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All'Osservatorio sulla 'Ndrangheta il convegno per la prevenzione al cyberbullismo

REGGIO – All’Osservatorio sulla ‘Ndrangheta il convegno per la prevenzione al cyberbullismo

Nei giorni scorsi, a Reggio, nella sede di Antigone – Osservatorio sulla ‘Ndrangheta, presieduto da Antonella Bellocchio, si è svolto un convegno Lotta al Cyberbullismo, per la sensibilizzazione e il contrasto al cyberbullismo.

All’evento hanno relazionato l’avv. Eliana Carbone, organizzatrice dell’evento, e il magistrato Domenico Chindemi, presidente della Sezione. della Corte di Cassazione.

L’Avv. Eliana Carbone, dopo avere fatto una breve introduzione sui pericoli nascosti nel web e sulla necessità per i giovani di esserne informati per un uso consapevole di Internet e dei possibili reati che possono essere integrati dai Cyberbulli sulle piattaforme social, che la Corte di Cassazione considera  piazze immateriali aperte al pubblico o mezzi di pubblicità e come tali comportano a volte come nel caso del reato di diffamazione la sua forma aggravata ex art. 595 c.p. comma 3 ed è frequentissimo anche sul web attuare un comportamento da parte dell’utente dei social che integra il reato di sostituzione di persona ex art 494 c.p con la creazione di falsi account utilizzando le altrui generalità o lo sfruttamento abusivo dell’immagine reale o delle sembianze di un terzo soggetto di cui sia stata in concreto fornito una descrizione per danneggiarlo o semplicemente per celare la propria situazione personale o sentimentale o perché ci si vergogna del proprio aspetto fisico o per commentare profili con i quali altrimenti non si potrebbe interagire, ha focalizzato l’attenzione dei giovani adolescenti presenti in sala sulle sfide on-line meglio conosciute come Challenge.

Le sfide on-line, di cui poco si parla ma che i giovani conoscono molto bene e che diventano pericolose quando comportano il rischio concreto di danni fisici, mentali ed emotivi per gli adolescenti che vi partecipino, sono sempre orchestrate da Cyberburattinai che hanno il solo intento di sfruttare le debolezze delle vittime e la loro voglia di competizione in una sorta di guerra per avere i like e di lotta tra pari al fine di emergere.

«Lungo è l’elenco delle challenge pericolose lanciate su piattaforme social come Tik Tok in questi ultimi anni: Blackout challenge, Skull Breaker challenge, Fire Challenge, Train Surfing challenge, Penny Challenge, Silhouette Challenge, BME Pain Olimpcs, Blue Whale, Planking Challenge – ha detto Carbone – senza tener conto di loschi figuri presenti sul web un poco dappertutto come Jonathan Galindo, un personaggio fittizio con le sembianze di Pippo della Disney, ma con lineamenti inquietanti che attraverso una serie di falsi account su Tik Tok, Facebook ed Instagram chiede l’amicizia ai giovanissimi contattandoli subito dopo e facendoli entrare attraverso un link in un gioco, nel quale vi sono sfide e richiesti atti di coraggio che arrivano all’autolesionismo».

Nel suo intervento, dott. Domenico Chindemi ha evidenziato innanzitutto che il Cyberbullismo è un fenomeno da osteggiare e che deve avere la massima attenzione sia dal punto di vista della prevenzione che del contrasto in quanto è ancora più pericoloso per i giovani del bullismo, che rimane circoscritto generalmente in ambienti scolastici in cui ci sono precise responsabilità sia dei docenti che del Dirigente scolastico ex art.2048 comma 2 per culpa in vigilando ed in educando.

Il Cyberbullismo è più pericoloso perché non ci sono confini temporali o spaziali da superare potendo il Cyberbullo aprire il proprio computer ed in qualsiasi momento collegarsi sul Web e prendere di mira chiunque anche se si trova a notevole distanza e soprattutto bisogna stare attenti -ha spiegato Chindemi ai giovani presenti rivolgendosi soprattutto alle ragazze,- a non acconsentire mai per nessuna ragione alle richieste di chiunque  chieda loro di inviare foto o video che le ritraggono svestite o semisvestite per non ritrovarsi in quella problematica identificata ormai come Revenge-Porn e che oggi costituisce un reato.

Chindemi, proseguendo nel discorso, ha evidenziato che il bullismo ed il Cyberbullismo possono avvenire in forma diretta con insulti, minacce, ma anche in forma indiretta con pettegolezzi e menzogne per diffamare la vittima, che generalmente si identifica in una persona che si distingue dagli altri e quindi dal gruppo per una qualità che può essere fisica come ad es. il colore della pelle o anche per la religione o che si distingue per il comportamento come l’essere il primo della classe o anche l’ultimo.

Il dott. Chindemi ha quindi concluso le sue considerazioni sulla problematica affrontata raccomandando ai ragazzi di avere un dialogo aperto con i propri genitori che sono responsabili civilmente per gli illeciti commessi dai figli minorenni a norma dell’art. 2048 c.c. 1 comma e che nell’ipotesi opposta in cui i figli hanno il ruolo di vittime sporgendo denuncia possono interrompere le prepotenze dei Cyberbulli consentendo alla Polizia Postale di attivarsi per verificare l’indirizzo IP di chi si nasconde dietro l’anonimato di un account falso o di un Nickname al fine di identificare, bloccare e perseguire secondo legge il Cyberbullo.

Il meeting ha visto l’interazione attiva degli adolescenti presenti in sala con i due relatori ed un finale formale apprezzamento da parte loro dei lavori svolti. (rrc)