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Questura di Cosenza e Associazione Mediatori Penali insieme contro la violenza domestica

Questura di Cosenza e Associazione Mediatori Penali insieme contro la violenza domestica

di MARIACHIARA MONACOÈ stato siglato fra la Questura di Cosenza e l’Associazione Italiana Mediatori Penali A.I.Me.Pe, il protocollo Zeus. A centro dell’iniziativa, c’è la volontà di collaborare attivamente attraverso una serie di azioni celeri e concrete volte a prevenire la violenza domestica, promuovendo lo sviluppo e l’attivazione di percorsi di recupero, per soggetti responsabili di reati come stalking e violenza.

Tutto questo, con l’obiettivo di evitare la recidiva, e limitare lunghe serie di episodi violenti.

Un percorso intenso anche per i maltrattanti, i quali si troveranno ad abbracciare percorsi riabilitativi, con il sostegno di criminologi, avvocati, psicoterapeuti, educatori e mediatori, per raggiungere la piena consapevolezza degli errori commessi.

Il nome del progetto, non ci può che far pensare al famoso Dio greco, uno dei maltrattanti più noti  della storia, la cui modalità di dominio nelle relazioni costituisce un avvertimento da cogliere: perché gli Zeus in erba non si trasformino in despoti, è necessario troncare sul nascere il loro agire inadeguato e violento. Per questo motivo, il trattamento, per i carnefici, è volto al loro miglioramento della gestione delle emozioni, così da “fermarsi prima”.

«Il recupero dell’uomo maltrattante con i percorsi di giustizia riparativa è un’innovazione. Noi cerchiamo di lavorare sulla gestione dell’emozione, sulla gestione dell’affettività, ma purtroppo non sempre è possibile», dice Maria Cristina Ciambrone, la quale continua sulla stessa lunghezza d’onda: «Quando una storia finisce, l’uomo riesce ad elaborare una sorta di lutto ed è spesso in questi casi che scatta la violenza domestica, la violenza contro le donne. Noi dobbiamo responsabilizzare l’uomo nel momento in cui non riesce da solo a recuperare e dare seguito ad azioni positive».

Al  progetto “Zeus”, il responsabile del reato potrà aderire in maniera del tutto volontaria, senza alcun tipo di obbligatorietà.

«Questa iniziativa consentirà al responsabile del reato di prendere consapevolezza del danno recato, del disvalore delle proprie azioni ed eventualmente migliorarsi e crescere», afferma il Questore Spina.

Il protocollo prevede che ogni volta che il Questore, nella sua qualità di autorità provinciale di pubblica sicurezza, emana un provvedimento di ammonimento nei confronti di un uomo maltrattante, quest’ultimo potrà seguire un trattamento clinico, un percorso psicologico per cambiare atteggiamento.

Ma andiamo ad approfondire meglio, fornendo dei numeri: sono circa 36 le Questure in tutta Italia che hanno firmato accordi sul modello Zeus. Al centro sud oltre a Cosenza, troviamo Bari, Foggia e Acireale, mentre nel centro nord, si spazia, da Torino a Milano, fino alla provincia autonoma di Bolzano.

I risultati positivi si vedono, se nel 2020, il 20% dei soggetti ammoniti è tornato ad essere violento, nel 2021 il numero è sceso al 9%, segno evidente che dopo un primo periodo di messa a punto, il protocollo “Zeus” funziona, ed è costantemente migliorato dai vari professionisti che se ne occupano attivamente.

Ovviamente tutto ciò richiede uno sforzo maggiore del personale della Polizia, sempre più specializzato e capace di ascoltare la vittima con attenzione. Secondo le stime nazionali, le donne che richiedono l’ammonimento al Questore sono per il 70% legate da rapporti di convivenza o matrimonio con il soggetto violento: per tale motivo, è molto importante segnalare la situazione nella quale, senza un aiuto esterno, si fa fatica ad uscire. (mm)