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REGGIO CALABRIA – Samba, blues e “ciaramedda” in Accademia per il seminario Sfere sonore

“Sfere sonore – arte, musica e territorio”, è un avventuroso viaggio sonoro e visivo nelle musiche del mondo studiate dall’antropologa-fotoreporter Patrizia Giancotti da qualche anno trasferitasi in Calabria, docente dell’Abarc, autrice e voce di Rai Radio3 (è suo il programma celebrativo su Elza Soares che andrà in onda venerdì 23 alle 14).

Un excursus antropologico che porterà il pubblico dal blues dei campi di lavoro all’invenzione del samba, bandiera dell’identità brasiliana studiata per decenni dall’autrice, dal tarantismo salentino ai suoni dal vivo di zampogna, organetto e tamburello che riempiranno l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Reggio lunedì 26 e martedì 27 giugno.

Il seminario, aperto agli studenti e all’intera cittadinanza, è realizzato con la collaborazione della prof.ssa Daniela Geria, docente di Storia della musica ed etnomusicologia, e segna anche la prima proficua interazione tra le due istituzioni vocate all’arte della città di Reggio Calabria, l’Accademia e il Conservatorio Francesco Cilea.

Alle due docenti si uniscono presenze illustri della musica popolare calabrese con i loro strumenti, musicanti e studiosi della tradizione quali Sergio Di Giorgio, Pietro Fortugno, Diego Pizzimenti, Bastiano Battaglia, Danilo Brancati, Rocco Catania, Mariolino Latella, nonché studenti musicisti, come Dario Zema e studiosi di strumenti musicali come Demetrio Spagna, fondatore del Mu Stru Mu, Museo dello strumento musicale del quale la città attende la riapertura. Arrivano invece direttamente dal Brasile il prof. Mauro Porru della Università Federale di Bahia e il documentarista Tito Rosemberg con la sua esperienza di viaggiatore in oltre cento paesi del mondo e la sua profonda conoscenza dei popoli nativi.

Come scrisse l’etnomusicologo Alan Lomax, che negli anni Cinquanta lavorò al rilevamento sonoro della Calabria insieme al padre dell’etnomusicologia italiana Diego Carpitella, la musica è l’arte capace di unire le genti del mondo, in particolare quella di tradizione orale, immaginata come un insieme di «diecimila ponti che i popoli possono percorrere e dove gli uomini possono incontrarsi e dirsi “tu sei mio fratello!”». Questo il senso dell’imperdibile incontro antropologico e musicale in Accademia, e dato che la musica popolare è fatta per danzare, il 26 dalle 17 in poi il seminario sfocerà in festa a ballu: la cittadinanza tutta è invitata a partecipare. (rrc)