni, da tempo raggiungibile solo a prezzo di gravi danni alle macchine, come sarebbe giusto e più breve, dalla statale 106 per la condizione indescrivibile delle strade comunali adiacenti. A questo proposito, reiteriamo la nostra antica, ma sempre attuale proposta di allargare strada di accesso al Cimitero, inaccessibile per i frequenti ingorghi nei fine settimana e risalente ormai ad oltre 70 anni».
«Per non parlare – ha detto ancora – della drammatica condizione della viabilità di via Carrubbara fino a Macellari, il cui ponte rimane ancora incompiuto dopo oltre 20 anni, e dei tratti stradali che conducono alle popolose frazioni di Curduma, Cavallaro, Amendolea e Paterriti, sempre più isolate a dispetto di tanti annunci sulla stampa su interventi fantomatici rispetto a risultati pressochè inesistenti. Ed infine: è migliore la condizione delle Vie Mortara, Filici I e II e delle vie che dal torrente S. Gregorio portano alla parte alta del rione S.Leo?».
«Tutto questo – ha concluso – per testimoniare che atteso lo stato di abbandono in cui è stato tenuto in questi ultimi anni il vasto entroterra Pellarese, a dispetto di tante presenze locali di amministratori di maggioranza, ci porta alla conclusione che anche per Pellaro, così come per tutta la vasta periferia della Città, da Nord, alla zona collinare, a Sud, è ora di attuare, in tempi brevi, un vero e concreto programma di interventi, lontano dai rattoppi attuali ed “a casaccio” del centro cittadino, e che servano a migliorare la condizione di vita di una area, quella pellarese, ormai abitata da oltre 20 mila persone e fin qui scarsamente attenzionata». (rrc)