Il consigliere comunale di Reggio stigmatizza, in una nota, che «in tema di vaccini la Calabria è all’anno zero: cosa si aspetta a utilizzare le strutture private?».
Afferma Imbalzano: «Mentre in tutto il paese il livello di somministrazione dei vaccini rimane drammaticamente basso e la Calabria è tra le regioni con una percentuale risibile, mentre si stipulano convenzioni, come quella con le farmacie, rispetto alle quali ci si deve porre il problema della loro praticabilità dal momento che questi professionisti non possono somministrare farmaci, a fronte di sempre possibili effetti negativi dei vaccini stessi, ci si dimentica che in guerra, e questa è una vera guerra, si debbono mobilitare tutte le risorse disponibili, senza pregiudiziali che al punto in cui siamo appaiono ridicolmente ideologiche. Siamo convinti che le strutture private, già ampiamente collaudate sul campo e dotate di tutte le risorse necessarie, possono fornire un aiuto prezioso e tangibile, a cui per nessun motivo si può più, in alcun modo, rinunciare.
«Abbiamo letto in questi giorni di autorizzazioni del tutto pleonastiche fornite ad alcuni qualificati Istituti diagnostici della nostra provincia e della nostra città, in ordine alla possibilità di eseguire tamponi molecolari. La cosa, se non ci trovassimo di fronte ad una questione assai delicata, andrebbe sottolineata in negativo per il ritardo con cui è stata concessa ed ormai pleonastica, dal momento che in questi mesi alcune di queste strutture hanno svolto un ruolo spesso quasi sostitutivo di quelle pubbliche, perché meglio organizzate e capaci di fornire un servizio più che tempestivo, con centinaia di tamponi giornalieri, e per soddisfare ogni esigenza dei cittadini».
Cita, il consigliere Imbalzano il caso del Piemonte dove «molte strutture private sono state accreditate nelle settimane scorse a somministrare tutti i vaccini disponibili, con un target di almeno 3.500 giornalieri, qui in Calabria si fanno battaglie di retroguardia, con armi spuntate di fronte ad un nemico invisibile e angosciante» mentre, in Calabria «si fanno battaglie di retroguardia, con armi spuntate di fronte ad un nemico invisibile e angosciante , mentre decine di migliaia di cittadini inermi, attendono di conoscere la data in cui potranno ricevere la prima dose, da un sistema che fa acqua da tutte le parti. Ben vengano tutte le iniziative che si annunciano per rafforzare i centri di somministrazione pubblici. Ma poiché questa è una lotta contro il tempo e temiamo ci aspettino lunghi e terribili mesi, durante i quali ogni ritardo significa altre perdite di vite umane, a fronte di una sanità calabrese che ha confermato ancora una volta di non poter affrontare da sola questo dramma colmando subito la propria strutturale inefficienza, si utilizzino da domani le migliori risorse private di ogni territorio, con la piena consapevolezza che più si allungano i tempi e maggiori sono i costi anche economici per tutta la collettività, dal momento che di questo passo, tra qualche mese a quella pandemica si aggiungerà una crisi sociale incontrollabile, con aziende e famiglie ormai rase al suolo, e che nessun modico ristoro potrà utilmente contrastare». (rrc)