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REGGIO CALABRIA – Escursione di “Gente in Aspromonte” alla Fortezza di Gerace

REGGIO CALABRIA – Escursione di “Gente in Aspromonte” alla Fortezza di Gerace

L’associazione escursionistica “Gente in Aspromonte” propone, per domenica 18 febbraio, un itinerario che riguarda la Fortezza di Gerace.

L’ambiente da un punto di vista geologico, naturalistico e paesaggistico è gradevole ed incontaminato, si tratta di una sorta di parco protetto a due passi da Gerace. La vegetazione si alterna dalla sughera al leccio fino alla tipica flora mediterranea molto rigogliosa. Il sentiero è agevole per tutta l’andata e si snoda per la maggior parte sul ciglio della roccia e sulle sponde di un bacino di una cascata, della quale sono possibili vedere le erosioni sulla roccia.

Il percorso comincia all’interno dell’area forestale di Ropolà, qui è presente una fontanella d’acqua potabile utile per il rifornimento, e seguendo una traccia inizialmente asfaltata ci addentreremo nel centro di ripopolamento faunistico (oggi abbandonato). Raggiunta la sommità si svolta a destra per una sterrata che immette in un sentiero che affaccia sulla vallata del San Paolo con splendida vista verso Antonimina e Pietra della Morte (toponimo verosimilmente derivato dalla leggenda che narra che li vi sia morto un pastore nel tentativo di salvare una sua pecora). Il sentiero si snoda lambendo una sugheraia e ci conduce a percorrere un impasto roccioso denominato “Cottonera”. Si torna indietro e si va verso la grotta, che è una sperduta cavità naturale che si apre sull’omonimo monte. Qui risiedette Santo Jeunio, vissuto intorno all’anno 1000 dopo Cristo, fu definito “l’Angelo dei Basiliani”. Ragione di ciò, pare fosse la sua predisposizione di riuscire racimolare del cibo per i propri compagni. La grotta fu sede della laura eremitica dove il Santo condivise con altri monaci una vita di penitenza, preghiera e contemplazione. La grotta è ancora oggi utilizzata saltuariamente come luogo di culto. Si tratta di un romitorio rupestre del X secolo. Dopo l’escursione sul Monte San Jeunio ci si sposterà con le auto verso C/da San Filippo.

Nei pressi del Bunker Militare, seguendo un piccolo viottolo in leggera salita che attraversa tutto il costone di Gerace, di cui una prima parte tra piante di ulivo e vecchie case ormai allo stato di ruderi per poi passare al di sotto di una pineta. Il percorso è caratterizzato da muri a secco e da pareti di tufo (dove in qualche tratto, alcuni anni fa, sono stati incisi dei bassorilievi), dopo pochi minuti si arriva alla scaletta che sale verso il borgo, il sentiero sbuca in prossimità della Cattedrale, si sale verso la parte alta, e in pochi minuti siamo al Castello Normanno di Gerace.

Il Castello di Gerace sorge proprio in cima all’amba rocciosa sulla quale si sviluppò l’originario centro abitato. Edificato secondo alcuni nel corso del VII secolo d.C., il maniero esisteva di certo già a metà del X secolo, periodo in cui arrivarono i Bizantini, che lo devastarono insieme alla città.

Il castello sorge nel punto più alto dell’antico centro abitato di Gerace. Ridotto oggi allo stato di rudere, si stagliava sulla rocca più alta dominando la vallata sottostante. Consolidato dai Bizantini su un antico impianto greco-romano, fu ristrutturato e potenziato dai Normanni nel corso della loro dominazione. Interessanti per lo studio dell’architettura militare sono soprattutto i resti dell’imponente torrione centrale a pianta cilindrica, mentre rimangono solamente delle macerie dei lunghi basamenti monolitici e delle pareti realizzate con blocchi megalitici, a causa del terribile terremoto del 1783. Alla fortificazione, nettamente separata dal centro urbano, si accede tramite una salita panoramica che si apre sul “Baglio”, un ampio spiazzo dal quale si gode la vista di tutta la vallata fino al mare.

Durante la dominazione spagnola degli Aragonesi, in concomitanza con lo sviluppo dell’ars militare legata alle armi da fuoco, furono eseguite alcune ristrutturazioni. Sulla facciata principale furono create delle feritoie, delle guardiole e dei camminamenti interni in aggiunta al torrione, a base circolare sulla sua parete rettilinea. Del Castello originario sono oggi visibili i pilastri del ponte levatoio, il corpo dell’ingresso, la piazza d’armi, la torre circolare e i resti della torre angolare, distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale dai bombardamenti angloamericani del 1943.

Gerace è posta su un conglomerato di roccia conchiglifera a forma di altopiano. La struttura urbana è disposta su tre nuclei fondamentali: Borgo Maggiore, Borgo Minore e Città Alta.

Nel Borgo Maggiore vi erano quattro ingressi: a sud-ovest la porta della “Barbara”, a sud la porta del Borgo Maggiore detta Portella o della Piana, ad ovest la porta di “Tracò” (in collegamento con la strada e la porta della “Sederìa” che consentiva l’accesso all’abitato della zona alta e al Castello), a nord la porta di S. Lucia. (rrc)