di ARISTIDE BAVA – A volte neppure chi vive il suo territorio conosce il fascino e le potenzialità che ad esso si accompagnano. Arriva un recente esempio di ciò da Siderno dove, nei giorni scorsi, sono stati assegnati i premi Borghinfiore. Sono in molti, infatti in occasione di questa assegnazione ad essere rimasti sorpresi per uno degli importanti riconoscimenti, ovvero il Premio Archeoinfiore”.
È andato a Precacore del Comune di Samo. Una località per tanti poco conosciuta. E bene ha fatto l’Arch. Umberto Panetta a sviluppare una dettagliata relazione su Precacore, illustrandone il fascino ma precisando anche che si tratta di un borgo pressocché abbandonato che possiede, però, un patrimonio architettonico unico, e suggerendo anche come valorizzare questo interessante sito storico che potrebbe anche rivitalizzare il piccolo paese di Samo.
Approfittando della relazione di Umberto Panetta cerchiamo di conoscere meglio Precacore partendo dalle origini “leggendarie” e toponomastiche: una leggenda narra che, dopo un nubifragio nel XV secolo che distrusse la città, una nobildonna miracolosamente sopravvissuta ma che sotto le macerie perse il marito e i sette figli, in quel momento di grande dolore esclamò: «Mamma, o mamma, nel vedere la mia Samo così distrutta mi crepa il cuore», da cui il nome “Crepacore”, poi trasformato in “Precacore”.
Altri suggeriscono che il nome derivi da “Perì kore” (vicino alla città) o dal verbo calabrese “crepare” (spaccarsi), in riferimento alle fratture del terreno. Secondo la tradizione, l’insediamento originario di Samo fu fondato nel 492 a.C.nei pressi di Capo Zeffirio dai Samii della Grecia, che si stabilirono nella regione dopo essere fuggiti dall’Asia Minore.
Il borgo originario di Precacore sorge a 350 m sul livello del mare, su uno sperone roccioso dell’Aspromonte, tra la fiumara La Verde, caratterizzata da pittoresche gole, e il vallone Santa Caterina. Nel punto più alto del borgo si trova il castello, detto di “Pitagora” dove sono ancora visibili alcuni resti dei muri perimetrali. Fa parte del borgo di Samo, che domina la vallata della fiumara La Verde, di straordinario pregio naturalistico e paesaggistico, ed ha una posizione strategica all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte e una storia unica. Secondo l’arch. Panetta si potrebbe connettere e valorizzare il patrimonio storico e culturale del territorio, puntando a rafforzare l’identità locale e costruire un dialogo tra passato e presente.
Sebbene l’Amministrazione comunale, sotto la guida del sindaco Pulitanò, abbia intrapreso diverse iniziative per riscoprire le radici identitarie del borgo, c’è ancora molto da fare per rendere visibile un patrimonio architettonico e paesaggistico di valore unico, capace di rappresentare la specificità di un territorio in cui la storia e il paesaggio raccontano narrazioni irripetibili. Samo si distingue per il suo potenziale competitivo in due ambiti principali: da un lato, la tutela della sua identità storica, e dall’altro, l’attivazione di modalità innovative di coinvolgimento, mirate a preservare la piccola comunità e a proiettarla verso un futuro sostenibile.
Investire sull’identità, sull’ambiente e sul patrimonio culturale potrebbe permettere di creare nuove reti di relazioni, estendendo l’azione oltre i confini locali orientandosi verso un modello di sviluppo integrato, radicato nell’autenticità e nella coesione sociale. Esiste già un intervento progettuale denominato “Cis Calabria – Svelare Bellezza – Recupero e Valorizzazione Ambientale del Castello di Precacore e delle aree limitrofe”, di cui si è occupato lo stesso Umberto Panetta come capogruppo di un raggruppamento di professionisti.
Il progetto mira a svelare l’essenza di Samo, dove si percepisce ancora la forza delle antiche popolazioni. L’obiettivo è restituire alla collettività la bellezza dei luoghi storici, del borgo disabitato di Precacore e degli spazi di relazione nel centro urbano, generando un turismo culturale che prolunghi la permanenza dei visitatori, e avvii iniziative sociali e culturali incentrate sulla cooperazione tra enti, università e associazioni. L’iniziativa si inserisce nell’ambito di un Accordo di Programma tra il Comune di Samo e l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, grazie al quale sono già stati realizzati incontri, seminari e contest culturali per consolidare le sinergie tra gli attori locali e per rafforzare il senso di appartenenza della comunità. Gli interventi già realizzati e, in particolare, quelli del progetto Cis Calabria – Svelare Bellezza, si concentrano su due aree: il borgo antico di Precacore e il centro urbano di Samo.
Le attività includono sia interventi materiali di recupero e riqualificazione, sia azioni immateriali finalizzate a promuovere la conoscenza e la fruizione del patrimonio storico-culturale. Il progetto si propone di rafforzare l’attrattività turistica di Samo e di generare un impatto positivo su diverse dimensioni: Sociale e occupazionale: con particolare attenzione all’impiego giovanile e femminile; Culturale e turistico: attraverso il recupero e la valorizzazione di un patrimonio ancora poco conosciuto; Ambientale: con interventi di tutela del paesaggio e azioni di riqualificazione che preservano le caratteristiche naturali e culturali del territorio, in armonia con il Parco Nazionale d’Aspromonte.
Nella sostanza il recupero e la valorizzazione di Precacore e di Samo possono rappresentare una risposta alle sfide che molti borghi calabresi affrontano, come lo spopolamento e la marginalizzazione. Investire nel recupero dell’identità culturale e nel turismo sostenibile può trasformare questi luoghi in esempi di sviluppo integrato, in cui la comunità si riscopre e cresce insieme al suo patrimonio. (ab)