Al via oggi – fino a mercoledì 8 maggio – a Reggio, alle 15.00, presso l’Università degli Studi Mediterranea, l’evento Immagini e immaginari urbani. Il cinema diventa la metropoli.
La manifestazione è stata organizzata dall’Università Mediterranea con i Dipartimenti di Architettura d’Arte e il PAU, il Circolo del Cinema “Cesare Zavattini”. L’obiettivo è quello di contribuire ad un dibattito culturale, che riconosce, negli spazi urbani, un protagonismo da cui dipendono, anche, la socialità e la convivenza tra le persone, soprattutto oggi alla luce dei processi globali di contaminazione tra culture diverse.
Le sessioni saranno completate per ciascuna delle tre giornate, da un film che sarà proiettato alle 20.30 di ogni sera presso l’Aula Magna L. Quaroni dell’Università Mediterranea.
Per la giornata di oggi, è in programma, alle 15.00, presso la Residenza Universitaria, il seminario-programmazione dal titolo L’architettura vista dai cineasti. Cinema documentario e architettura a cura di Federico Rossin, critico e storico del cinema.
Domani, alle 10.00, presso l’Aula Magna “L. Quaroni” del Dipartimento di Architettura, la conversazione sul tema L’immagina della città nel ‘900. Partecipano Francesco Moschini, critico e storico dell’architettura e segretario Generale dell’Accademia di San Luca, e Federico Rossin.
Ottavio Amaro, direttore generale dell’Università Mediterranea, sottolinea «l’importanza del cinema e della sua forza poetica e descrittiva, con la capacità di narrare, di ‘inventare’ e rimontare i luoghi, per chi vuole ritrovare la capacità di osservare e di vedere».
«Una tre giorni diretta, ha dichiarato Gianfranco Neri, prorettore alle Politiche Culturali, a dotare gli studenti, i giovani, delle conoscenze e degli strumenti critici per attraversare con nuovi sguardi il presente e per renderli più consapevoli nell’orientarsi al futuro che li attende, ma è anche rivolta a chi abbia il desiderio di ragionare sulle forme del nostro presente di cui la città e la metropoli diventano scenari primari».
«Il cinema – ha dichiarato Tonino De Pace del Circolo “Cesare Zavattini” – da sempre prova a ridefinire lo sguardo affidandosi ad una composizione che tenda verso la perfezione. Una elaborazione destinata a scoprire un’idea di futuro progressivamente perfettibile e quindi utopica, da contrapporre ad ogni distopia che possa diventare esito di una controversa contemporaneità». (rrc)